Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
L'ANTIDOTO

LE FALSE SPERANZE DI GARIBALDI

Tra le conquiste dell'Eroe dei due mondi anche una baronessa di origini inglesi: Maria Speranza Brandt. Appena due anni di idillio, poi sposò la marchesina Raimondi. Ma il matrimonio durò tre giorni...

L'antidoto 21_05_2011
Garibaldi

La baronessa Maria Speranza Brandt (che da scrittrice grecizzò romanticamente il suo nome: Elpis Melena, Speranza Nera) era nata in Inghilterra, figlia di un banchiere amburghese. A quindici anni sposò il cugino (e socio del padre) Alexander Brandt, che però cinque anni dopo si uccise per motivi oscuri. Lei andò a stare a Roma, dove tenne un salotto divenuto presto celebre. Qui conobbe un altro banchiere, Ferdinand von Schwartz («nero» in tedesco, da cui lo pseudonimo successivo), che sposò nel 1842. Nel 1852 l’uomo chiese e ottenne il divorzio. Lei si diede ai viaggi e alle corrispondenze giornalistiche.

Divenne una fan sfegatata di Garibaldi, che aveva ammirato, in occasione dell’effimera Repubblica Romana, con «il suo mantello americano, il suo cappello col pennacchio fluttuante e soprattutto il negro col costume pittoresco che seguiva il suo cavallo». Così scrisse nel 1884, due anni dopo la morte dell’Eroe, nel libro Garibaldi. Ricordi della sua vita pubblica e privata con più di cento lettere del Generale all’Autore. Nella vita privata del «Cincinnato del nostro tempo» irruppe nel 1857, andando a trovarlo a Caprera. Aveva quasi quarant’anni ed era ancora un bella donna. Garibaldi la ospitò e, quando lei rientrò a Roma, subito le scrisse: «Era naturale che io vi amassi pria di conoscervi». Lei rispose a stretto giro di vapore: «Ho il cuore e la testa, la mente e l’anima piena di voi (…). Vostra, vostra, vostra… Speranza Schwartz». Lui la ringraziò del «bellissimo orologio con le mie iniziali» e «per i seicento franchi che non accetto».

Due anni di idillio, poi comparve la marchesina Giuseppina Raimondi, diciannove anni, che nel 1859 scrisse al cinquantaduenne Eroe offrendogli la propria mano. La quale fu accettata nel gennaio 1860. Tre giorni durò il matrimonio, poi qualcuno informò il generale che la giovine era incinta di Luigi Caroli. Così scrisse la Schwartz nel suo libro: «Garibaldi nella storia brillerà sempre come un sole, ma come il sole Garibaldi ha le sue macchie». (cfr. Elettrio Corda, Garibaldi in Sardegna, Rusconi 1991).