Le eroiche virtù di Candia, industriale della carità
La Congregazione dei Santi ha promulgato (l'8 luglio scorso) il decreto sul riconoscimento delle virtù eroiche del servo di Dio Marcello Candia. Missionario laico in Amazzonia brasiliana dal 1965 al 1983, Candia ha speso la sua vita di volontario fra i poveri e i lebbrosi donando loro tutte le sue sostanze.
L’8 luglio 2014, la Congregazione dei Santi ha promulgato il decreto sul riconoscimento delle virtù eroiche del servo di Dio Marcello Candia, missionario laico in Amazzonia brasiliana dal 1965 al 1983, dove ha speso la sua vita di volontario tutte le sue sostanze fra i poveri e i lebbrosi. Marcello Candia (1916-1983), figlio di un industriale milanese, nato a Portici (Napoli), eredita dal padre la fabbrica di acido carbonico e la dirige per 18 anni con successo, fondando tre nuovi stabilimenti. Ma Dio lo chiama ad essere "l'industriale della carità". Fin da giovane studente (tre lauree in chimica, biologia e farmacologia), divide il suo tempo fra l'industria paterna e le opere di carità nella sua Milano: il "Villaggio della madre e del fanciullo", l'assistenza ai profughi dai campi di concentramento tedeschi, un dispensario medico gratuito per i poveri, l'aiuto ai baraccati delle periferie milanesi (dove da adolescente mamma Luigia portava i cinque figli alla domenica pomeriggio), il "Collegio degli studenti d'Oltremare" voluto dal cardinale Montini.
Non si era sposato per fare opere di bene e sentiva profondamente anche la chiamata alle missioni. Fonda la scuola di medicina per missionari (all'Università di Milano) e sostiene i primi organismi di laicato missionario in Italia. Nel 1949 incontra monsignor Aristide Pirovano, missionario del Pime e fondatore della diocesi di Macapà alle foci del Rio delle Amazzoni, che lo invita ad andare con lui per fondare un ospedale per i poveri. Marcello va in Amazzonia e si appassiona a quel popolo, ma solo nel 1964, a 49 anni, riesce a vendere la sua fiorente industria e va a Macapà con i missionari del Pime, donandosi totalmente a quella missione. La sua vita, nei 19 anni di Amazzonia (muore nel 1983 di cancro al fegato) è tutta una corsa contro il tempo per realizzare e finanziare molte opere di bene: l'ospedale di Macapà, allora il più grande e moderno dell'Amazzonia brasiliana, il rifacimento del lebbrosario di Marituba (con 2000 lebbrosi), nella foresta presso Belem, centri sociali e casette per i poveri, scuola per infermiere, aiuti a tutte le missioni del Brasile povero che ricorrevano a lui.
All'inizio, in Amazzonia aveva più d'un miliardo di lire (del 1964), spende tutto e incominciano ad arrivargli le offerte dei suoi ex-dipendenti, di molti amici e di tanti altri che venivano a conoscenza della sua avventura. Marcello manda foto e lettere e torna un mese l'anno in Italia per rispondere a inviti di conferenze e interviste. Avendo venduto anche la sua casa a Milano, in Italia è ospite del Pime, che gli organizza gli incontri e le interviste a giornali, radio e televisioni.
Dove sta la grandezza di questo "santo" del nostro tempo, modello per i laici missionari? Nella sua profonda vita di fede e di pietà e nella sua carità. Si definiva "un semplice battezzato": non apparteneva ad alcuna associazione o movimento ecclesiale; un uomo libero, con una spiritualità profonda ma elementare, che s'è santificato con le preghiere del "Manuale del buon cristiano". Era il santo della carità, il santo della Croce e il santo della gioia. In quel tempo di dittatura in Brasile, i militari sospettavano di questo riccone che va a spendere i suoi soldi in una regione ai confini del Paese e vive poveramente. Lo sorvegliano, ostacolano, umiliano, ma lui sopporta con pazienza. Il governatore militare di Macapà dice al vescovo mons. Giuseppe Maritano: "Mi spieghi lei questo mistero. Vedo che il dottor Candia s'interessa solo dell'ospedale e spende tutto quel che ha per i poveri. Però, quando gli parlo mi sembra una persona normale".
Monsignor Maritano ha testimoniato: "Voleva che l'ospedale fosse per i poveri, perché questo era l'unico scopo per il quale l'aveva costruito. Diceva: 'Se c'è un malato povero e uno ricco, prima ospitiamo il povero e poi, se c'è posto, il ricco, che può rivolgersi all'ospedale governativo. Io voglio un ospedale missionario per i poveri e quindi deve avere per forza i bilanci in passivo. Se è in attivo vuol dire che non è più missionario e per i poveri'. Marcello pagava tutte le spese e i passivi". Il mistero della sua vita sta tutto nella sua preghiera. Pregava molto, una preghiera semplice e continua, aveva sempre il pensiero rivolto a Dio e ha portato in Brasile le Carmelitane di Firenze, costruendo due loro conventi, perché diceva: "La preghiera è il carburante delle opere di bene".
Ho accompagnato Marcello nella visita a diversi lebbrosi. Si inginocchiava vicino al letto, baciava quei malati e mi diceva: "In ogni malato c'è Gesù". Faceva una vita di grandi rinunzie e sofferenze, anche per visitare le sue opere in tutto il Brasile dei poveri (quando è morto finanziava 14 opere da lui fondate). In Brasile ha avuto cinque infarti e un'operazione al cuore, non avrebbe dovuto tornare in Amazzonia, ma lui è stato fedele alla chiamata di Dio.
Nel 1975 il presidente del Brasile dà a Marcello Candia l'onorificenza più importante del Paese "Cruzeiro do Sul" e il maggiore settimanale illustrato brasiliano, Manchete di Rio de Janeiro, gli dedica un articolo intitolato: "L'uomo più buono del Brasile", che incomincia con queste parole: "Il nostro Paese è terra di conquista per finanzieri e industriali italiani. Molti vengono da noi a impegnare i loro capitali allo scopo di guadagnarne altri. Marcello Candia, ricco industriale milanese, vive in Amazzonia da dieci anni, vi ha speso tutte le sue sostanze, con uno scopo ben diverso: aiutare gli indios, i caboclos, i lebbrosi, i poveri. L'abbiamo eletto uomo più buono del Brasile per l'anno 1975".
Nel 1982, un anno prima di morire, Marcello ha istituito la Fondazione Candia per continuare a mantenere le opere da lui fondate; oggi la Fondazione finanzia più opere di quante ne ha lasciate Marcello. Indirizzo: Fondazione dott. Marcello Candia - Via P. Colletta, 21, 20135 Milano, tel. 02.546.37.89. Chiedere DVD e filmati, immaginette e il bollettino "Lettera agli Amici di Marcello Candia".
Per conoscere Marcello Candia: P. Piero Gheddo, "Marcello dei lebbrosi", la biografia che è un romanzo d'avventure e le sue "Lettere dall'Amazzonia", una lettura appassionante e commovente. Chiedere questi libri a P. Piero Gheddo, Pime, Via Monterosa, 81 - 20149 Milano.