«Le nazioni non siano inerti sulla strage dei cristiani»
«La Comunità internazionale non assista muta e inerte di fronte a tale inaccettabile crimine, che costituisce una preoccupante deriva dei diritti umani più elementari. Che la Comunità internazionale non volga lo sguardo dall’altra parte». È il nuovo, forte monito di papa Francesco al Regina Coeli del Lunedì dell’Angelo.
Al Regina Coeli del 6 aprile 2015, Papa Francesco ha iniziato la settimana successiva alla Pasqua in continuità con la Settimana Santa, che aveva voluto ampiamente dedicare al tema dei cristiani perseguitati. Al Movimento Shalom, che ha concluso una staffetta per richiamare l'attenzione sulle persecuzioni dei cristiani nel mondo, il Papa ha detto: «Il vostro itinerario sulle strade è finito, ma deve continuare da parte di tutti il cammino spirituale di preghiera intensa, di partecipazione concreta e di aiuto tangibile in difesa e protezione dei nostri fratelli e delle nostre sorelle, perseguitati, esiliati, uccisi, decapitati per il solo fatto di essere cristiani. Loro sono i nostri martiri di oggi, e sono tanti, possiamo dire che sono più numerosi che nei primi secoli». Francesco ha chiesto che «la Comunità Internazionale non assista muta e inerte di fronte a tale inaccettabile crimine, che costituisce una preoccupante deriva dei diritti umani più elementari. Auspico veramente che la Comunità Internazionale non volga lo sguardo dall’altra parte». È un nuovo, forte monito dopo la denuncia del «silenzio complice» al termine della Via Crucis al Colosseo.
La solidarietà con i cristiani perseguitati è parte della missione. E alla missione il Pontefice ha dedicato il commento al Vangelo del Lunedì dell'Angelo, che mostra l'incontro delle donne, prime testimoni della Resurrezione, con Gesù che le incita: «Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno» (Matteo 28,10). «La Galilea», ha commentato il Papa, «è la “periferia” dove Gesù aveva iniziato la sua predicazione; e di là ripartirà il Vangelo della Risurrezione, perché sia annunciato a tutti, e ognuno possa incontrare Lui, il Risorto, presente e operante nella storia. Anche oggi Lui è con noi, qui in piazza». Invitando a leggere ogni giorno, questa settimana, un brano del Vangelo sulla Resurrezione, Francesco ha ricordato che al cuore della missione sta un annuncio «che la Chiesa ripete fin dal primo giorno: “Cristo è risorto!”. E, in Lui, per il Battesimo, anche noi siamo risorti, siamo passati dalla morte alla vita, dalla schiavitù del peccato alla libertà dell’amore».
Non possiamo tenere per noi questa buona notizia che cambia la vita. «Siamo chiamati a portarla agli altri e in ogni ambiente, animati dallo Spirito Santo. La fede nella risurrezione di Gesù e la speranza che Egli ci ha portato è il dono più bello che il cristiano può e deve offrire ai fratelli. A tutti e a ciascuno, dunque, non stanchiamoci di ripetere: Cristo è risorto!». Ripetiamolo «con le parole, ma soprattutto con la testimonianza della nostra vita. La lieta notizia della Risurrezione dovrebbe trasparire sul nostro volto, nei nostri sentimenti e atteggiamenti, nel modo in cui trattiamo gli altri». In momenti di persecuzione e di violenza, ha senso,parlare di una lieta notizia? Sì, risponde il Papa, «noi annunciamo la risurrezione di Cristo quando la sua luce rischiara i momenti bui della nostra esistenza e possiamo condividerla con gli altri; quando sappiamo sorridere con chi sorride e piangere con chi piange; quando camminiamo accanto a chi è triste e rischia di perdere la speranza; quando raccontiamo la nostra esperienza di fede a chi è alla ricerca di senso e di felicità». Quando annunciamo il risorto ci sentiamo uniti a Maria, testimone eminente della Resurrezione, partecipiamo alla gioia della Madre come partecipiamo ai suoi dolori e diventiamo capaci di annunciare questa gioia agli altri.
«Con il nostro atteggiamento, con la nostra testimonianza, con la nostra vita, diciamo: Gesù è risorto! Lo diciamo con tutta l’anima». Lo diciamo anche ai perseguitati. «La Pasqua è l’evento che ha portato la novità radicale per ogni essere umano, per la storia e per il mondo: è trionfo della vita sulla morte; è festa di risveglio e di rigenerazione. Lasciamo che la nostra esistenza sia conquistata e trasformata dalla Risurrezione!».
LA PASQUA DEL PAPA PER I MARTIRI CRISTIANI di Massimo Introvigne