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Le scout conservatrici chiedono l'espulsione del bambino transgender

A ottobre il ragazzino era stato ammesso nell’associazione I gruppi femminili si ribellano: «Aiutano solo piccole minoranze».

 

MILANO - Le scout conservatrici chiedono l'espulsione del bambino transgender. Lo scorso ottobre, dopo aver raccontato la sua storia in tv e aver commosso l'America, sembrava che la vicenda di Bobby Montoya, il ragazzino di 7 anni che da sempre si comporta come una bambina e che aveva chiesto di entrare a far parte del gruppo femminile dello scout del Colorado, si fosse conclusa con il più classico dei lieto fine.

ESPULSIONE - Pura illusione. Da allora una vera e propria fronda è nata all'interno della «Girl Scouts of the Usa» (Gsusa), l’associazione nazionale delle scout statunitensi e recentemente alcuni membri dell’organizzazione, d’idee fortemente conservatrici, hanno creato le «Honest Girl Scouts», un gruppo che contesta apertamente la presenza di Bobby nel movimento femminile. Per ottenere l'espulsione del ragazzino, l'organizzazione ha deciso di boicottare la vendita dei tradizionali biscotti prodotti dal movimento delle scout, una delle principali fonti di reddito dell'associazione.

BOICOTTAGGIO - Il boicottaggio è stato promosso attraverso un sito web ufficiale, una petizione pubblica e soprattutto un video, cliccatissimo sul web. Nel filmato appare una ragazzina di 14 anni originaria della California che si chiama Taylor. L'adolescente, che sembra leggere da un gobbo un discorso probabilmente scritto da un adulto, afferma che far entrare un ragazzino transgender nel movimento femminile va contro i valori e la tradizione dell'associazione: «Perché le scout americane sono disposte a infrangere le loro regole di sicurezza in cambio dell'inclusione di ragazzi transgender - si chiede nel filmato la quattordicenne - Sfortunatamente, penso che l'associazione si preoccupi più di assecondare i desideri di una piccola minoranza di persone rispetto a garantire la mia sicurezza e quella dei miei amici. E ciò lo fa con i soldi che noi guadagniamo per loro vendendo i biscotti prodotti dalle ragazze iscritte all'associazione».

FRONDA - La fronda promossa dalle Honest Girl Scouts non è l'unica azione di protesta contro il bambino transgender. Lo scorso dicembre, due mesi dopo l'accettazione di Bobby all'interno del movimento femminile, tre gruppi di scout della Louisiana hanno deciso di abbandonare l'associazione nazionale e diverse contestazioni sono state organizzate. Da parte sua l'organizzazione femminile non intende tornare sui suoi passi e sul web già sono comparsi filmati che attaccano «lo sfogo intollerante» della quattordicenne Taylor: «Per 100 anni le scout americane si sono vantate di essere un movimento aperto alle ragazze di qualsiasi ceto sociale - scrive in una email inviata al Washington Post Michelle Tompkins, portavoce dell'associazione - Ci occupiamo anche dei bambini transgender, valutando le loro storie caso per caso, cercando di garantire il benessere e gli interessi dei ragazzi in questione e naturalmente per noi restano prioritari i bisogni delle altre ragazze del gruppo».

Dal Corriere della Sera del 15 gennaio 2012