L'attesa
«Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Lc 12,39-44
«Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi». Lc 12,39-44
“Dall’immagine tesa / Vigilo l'istante / Con imminenza di attesa”. E’ l’inizio fulminante di una poesia di Clemente Rebora: il cuore desto e l’orecchio teso. “Qualcosa d’inaudito è accaduto o accadrà”, diceva a se stesso Pavese dentro la noia dell’estate. Stiamo vigili non come di fronte all’incombere di una minaccia, ma davanti a una Presenza. E’ diverso vivere nella noia del vuoto, oppure nell’imminenza di un’attesa. L’attesa indica lo scopo e svela l’amore della vita. L’attesa suscita responsabilità e sveglia nuove energie che predispongono ad accogliere compiti anche più grandi, come dice il Vangelo. La vita, tutta la vita ci è data per scoprire e quindi riconoscere Colui che ci viene incontro in un abbraccio infinito. Non ci interessa se ci metterà a capo di qualcosa; ci interessa solo quell'abbraccio!