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L’INTERVISTA / MONS. KAREL ORLITA

L’esorcismo: una grande esperienza della vittoria di Cristo

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Cosa si prova a stare faccia a faccia col diavolo? «Il diavolo non ha una vera “faccia”. Il suo volto è menzogna», dice a La Bussola il neopresidente dell’Associazione Internazionale Esorcisti. Che in dieci anni sono quadruplicati.

Ecclesia 04_12_2023
Foto: Associazione Internazionale Esorcisti

Quello dell’esorcista è un ministero troppo poco (o male) conosciuto, talora persino considerato un retaggio da rimuovere, dimenticando che nel Vangelo non sono certo secondari i passi in cui Gesù libera qualcuno dal demonio: una liberazione che è parte integrante della Redenzione. In parte questa refrattarietà a parlare del maligno sembra superata da un dato in controtendenza: negli ultimi dieci anni gli esorcisti sono quadruplicati, almeno tenendo conto degli iscritti all’Associazione Internazionale Esorcisti (AIE): dai 250 del 2012 agli attuali 905. Con delle sproporzioni significative quanto alla distribuzione geografica, riportate dettagliatamente su Agensir lo scorso 8 novembre. Non si può fare a meno di notare la sproporzione tra Italia (ben 483 esorcisti iscritti) e altri Paesi europei (5 in Belgio e Germania e 3 in Danimarca, Slovenia e Svizzera).
Al riguardo abbiamo posto alcune domande al presidente dell’AIE, mons. Karel Orlita, che dal settembre scorso, concluso il mandato di padre Francesco Bamonte, è stato eletto alla guida dell’associazione. Il neopresidente degli esorcisti, classe 1970, ordinato nel 1999, è dottore in diritto canonico, vicario giudiziale della diocesi di Brno (Repubblica Ceca) e delegato per l’Ordo virginum.

Mons. Orlita, come descriverebbe l’inizio del suo ministero di esorcista, per così dire “l’impatto” che ha avuto su di lei il “faccia a faccia” col diavolo?
È difficile descrivere le proprie esperienze personali. A dire il vero, non ricordo molto dell’inizio del mio ministero. Il diavolo non ha una vera “faccia”. Il suo volto è menzogna, mentre la verità è Gesù Cristo. In ogni caso, quando l’esorcista vede con i propri occhi la presenza del maligno e sperimenta l’efficacia della preghiera – e quindi la potenza di Dio –, vive una grande esperienza di fede. E questa esperienza di fede è molto bella perché indica la vittoria di Cristo sul male.

Come cambia la vita e il ministero di un sacerdote, dopo questa esperienza?
Posso affermare con certezza che la vita di un sacerdote diventerà più intensa. Per esempio, se prima recitava quotidianamente un Rosario, dopo ne reciterà molti di più perché capisce la necessità e l’efficacia della preghiera.

Qual è il “riflesso” sugli altri fedeli affidati alla cura spirituale di un sacerdote che è anche esorcista?
Io mi occupo dell’Ordo virginum e di altri consacrati, nonché del personale del tribunale ecclesiastico della mia diocesi. Pertanto, posso personalmente testimoniare, ad esempio, una più viva consapevolezza della grandezza del sacramento del matrimonio e della verità sul matrimonio, quando come giudice devo decidere sull’eventuale sua nullità. 

Gli esorcisti sono quadruplicati negli ultimi 10 anni: un dato in controtendenza rispetto alla generale tendenza a sottacere la presenza e l’azione del maligno, fin quasi a non crederci.
Questo fatto merita certamente una riflessione, ma credo che ognuno di noi sia chiamato a farla.

Fermo restando che il dato riguarda gli appartenenti all’AIE (e non gli esorcisti in totale) almeno riguardo all’ordine di grandezza è interessante la differenza geografica. Per esempio, perché in alcune zone d’Europa, soprattutto in Germania, sono così pochi?
Sarebbe probabilmente una buona idea rivolgere questa domanda al Dicastero per i Vescovi, che controlla la disciplina dei singoli vescovi nel mondo. Ogni vescovo ha il dovere, nella sua diocesi, di assicurare che i sacramenti e i sacramentali, compreso l’esorcismo, siano amministrati ai fedeli. Forse un’università potrebbe svolgere una ricerca sulla questione sollevata dalla sua domanda. Ma sono sicuro che il risultato non risiederebbe in una risposta semplice. Spesso le cose non sono solamente “bianche o nere”. La questione è anche quella se il vescovo in Germania è colui che decide veramente le cose…

E perché invece in Italia si registra un boom rispetto alle altre nazioni?
Il fatto che ci siano molti esorcisti in Italia e che ci sia una ricettività al bene è molto positivo. Significa certamente che molte persone si stanno rivolgendo a Cristo. Inoltre, la Chiesa cattolica in Italia nutre un grande rispetto verso la gente e i suoi bisogni, rispetto ad altre nazioni.

Quali sono le "armi" dell’esorcista?
Oggi la Chiesa vuole esorcisti simili al Davide biblico che, con l’aiuto di una pietra e di una fionda, va a combattere contro Golia. Egli va con fede e umiltà, in modo da non prendersi il merito di aver compiuto qualcosa da solo, ma dimostrando che la liberazione e la vittoria sul male provengono dalla potenza di Dio. Restando nella metafora, sappiamo tutti che Davide si spogliò della pesante armatura, con la quale non poteva muoversi, e si diresse quasi disarmato contro colui che poteva vantare una spada a due tagli. Allo stesso modo la spada dell’esorcista è la fede, la sua armatura è la Parola di Dio.

Può accadere che persone con problemi di natura psichica corrano dall’esorcista, ma può anche accadere che chi ne avrebbe bisogno non ci vada, per timore o per vergogna. Cosa consiglierebbe a chi pensa di subire attacchi diciamo “straordinari” del demonio?
Sulla base della mia esperienza ci possono essere persone malate psichicamente che pensano di essere afflitte dal demonio e, viceversa, ci sono persone possedute che pensano di avere problemi psichici. Entrambe, che siano malate o possedute, dovrebbero anzitutto vivere una buona vita spirituale, con la frequenza dei sacramenti dove è possibile e di rinuncia al male in tutte le sue forme (peccati e vizi). A quel punto non dubito che potranno poi rivolgersi con fiducia a sacerdoti buoni e umili; il che non esclude che possano avvalersi di psicoterapeuti veramente esperti che con onestà intellettuale le aiuteranno a discernere il proprio caso. Consiglio a chi sta vivendo quelle situazioni di avere fiducia nella Chiesa e nella potenza di Dio.



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