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STATI UNITI

Le suore, Kim Davis e i discorsi sulla libertà religiosa

Il portavoce della Santa Sede corregge le fonti vaticane che avevano parlato di incontro riservato tra il Papa e Kim Davis, la funzionaria governativa del Kentucky arrestata per avere rifiutato di firmare licenze per nozze gay. L'incontro, non riservato, "non signifca appoggio alle posizioni della Davis". 

QUELL'ABBRACCIO AI GIOVANI SENZA "RISENTIMENTO"  di Angelo Busetto

Ecclesia 02_10_2015
Kim Davis

Aggiornamento 2 ottobre ore 13.00: L'incontro tra papa Francesco e Kim Davis c'è stato ma non era riservato né ha il significato di un sostegno alla posizione assunta dalla signora Davis. E' il succo delle dichiarazioni della sala stampa vaticana. Ma ecco di seguito il lancio di agenzia che spiega la vicenda.

PAPA: LOMBARDI, INCONTRO CON KIM DAVIS IN USA NON E' APPOGGIO A SUA POSIZIONE
Bergoglio aveva visto l’impiegata incarcerata per avere rifiutato licenza di nozze a coppie gay 

Città del Vaticano, 2 ott. -(AdnKronos) - L’incontro che il Papa ha avuto nel corso del suo viaggio negli Usa con Kim Davis, l’impiegata della Contea del Kentucky che era stata imprigionata per aver rifiutato di rilasciare licenze di matrimonio alle coppie gay, "non deve essere considerato come un appoggio alla sua posizione in tutti i suoi risvolti particolari e complessi". Lo ha precisato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi.
"Il breve incontro fra la signora Kim Davis e il Papa presso la Nunziatura di Washington ha continuato a provocare una serie di discussioni e commenti. Al fine di contribuire a una comprensione obiettiva di ciò che è avvenuto", Lombardi, in una nota, precisa che "il Papa ha incontrato presso la Nunziatura di Washington successivamente diverse decine di persone invitate dalla Nunziatura per salutarlo in occasione del suo congedo prima della partenza da Washington per New York, come avviene durante tutti i viaggi del Papa. Si è trattato di saluti molto brevi di cortesia a cui il Papa si è prestato con la sua caratteristica gentilezza e disponibilità".
"L’unica ’udienza’ concessa dal Papa presso la Nunziatura - spiega ancora la nota - è stata ad un suo antico alunno con la famiglia. Il Papa non è quindi entrato nei dettagli della situazione della signora Davis e il suo incontro con lei non deve essere considerato come un appoggio alla sua posizione in tutti i suoi risvolti particolari e complessi". 

 

In un articolo a firma di due commentatori ultra-liberal che si occupano spesso di papa Francesco, Jim Yardley e Laurie Goodstein, il New York Times ha affermato di avere ricevuto da fonti vaticane conferma dell'incontro riservato tra il Pontefice e Kim Davis, la funzionaria governativa del Kentucky arrestata e rinviata a giudizio per avere rifiutato di firmare licenze per «matrimoni» tra persone dello stesso sesso (clicca qui). 

L'incontro, dove - lo riferisce lo stesso quotidiano americano - il Papa ha abbracciato e «ringraziato per il suo coraggio» Kim Davis, che appartiene a una comunità pentecostale, smentisce così clamorosamente l'immagine di papa Francesco normalmente veicolata dal New York Times che per esorcizzarlo è stato convocato il professor Alberto Melloni. Il docente italiano, da par suo, ha rassicurato i lettori progressisti del quotidiano americano: niente paura, il Papa non voleva sostenere la campagna di Kim Davis contro il “matrimonio omosessuale” ma solo il principio generale dell'obiezione di coscienza. Una doppia arrampicata sugli specchi, perché non esiste l'obiezione di coscienza priva di oggetto. Si obietta sempre contro qualcosa e in nome di qualcosa. 

L'incontro con Kim Davis, che comunque - citiamo ancora il New York Times - non è stato uno dei tanti incontri casuali che avvengono quando il Papa si trova con una pluralità di persone, ma è stato organizzato presso la nunziatura a Washington come incontro privato, non ha ricevuto e probabilmente non riceverà conferme ufficiali. Questo costringe a considerarlo allo stato ipotetico, ancorché probabile, e d'altro canto non è sorprendente. Il Papa ha - o avrebbe - incontrato una funzionaria governativa che si ribella a una legge dello Stato che ha ospitato il Pontefice ed è stata incriminata per questo. Le normali regole della diplomazia internazionale - il Papa è anche un capo di Stato e in questa veste viene ricevuto - non permettono di ammettere un incontro di questo genere e normalmente non permetterebbero neppure che si svolga. A Cuba, né Francesco né a suo tempo Benedetto XVI hanno avuto incontri privati con i dissidenti.

