Le unioni gay, la massoneria e i tre premier
Cosa hanno in comune Cameron, primo ministro conservatore inglese Hollande, presidente socialista francese e il premier italiano Matteo Renzi? Tutti e tre hanno imposto ai loro popoli le unioni gay. Un atto che distruggere la libertà frutto della verità rivelata e impone un’altra morale. Quella insegnata nelle logge.
Cameron, primo ministro conservatore inglese, ha spaccato il suo partito imponendo il matrimonio omosessuale. Hollande, presidente socialista francese, ha imposto anche lui il matrimonio omosessuale, con il partito compatto alle sue spalle, ma una fortissima opposizione popolare. Il risultato si è visto alle ultime elezioni dove il partito socialista in alcune regioni è quasi scomparso. Dove, per non morire del tutto, è arrivato a proporre contro la Le Pen un’alleanza innaturale con i nemici di sempre, gli uomini del partito di Sarkosy.
Renzi, leader del partito democratico e presidente del consiglio italiano, proveniente dalla Democrazia cristiana, dopo aver rottamato la vecchia guardia comunista, sta imponendo l’approvazione di un simil matrimonio omosessuale con relativa adozione di figli. E dire che i primi tempi del suo governo, Renzi si faceva riprendere all’uscita della messa con la famiglia. Solo due anni fa’.
Nel frattempo cosa è successo? Cosa ha consigliato a Renzi di prendere di petto quello che resta del mondo cattolico (in Italia non si tratta proprio di una minoranza inconsistente) per imporre al Parlamento di deputati e senatori nominati dall’alto, perché scelti senza preferenze, l’approvazione di una legge divisiva, che spacca la Nazione, va contro la storia italiana e impone il punto di vista di una minoranza transnazionale definita aprioristicamente “civile”?
Quale il denominatore comune di tre situazioni diverse, unite da una volontà ferrea, costi quello che costi, di dare a opzioni sessuali individuali veste legislativa, cioè riguardante tutti, riguardante la collettività? Primo, evidente, denominatore comune, è la definizione di bene e male: bene è quello che voglio; male quello che contrasta con la mia volontà. Libertà di coscienza. Questo schema filosofico gnostico si oppone frontalmente alla Rivelazione giudaico-cristiana. E lo fa in nome della libertà. Da una parte ci sarebbe l’oscurantismo totalitario della Rivelazione, dall’altra il credo libertario della gnosi che rende ciascuno libero di fare quello che vuole.
In un contesto tanto “libero”, siamo sicuri che non c’è nessuno che surrettiziamente decide al posto nostro cosa è il bene e cosa il male? Viene in mente uno scambio di battute riportato dal “Catechismo del grado di apprendista”. Cioè da quella rilevante porzione della gnosi moderna rappresentata dalla libera muratoria. Questo il dialogo fra il maestro massone e il profano che “bussa alla loggia”:
«D. – L’intelletto basta per discernere il vero dal falso, il bene dal male?
R. – Sì, quando è regolato da una sana morale.
D. – Dove si insegna questa morale?
R. – La Massoneria: è quella che insegna la morale più atta a formare l’uomo per la Società, per la Patria e per sé stesso»
Col matrimonio omosessuale la gnosi persegue un obiettivo alto: distruggere la libertà frutto della verità rivelata e imporre la libertà (e la morale) insegnata nelle logge. Una libertà che, come sempre nel caso della gnosi, ha un contenuto totalitario. Tutti devono obbedire a quello che gli gnostici pensano bene. Costi quello che costi. Anche se poi si perdono le elezioni. Tanto a cosa servono le elezioni?