Le donne del cardinal Ravasi
Una visione di donna stereotipata, usata per vendere. È una giustificata critica al video concepito dal Pontificio Consiglio della Cultura per presentare la prossima assemblea plenaria dedicata alle "Culture femminili: Uguaglianza e differenza". Ma le donne vere dove sono?
Dal 4 al 7 febbraio prossimi, il Pontificio Consiglio della Cultura avrà la sua Assemblea Plenaria, sul tema, scelto dal cardinal Ravasi, Culture Femminili: Uguaglianza e Differenza. La Plenaria vedrà quattro sessioni, dai titoli altisonanti (e chissà se ci sarà anche del contenuto…)
1) Tra uguaglianza e differenza: alla ricerca di un equilibrio
2) La “generatività” come codice simbolico
3) Il corpo femminile: tra cultura e biologia
4) Le donne e la religione: fuga o nuove forme di partecipazione alla vita della Chiesa?
Per l’occasione il Pontificio Consiglio ha pensato bene ad una chiamata collettiva delle donne, attraverso un video di circa due minuti. Bene, sedetevi, tenetevi forte e guardate il video qui. La giornalista del National Catholic Reporter, Phyllis Zagano, ha giustamente fatto una reprimenda al cardinal Ravasi.
Anzitutto il tentativo del cardinale di essere à la page risulta completamente fallito dal momento che «l’uso della sensualità per promuovere qualcosa è da tempo caduto in disuso in tutte le nazioni sviluppate». In effetti, da sempre ogni tentativo degli uomini di Chiesa di usare un “linguaggio” aggiornato si è rivelato un flop, perché di solito si arriva in ritardo di qualche anno, facendo una figura ridicola… Secondo limite del cardinale Ravasi: sempre il “sexy sell” «è totalmente inaccettabile nella maggior parte degli stati islamici». Che è come dire, che sarebbe il caso di allargare un po’ di più gli orizzonti: se si tratta di un invito a tutte le donne del mondo, così si tagliano in partenza il 30% delle donne del pianeta… Il cardinale è al corrente di come gira il mondo al di fuori dell’Italia?
Infine la stoccata più incisiva: «La verità è che mettere avanti una portavoce stereotipata non è il modo migliore di chiedere contributi da parte delle donne. O forse il Vaticano è convinto che le abilità intellettuali della donna emerga solo sul piano delle soap operas o della pubblicità di cosmetici?». Il video risulta un fallimento totale, perché sta già dando una visione ideale della donna, che altro non è che quella massmediatica, ossia nessuna donna reale. Il Pontificio Consiglio si è letteralmente appiattito su di una concezione della donna che si trova solo sullo schermo. In pratica: alla Plenaria si parlerà di aria fritta…
Phyllis Zagano suggerisce al cardinale altri soggetti che potevano e dovevano essere messi nel video promozionale, presi da storie reali di donne in tutto il mondo, come quella di Ghoncheh Ghavami, 25 anni, messa in isolamento 100 giorni con l’accusa di “propaganda contro il regime” per aver cercato di andare a vedere una partita di pallavolo maschile (tra l’altro Iran – Italia, ma sullo sport era più preparato il cardinal Bertone…); oppure Sameera Salih Ali al-Nuaimy torturata ed uccisa per aver criticato su Facebook il Califfato islamico.
O perché non Asia Bibi, che oltre ad essere un autentico campione della fede, è certamente figura della straordinaria capacità di tenacia e speranza della donna? Perché non migliaia di esempi di spose che provano ogni giorno ad essere fedeli, madri che corrono dietro ai loro figli da mattina a sera, suore che di dedicano a Dio e al prossimo, donne povere e maltrattate, che non perdono per questo la propria dignità ed il proprio contegno?
Donne troppo comuni, troppo legate a stereotipi non in linea con la fittizia apertura – ovviamente sempre facendosi scudo di papa Francesco, come si allude nel video – delle grandi menti del Pontificio Consiglio.