Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Cecilia a cura di Ermes Dovico
Cristiani Perseguitati
a cura di Anna Bono
Pakistan

L’avvocato di Asia Bibi, Saif-ul-Muluk, e riuscito a mettersi in salvo lasciando il paese la mattina del 3 novembre

Minacciato di morte dai radicali islamici, l’avvocato di Asia Bibi, Saif-ul-Muluk, ha lasciato il Pakistan per sottrarsi alla loro vendetta e continuare la sua battaglia in difesa di Asia

 

Saif-ul-Muluk, l’avvocato di Asia Bibi, ha lasciato il Pakistan per sottrarsi alla vendetta dei radicali islamici che hanno giurato di ucciderlo. In una delle ultime interviste prima della partenza, il 2 novembre, aveva detto  di temere per la propria vita non avendo ottenuto protezione governativa. Alla Afp ha detto: “nello scenario attuale non mi è possibile vivere in Pakistan. Ho bisogno di restare in vita per proseguire la battaglia giudiziaria per Asia Bibi”. E la battaglia deve continuare, nonostante l’assoluzione. L’accordo tra governo pakistano e radicali islamici raggiunto la sera del 2 novembre impedisce infatti ad Asia di lasciare il paese e ammette il ricorso alla sentenza di assoluzione emanata l’8 ottobre dalla Corte Suprema. “Tutti si aspettavano la reazione violenta dei radicali – ha spiegato l’avvocato Muluk – ma quello che non mi aspettavo è la risposta del governo. Non sono capaci nemmeno di far applicare una sentenza della Corte più alta del paese”. Asianews nel riportare la notizia ricorda che il premier Imran Khan ha capitolato dopo aver in un primo tempo difeso la sentenza dei giudici e condannato la reazione degli islamisti definendola offensiva per l’Islam. Oggi molti giornali lo criticano, riferisce l’agenzia di stampa, e cita il quotidiano Dawn che in un editoriale afferma: “un altro governo ha capitolato di fronte agli estremisti religiosi violenti che non credono né alla democrazia, né alla costituzione”. Il discorso fermo pronunciato da Imran Khan giorni fa sembra “sia già condannato all’immondezzaio della storia”. Secondo l’avvocato Muluk Asia Bibi, non potendo espatriare, per avere salva la vita dovrà vivere sotto custodia permanente o in una prigione di sicurezza