Le prossime Giornate sociali europee di Bratislava
Dal 17 al 20 marzo 2022 si terranno a Bratislava le Giornate sociali cattoliche europee. L’evento è stato annunciato il 10 dicembre scorso in una conferenza stampa in video-conferenza dal presidente della Comece, il Consiglio dei Vescovi dell’Unione europea, e arcivescovo di Bruxelles cardinale Hollerich. Gli incontri saranno organizzati dalla Comece, dalla Ccee, il Consiglio dei vescovi europei, e dai vescovi slovacchi.
Hollerich e gli altri Presuli che hanno presentato in video-conferenza l’evento [il cardinale Turkson che ora però risulterebbe dimessosi dall’incarico di Presidente del dicastero pontificio per lo Sviluppo umano integrale, e l’arcivescovo di Vilnius Mons. Gintaras Grušas che attualmente presiede la Ccee] hanno informato che le Giornate affronteranno il tema delle tre transizioni in atto in Europa: quella demografica, quella digitale e quella ambientale. A loro dire i lavori si concentreranno sulla priorità del tema della vita e della famiglia dentro appunto le tre transizioni.
Durante la conferenza stampa di presentazione sono state poste anche alcune domande di attualità, soprattutto cosa pensassero i cardinali e arcivescovi del documento europeo – poi ritirato – circa l’abolizione del termine “Natale” durante le prossime feste natalizie. Su questo il cardinale Hollerich ha detto che una simile presa di posizione sarebbe contraria alla società pluralista quale è l’Unione europea e per questo il papa lo avrebbe definito un documento “anacronistico”, e il cardinale Turkson ha affermato bonariamente che con ogni probabilità gli estensori volevano favorire l’integrazione.
La precedente edizione delle Giornate sociali europee si è svolta nel 2014 in Spagna. Da allora sono ormai passati otto anni. Perché i vescovi europei ella Comece e della Ccee non hanno pensato di organizzare questo evento ogni anno? Dato che una rondine non fa primavera, una distanza temporale così ampia comporta di ridurre questi eventi ad una celebrazione, senza alcuna ricaduta nella vita delle comunità cristiane. I 300 delegati che andranno a Bratislava spariranno numericamente quando torneranno nelle loro diocesi. Questi eventi danno l’impressione di voler dare un segnale di esistenza di facciata per soddisfare le esigenze interne degli enti organizzatori interessati a dire “ci siamo!” più che il bene della Chiesa.
I temi delle Giornate, ossia le transizioni e la famiglia, hanno aspetti positivi e negativi. È positivo che si affronti il tema della denatalità, come detto dal cardinale Hollerich, ma a patto che si conduca il discorso fino in fondo, ossia fino a contestate apertamente la cultura della morte che pesa sull’Europa di oggi con l’aborto, il suicidio assistito, l’eutanasia, l’ecatombe di embrioni umani. Se il discorso si soffermasse solo sulle dinamiche socio-economiche servirebbe a ben poco. La mia previsione è che il coraggio di spingere il discorso fino in fondo le Giornate di Bratislava non lo avranno. Il loro contesto sarà troppo invischiato nella diplomazia istituzionale per farlo.
Speriamo che l’impostazione espressa nelle risposte alle domande sul “Natale” non venga mantenuta nella gestione delle Giornate di Bratislava. Preoccupa molto che Hollerich consideri una situazione di fatto – il pluralismo religioso europeo – come criterio per fare una valutazione di diritto. Egli in pratica ha suggerito che il “diritto” del Natale di avere una espressione pubblica non si fonda sul Natale stesso ma sull’esistenza di un sistema politico pluralista. Credo invece che un cardinale cattolico dovrebbe pensare che sia il Natale il metro di giudizio del pluralismo e non il pluralismo il metro di giudizio del Natale.