Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Francesca Saverio Cabrini a cura di Ermes Dovico
IL CASO

Le vittime dell’omofobia, ma chi le ha viste?

L’emergenza omo-trans è come il trucco del prestidigitatore: se c’è, non si vede. Si dice che l’Italia sia uno dei Paesi più gay-friendly del mondo. Ecco perché paiono davvero strane le “veglie” di preghiere organizzate in alcune parrocchie per le «vittime dell’omo-transfobia e dell’intolleranza».

Cronaca 27_05_2016
Veglie di preghiera contro l'omofobia

«Amatevi come io vi ho amato. Veglie 2016 per le vittime dell’omo-transfobia e dell’intolleranza». È lo slogan che campeggiava il 21 maggio scorso su muri di Catania, in un colorato poster dove alcuni ragazzi e ragazze univano le dita indice e pollice delle due mani con quelle degli altri a formare una coreografica croce. La quale, ripresa dal basso, inquadrava significativamente il cielo. La cittadinanza era chiamata a «vegliare» in una parrocchia (cito) «in contemporanea con altre veglie nell’Italia e nel mondo». 

Come sanno quelli che sono usi leggermi non amo i numeri, perciò non attendetevi una snocciolata di cifre e statistiche: non ho contato quante sono le iniziative analoghe in Italia e nel mondo, né quante siano le «vittime» per cui i catanesi hanno vegliato. Non so nemmeno, a dire il vero, se hanno pregato durante la veglia, ma parrebbe di sì, vista l’autorevole citazione evangelica. L’iniziativa, come da poster, era allargata anche ai protestanti luterani, battisti ed evangelici nonché all’associazione genitori, parenti e amici di omosessuali. Ovviamente, ospitati dai cattolici, perché sempre i più “accoglienti” (o perché dispongono di locali più larghi? probabilmente tutt’e due). 

Le cifre, dicevo, non le ho snocciolate perché mi basta andarci a occhio e a orecchio. Veglie del genere in giro qua e là ci saranno senz’altro state, in fondo una preghiera non si nega a nessuno, Mussolini a parte. Ma non giurerei sulla loro abbondanza. Per quanto riguarda le «vittime», mi basta guardarmi intorno: l’ecatombe non c’è proprio. Certo, vedendo l’accorato appello, un turista mordi-e-fuggi potrebbe pensare che, arrivato lui, i cadaveri degli omo e dei trans assassinati da mano intollerante siano stati appena rimossi dalle strade e il sangue lavato. Però i tiggì periodicamente parlano, sì, di sovraffollamento, ma nelle carceri, non alla Morgue. 

Boh. Nemmeno ai tempi della persecuzione nazista contro gli ebrei si tenevano nelle chiese veglie del genere; è vero, non si poteva, ma conventi e sacrestie traboccavano di fuggiaschi nascosti. Oggi traboccano solo di immigrati etero. Insomma, l’emergenza omo-trans è come il trucco del prestidigitatore: se c’è, non si vede. Si dice che l’Italia sia uno dei Paesi più gay-friendly del mondo. Ed è vero, basta dire che è pieno di cattolici e di post-comunisti, i primi succubi delle parole d’ordine lanciate via via dai secondi. Tanto, che questi ultimi ormai non hanno più bisogno di lanciare niente. Gli uni e gli altri guardano alla “cultura” della sinistra americana -che è quella che dette parole d’ordine crea- smaniosi di accodarsi, ciascuno col sistema che gli è proprio: cortei, urla, scontri in piazza e in Parlamento gli uni, veglie in chiesa gli altri. 

Se scrutiamo da vicino il poster descritto, lo scafato ex sessantottino -qual sono io- trova una vecchia conoscenza: gli indici e i pollici delle due mani aperti e uniti erano il segno delle femministe. Ma di certo quei ragazzi che li hanno formati a croce-girotondo non lo sanno. La frase evangelica riportata, un vecchio maligno -qual sono (diventato) io- potrebbe interpretarla  pro-malo se non temesse la lesa maestà divina. Certo, si potrebbe invitare i vegliatori a pro di problemi inesistenti a occuparsi, che so, di cristiani massacrati (uno ogni cinque minuti: ecco una cifra) da musulmani fanatici o vessati dai comunisti cinesi. Ma sarebbe banale, perché se non ci arrivano da soli è inutile dirglielo. 

Vabbe’, mi distrarrò riguardando un vecchio film western, Il buono, il brutto e il cattivo, dove c’è una scena-cult che da sempre mi appassiona: Tuco e il Biondo si imbattono in un drappello di soldati in grigio, e Tuco comincia a inneggiare ai Confederati («Dio è con noi perché anche Lui odia gli yankees!»). Quelli, invece, si rivelano essere nordisti impolverati. E il Biondo dice tra i denti: «Dio è contro di noi perché anche Lui odia gli stupidi».