L'altra metà del cielo che il Cristianesimo ha valorizzato
Il tema della considerazione e del ruolo della donna nella società attraversa i secoli ed è di grande attualità ancora oggi, come i recenti attacchi al Congresso Mondiale delle Famiglie di Verona hanno dimostrato con pregiudizi e falsità sopratutto riferite al Cristianesimo. Un libro di Francesco Agnoli e Maria Cristina Del Poggetto le smonta.
Il tema della considerazione e del ruolo della donna nella società attraversa i secoli ed è di grande attualità ancora oggi, come i recenti attacchi al Congresso Mondiale delle Famiglie di Verona hanno dimostrato. Eppure la realtà è che, al di là di tanto parlare, attorno a questo argomento vige una diffusa ignoranza storica, pur trattandosi di dati facilmente verificabili. A riunirli in un unico testo ci hanno quindi pensato Francesco Agnoli e Maria Cristina Del Poggetto, che hanno dato alle stampe il testo La metà del cielo – Breve storia, alternativa, delle donne, edito da La Vela.
Nel libro, denso nei contenuti ma nel contempo di agevole lettura, i due autori ripercorrono la condizione femminile attraverso i secoli, suffragando il loro excursus con la presentazione di diverse figure di donne che, lo si può dire, “hanno fatto la storia”: fondatrici di ospedali, studiose e letterate, filosofe, mistiche... E il punto di svolta da cui prende avvia il tutto, alla faccia della millantata misoginia della Chiesa, è la considerazione che è proprio con il cristianesimo che, per la prima volta, si afferma un modo di concepire la donna radicalmente differente da quello che era stato il pensiero romano e greco e da quella che ancora oggi è la visione nelle culture aliene alla Buona Novella. Nell’Antico e poi nel Nuovo Testamento si trova infatti espressa la uguale dignità dell’uomo e della donna e, anzi, «al cuore del Nuovo Testamento troviamo il “sì” pronunciato da una donna, Maria, “la seconda Eva”, cui è vincolata l’intera storia della salvezza e che è ritenuta degna di ospitare nel suo grembo Dio stesso». Inoltre, «il Vangelo è caratterizzato dalla presenza di numerose donne verso cui Gesù manifesta sempre una benevolenza inaudita» e «non di rado le virtù di queste donne (la pazienza, la perseveranza, l’amore) diverranno, soprattutto nella predicazione medievale e poi moderna, espressione di una forza superiore alla forza fisica degli uomini stessi, di una forza morale che anche i maschi devono perseguire».
Basterebbe questo per capire l’enorme cambiamento di veduta che il cristianesimo porta con sé e che va a riformare e riqualificare la vita personale di molte donne: le spose possono godere di un matrimonio monogamico, indissolubile (il che va anche a tutela delle donne sterili) e scelto liberamente; le vedove possono scegliere di non risposarsi; la decisione di abbracciare la vita religiosa, rimanendo vergini, diventa una possibilità accettata, e con essa il fatto che le donne possano studiare e dedicarsi al prossimo… e ad essere tutelate sono altresì le donne più piccole, ancora nel grembo materno o infanti, che vedono nella condanna dell’aborto e dell’infanticidio la loro salvezza. Tuttavia, illustrano ancora Agnoli e Del Poggetto, nel corso dei secoli le istanze portate avanti dal cristianesimo non sono state sempre recepite in eguale misura: se nel Medioevo, quando la religione costituiva un orientamento imprescindibile del vivere, la figura femminile ha visto una notevole fioritura (si pensi, semplicemente, alla poesia e all’arte dell’epoca), a partire dal «secol superbo e sciocco», come Giacomo Leopardi ebbe a definire il Settecento, con il progressivo abbandono di una visione cristocentrica, anche la donna è stata declassata: basti pensare alla misoginia portata avanti da Darwin, Broca, Lombroso… oppure all’ambivalente pensiero del comunismo e del nazionalsocialismo sulla donna.
I due Autori arrivano quindi in conclusione a fare cenno all’«universo estremamente variegato» del femminismo, all’interno del quale si registra anche il cosiddetto “femminismo della differenza”, che trova seguito anche tra le donne cattoliche e che costituisce una sorta di ritorno all’origine di questa alternativa storia in rosa: le donne sono diverse dagli uomini, e proprio qui risiede la loro preziosità.