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La voglia francese di guerra e la boutade del kit di sopravvivenza

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L’ultima delle mattane di Bruxelles ha il sapore di uno scherzo di carnevale fuori tempo: un kit di sopravvivenza che permetta ai cittadini di affrontare qualsiasi nuova crisi che potrebbe emergere. Compresa una guerra nucleare. 

Esteri 27_03_2025

Le pericolose scemenze della Commissione, meglio di alcuni Commissari europei, non finiscono mai. In particolare i Commissari ‘liberali’, su tutti le due portavoce del galletto francese: Hadja Lahbib (Commissario per l'uguaglianza e la gestione delle crisi) e Kaja Kallas (Alto rappresentante e Vice presidente della Commissione per la politica estera e di sicurezza), quest’ultima impegnata quotidianamente a smantellare ogni progresso nei colloqui di pace tra USA, Russia e Ucraina. Le due madame appaiono sempre più allineate ai desiderata del soldatino di ferro Emmanuel Macron che, negli ultimi mesi, per superare la crisi di popolarità in patria, non fa altro che rilanciare la corsa per gli armamenti ed i pericoli per la sicurezza in Europa ed inventarsi pericoli imminenti per la sicurezza dei cittadini. 

L’ultima delle mattane di Bruxelles è stata presentata ieri ed ha il sapore di uno scherzo di carnevale fuori tempo: il kit di sopravvivenza. L'UE vuole che ogni Stato membro sviluppi un kit di sopravvivenza per 72 ore che permetta ai cittadini di affrontare qualsiasi nuova crisi che potrebbe emergere. L’iniziativa fa parte della strategia europea per essere pronti ad ogni evenienza, pandemia o guerra o eventi catastrofici continentali, nell’ambito della quale si chiede anche un maggiore stoccaggio di forniture essenziali e una migliore cooperazione civile-militare. 

La strategia presentata ieri, 26 marzo, comprende un elenco di 30 azioni concrete che, secondo la Commissione, gli Stati membri dell'UE devono adottare per aumentare la loro preparazione contro potenziali crisi future, che vanno dai disastri naturali agli incidenti industriali, fino agli attacchi da parte di malintenzionati nei settori informatico o militare. «Nell'Unione europea dobbiamo pensare in modo diverso perché le minacce sono diverse, dobbiamo pensare in grande perché anche le minacce sono più grandi», ha detto ai giornalisti Hadja Lahbib, Commissario per gli aiuti umanitari e la gestione delle crisi, che ha anche postato un video bizzarro sui suoi social media, sul contenuto di sopravvivenza nella sua borsetta: occhiali, acqua per bagnare le piante, documenti e coltellino svizzero multiuso. Uno scherzo? Per nulla! La Commissione esorta gli Stati membri a garantire che i cittadini dispongano di un kit di emergenza che consenta loro di essere autosufficienti per almeno 72 ore nel caso in cui vengano esclusi dai rifornimenti essenziali. 

Uno dei punti chiave della strategia di sopravvivenza è l'aumento delle scorte di attrezzature e forniture essenziali, come vaccini, medicinali e attrezzature mediche, materie prime critiche per consentire la continuazione della produzione industriale di attrezzature strategiche e attrezzature energetiche. Bruxelles ha già presentato nelle scorse settimane proposte per aumentare le scorte di medicinali critici e minerali essenziali, una competenza che spetta agli Stati membri. Ci saranno altri acquisti centralizzati di materiali e attrezzature sanitarie come per i vaccini, così da replicare un altro scandalo Pfizer? 

Perché una migliore cooperazione civile-militare è essenziale, secondo la Commissione, per la strategia dell'Unione europea in materia di preparazione agli eventi imprevisti, catastrofici o emergenziali? Per affrontare efficacemente «minacce moderne e complesse, come la guerra ibrida, gli attacchi informatici e le potenziali aggressioni armate, l'UE ha bisogno di una cooperazione senza soluzione di continuità tra autorità civili e militari e condurre regolarmente esercitazioni di preparazione globale a livello dell'UE per testare il processo decisionale e il coordinamento». E’ un puro caso che oggi, come nelle scorse settimane, il nuovo "napoleone" di Parigi stia in ogni modo accelerando le iniziative per la creazione di una difesa volontaria europea, ben distinta dalla NATO? 

E’ un puro caso che la Francia abbia già introdotto l’obbligo di un kit di sopravvivenza (qui l’immagine esplicativa del volantino inviato) per i propri cittadini, chiedendo di attrezzarsi  per una emergenza di 72 ore con cibo, acqua, medicine, una radio portatile, una torcia elettrica, batterie di riserva, caricabatterie, denaro contante, copie di documenti importanti tra cui prescrizioni mediche, chiavi di riserva, vestiti caldi e utensili di base come coltelli multiuso? 

Non finirà tutto con una risata perchè ci attende anche il manuale di sopravvivenza, in preparazione della devastante voglia di guerra che da Parigi soffia in tutto il continente. Secondo quanto riferito nei giorni scorsi da alcuni autorevoli fonti di informazione, Parigi si prepara ad inviare ai cittadini, entro l’estate, un manuale diviso in tre parti distinte: una sezione destinata ad aumentare la solidarietà quando si tratta di proteggere se stessi e i vicini; una parte che illustra le azioni da intraprendere in caso di minaccia imminente, con tanto di numeri di emergenza, le frequenze radio e suggerimenti su come chiudere tutte le porte in caso di incidente nucleare ed infine una parte di cui spiega ai cittadini come iscriversi a una forza di riserva, sia essa militare o comunale. 

Prepariamoci, perchè Bruxelles ci imporrà presto di attrezzarci come novelli Robinson Crusoe e iscriverci a protezioni civili o bande armate riserviste, così tanto per instillare insicurezza, diffondere l’idea di pericoli imminenti e, naturalmente, imporci la necessità del centralismo europeo. Non c’è più nessuno in grado di suonare la campanella di fine ricreazione a Bruxelles?