Devono dunque esserci state delle ragioni gravissime che hanno indotto il Papa a incontrare “dissidenti” negli Stati Uniti, mentre questo non è avvenuto a Cuba e altrove. Questo può essere affermato con certezza perché Francesco negli Stati Uniti ha sicuramente incontrato - in questo caso con conferma pubblica vaticana - altre “dissidenti” che contestano l'amministrazione Obama: le suore della congregazione delle Piccole Sorelle dei Poveri, che rifiutano di conformarsi alla riforma sanitaria detta Obamacare, la quale impone ai datori di lavoro - direttamente o indirettamente, attraverso un'assicurazione - di assicurare alle loro dipendenti aborto e anticoncezionali gratuiti.  

Vorrei invitare a riflettere sul carattere straordinario di questi incontri. I Papi vanno nei Paesi che visitano come ospiti dei governi e molto raramente incontrano dissidenti che contestano le autorità costituite. Lo fece san Giovanni Paolo II in Polonia: si trattò di un fatto storico e probabilmente indusse il potere sovietico a organizzare l'attentato del 1981. Qualcuno si aspettava che, diversamente da Benedetto XVI, Francesco rompesse il protocollo a Cuba per incontrare dissidenti anti-castristi. Non lo ha fatto, ma ha incontrato i dissidenti anti-Obama negli Stati Uniti. Perché questo è avvenuto? La risposta è che Francesco considera le minacce alla libertà religiosa in Occidente un problema più grave dei residui di comunismo che ancora esistono a Cuba e altrove. Più volte ha raccomandato su questo tema la lettura del romanzo di Benson, Il padrone del mondo, che mostra le persecuzioni dei credenti da parte dell'Anticristo nei tempi ultimi. Negli Stati Uniti ha predicato con forza sulla libertà religiosa. Come ha fatto tante volte, ha criticato le istituzioni internazionali e i governi che si disinteressano dei cristiani perseguitati in Medio Oriente. Ma per il Papa questo disinteresse è la spia di un problema che non riguarda solo la politica estera, ma anche quella interna. I governi occidentali si occupano poco e male dei cristiani perseguitati in Iraq o in Siria perché hanno la coscienza sporca. Sanno che ogni riferimento alla libertà religiosa li metterebbe in imbarazzo, perché non la rispettano a casa loro.

Certamente l'obiezione di coscienza è una cartina di tornasole che mostra se la libertà religiosa è presa sul serio o no. Nel volo di ritorno dagli Stati Uniti il Papa ha risposto alla domanda di una giornalista della rete televisiva Abc. La domanda citava l'incontro con le Piccole Sorelle dei Poveri e ha chiesto, alludendo al caso di Kim Davis: «Santo Padre, Lei sostiene anche quegli individui – compresi i funzionari governativi – che dicono di non potere, secondo la loro buona coscienza, secondo la loro coscienza personale, attenersi a determinate leggi o assolvere ai loro compiti di funzionari governativi, per esempio nel rilasciare licenze matrimoniali a coppie dello stesso sesso? Lei sosterrebbe queste rivendicazioni di libertà religiosa?». Il Papa ha risposto: «Sì, posso dire che l’obiezione di coscienza è un diritto ed entra in ogni diritto umano. È un diritto, e se una persona non permette di esercitare l’obiezione di coscienza, nega un diritto. In ogni struttura giudiziaria deve entrare l’obiezione di coscienza, perché è un diritto, un diritto umano. Altrimenti, finiamo nella selezione dei diritti: questo è un diritto di qualità, questo è un diritto di non qualità… È un diritto umano». La giornalista ha incalzato: «Questo comprende anche i funzionari governativi?». E papa Francesco ha confermato: «Se il funzionario di governo è una persona umana, ha quel diritto. É un diritto umano».

Che ci sia stato o no l'incontro con Kim Davis - allo stato, sembra proprio che ci sia stato - il pensiero del Papa è chiaro e non può essere falsificato. Non si tratta di obiezione di coscienza astratta e generica. Le Piccole Sorelle dei Poveri obiettano contro l'Obamacare. La domanda della giornalista americana era proprio riferita a funzionari di governo che rifiutano di «rilasciare licenze matrimoniali a coppie dello stesso sesso». La libertà religiosa, insegna Francesco, non è mai stata in pericolo come oggi. Il "Padrone del mondo" è alle porte, anzi è già fra noi. Chi non tiene conto del ruolo centrale che la libertà religiosa e il fatto che sia minacciata in Occidente, non solo in Asia e in Africa, hanno nel magistero di papa Francesco rischia di fraintenderne il senso e le priorità.