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La "Z" di Zorro contro i cattivi rivoluzionari liberali

L’editrice ReNoir ha ripescato la trasposizione a fumetti delle avventure televisive dello Zorro disneyano e la ripropone in un grande volume deluxe. Interessante perché don Diego de la Vega, l’alias di Zorro, è un gentiluomo che combatte contro le ingiustizie in una situazione in cui i cattivi sono i rivoluzionari liberali. 

Cultura 13_04_2016
Zorro

Tutto si deve alla Primula Rossa, l’aristocratico inglese alleato dei vandeani che salvava i nobili francesi dalla ghigliottina. Imprendibile e maestro dei travestimenti, fu inventato da Emma Magdalena Rosalia Maria Josefa Barbara Orczy, che firmava fieramente i suoi romanzi come Baronessa Orczy. 

Il successo fu immediato e strepitoso (e il nome dell’eroe, da allora e per sempre, sinonimo di inafferrabilità), subito seguito da un celebre film con Leslie Howard e Merle Oberon. Al leggendario eroe si ispirò, per sua stessa ammissione, l’americano Johnston McCulley nel creare Zorro, personaggio divenuto immortale e portato sugli schermi tantissime volte. Ebbe il viso di Douglas Fairbanks, Tyrone Power, Antonio Banderas (per dire i più famosi). La Disney se ne impadronì presto, organizzando una lunga serie di telefilm con Guy Williams, il quale era in realtà l’italiano Armando Catalano. A Zorro, anche qui per sua stessa ammissione, si ispirò Bob Kane nel creare il suo Batman. Nel primissimo episodio, il piccolo Bruce Wayne (identità segreta dell’Uomo Pipistrello) vede uccidere i suoi genitori all’uscita del cinema dove davano appunto Zorro.

Il cerchio si chiude qui (per ora), cominciando da un vegetale (la Primula) e continuando con due animali, la Volpe (Zorro, in spagnolo) e il Pipistrello (Bat, in inglese). È probabile, tuttavia, che la Primula Rossa abbia ispirato anche il francese Fantômas, il quale ha ispirato l’italiano Diabolik. Tutti astuti, ubiqui, mascherati e maghi del travisamento. E adesso veniamo a noi. La impagabile ReNoir ha ripescato la trasposizione a fumetti che il grande cartoonist Alex Toth effettuò delle avventure televisive dello Zorro disneyano e la ripropone in grande volume deluxe. Perché ci interessa qui? 

Perché don Diego de la Vega, l’alias di Zorro, è un gentiluomo californiano che si muove nell’ambito del cattolicissimo impero spagnolo e combatte contro le ingiustizie perpetrate dal governatore locale. Il quale, disattendendo le regole giuste ed eque imposte dal viceré, angaria i poveri e la Chiesa. Zorro, come la Primula Rossa, nasce dunque come eroe “reazionario” (per usare un linguaggio volutamente provocatorio) in una situazione in cui i cattivi sono i rivoluzionari liberali (Robespierre nell’un caso e Monastario nell’altro). Il tratto del maestro Alex Toth è paragonabile a quello dell’Ivo Milazzo di Ken Parker, e non è detto che quest’ultimo non vi si sia ispirato. Prevede una padronanza assoluta delle espressioni e della figura, nonché della tecnica del bianco&nero. 

Ma se vi piacciono gli eroi classici e potabili ai lettori bussoliani, ecco un’altra chicca: L’uomo che uccise Lucky Luke. Lucky Luke, il pistolero «più veloce della sua ombra», è stato portato sugli schermi dal nostro Terence Hill (alias Mario Girotti) e, con maggiore efficacia e aderenza, da Alain Dujardin, premio Oscar per The Artist. Lucky Luke è nato come fumetto comico, perciò ci sorprenderà quest’avventura serissima firmata da Matthieu Bonhomme. Un unicum nel suo genere. 

 

Alex Toth, Zorro, ReNoir-NonaArteComics, pp. 240, €. 29,90.

Matthieu Bonhomme, L’uomo che uccise Lucky Luke, ReNoir-NonaArteBédé, pp. 65, €. 19,90.