L'errore di Nietzsche
Così anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro (Mt 17,12)
Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista. (Mt 17,10-13)
Che cosa aveva ristabilito l'Elìa atteso, cioè San Giovanni Battista? L’unità della Verità e l’immodificabilità della Parola di Dio. Per questo gli uomini – i violenti che si appropriavano della Parola distorcendola a loro piacimento e guadagno – lo hanno ucciso. Gesù sa bene che a maggior ragione uccideranno anche Lui, Verità incarnata. Ma la Verità non si può uccidere, né nascondere o soffocare, perché la Verità è più forte e vince sempre. Gesù certamente ha sofferto: ma non è finito. Dio non è morto, Nietzsche si sbagliava.