Le chiese nel mirino dei soldati RSF in Sudan
Gli attacchi alle chiese e agli edifici religiosi hanno lo scopo di lasciare i fedeli senza luoghi di culto e seminare l’odio religioso ed etnico
Si continua a combattere in Sudan. Si scontrano, per il controllo del paese, il generale Mohamed Hamdan Dagalo, leader di un esercito paramilitare, le Rapid Support Forces (RSF), e il generale Abdel Fatah Abdelrahman Al-Burhan, di fatto presidente del Paese dal colpo di stato militare del 2021. Dopo la secessione nel 2011 del sud cristiano, restano in Sudan, a maggioranza islamica sunnita, circa due milioni di cristiani. Come il resto della popolazione subiscono i danni della guerra. Ma la loro situazione è ancora peggiore perché succede che siano oggetto di attacchi mirati, in odio della fede. Il 10 gennaio è toccato alla sede principale della Chiesa evangelica presbiteriana di Wad Medani, capitale dello stato di Al Jazirah, che è stata intenzionalmente data alle fiamme. Il capi della Chiesa ritengono che la responsabilità sia da attribuire a degli estremisti islamici all’interno delle RSF o che le RSF lasciano agire. Il Pastore Youssif Matar, segretario generale della Chiesa, sostiene che lo scopo era eliminare le strutture locali della comunità cristiana. Il fuoco ha distrutto completamente la biblioteca e il salone principale. Non è escluso che l’azione abbia avuto anche lo scopo di seminare odio religioso e conflitti settari tra la popolazione. “Tra le fila delle RSF ci sono degli estremisti – racconta il Pastore Matar – ne ho incontrati alcuni nella capitale Khartoum e a Wad Medani e in entrambi i casi quando hanno capito che ero un Pastore mi hanno molestato”. Quello di Wad Medani non è il primo attacco ai cristiani. Lo scorso maggio a Khartoum dei soldati RSF hanno attaccato la chiesa di San Giorgio, una delle più antiche chiese copte del paese, e la chiesa della Vergine Maria e a novembre sono state bombardate la chiesa evangelica presbiteriana del Nostro Salvatore, ridotta in macerie, a Omdurman e una chiesa cattolica ad Al-Shajara, un quartiere di Khartoum.