L’arrivo di migliaia di emigranti pone problemi di accoglienza in Indonesia
La Chiesa interviene in Indonesia per assistere migliaia di nuovi richiedenti asilo ospitati nel Centro di detenzione di Cengkareng
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Il crescente afflusso di emigranti sta determinando una emergenza umanitaria in Indonesia. Dall’inizio del 2018 ne sono arrivati 13.800. L’aumento, spiega padre Yustinus Sigit Prasojo Sj, direttore della Ldd-Kaj, l’organismo umanitario dell’arcidiocesi di Jakarta, “è legato alle speranze che i rifugiati ripongono in Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni) e Acnur (Alto commissariato Onu per i rifugiati) per l’accettazione delle loro richieste di asilo politico”. I richiedenti provengono soprattutto da Afghanistan, Pakistan, Iran, Iraq, Etiopia, Sri Lanka e Myanmar. In attesa della documentazione necessaria a ottenere asilo eventualmente anche in altri paesi, gli stranieri sono ospitati nel Centro di detenzione di Cengkareng, istituito dall’Agenzia per l’immigrazione che dipende dal ministero degli Affari legali e dei diritti umani. Il sovraffollamento della struttura, gestita in collaborazione con l’Oim e l’Acnur, crea problemi ai quali l’arcidiocesi di Jakarta cerca di porre rimedio, insieme ad alcune associazioni, fornendo servizi sanitari settimanali e quotidiane distribuzioni di cibo e di altri beni di prima necessità. La Ldd-Kaj e il Jrs, Jesuit Refugee Service, inoltre hanno costruito un rifugio temporaneo a Cisarura, nella reggenza di Bogor, dove, come spiega il direttore del Jrs Padre Thomas Susinto, “i rifugiati ricevono sostegno finanziario, alloggio e servizi sanitari”. Inoltre la struttura offre ai richiedenti asilo corsi di lingua inglese e indonesiana e presta assistenza legale per aiutarli a ottenere lo status di rifugiato.