Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Cristo Re a cura di Ermes Dovico
SCHEGGE DI VANGELO

La violenza e la pietà

E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». (Mc 6,17-29)

Schegge di vangelo 29_08_2014
Vangelo

In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro. (Mc 6,17-29)

Si può uccidere per capriccio, per tirannia, per superbia. Si può uccidere per invidia. Il santo, l’eroe, l’uomo intero provocano una gelosia rabbiosa che suscita rabbia fino alla violenza. E’ accaduto a Giovanni Battista, prototipo di ogni martire. Sta ancora accadendo a tanti cristiani e ad altri uomini, presi di mira solo per la loro diversità e forse per l’intensità e bellezza della loro umanità. Satana non sopporta il bello, il bene, la convivenza pacifica dei diversi, la collaborazione di quanti dovrebbero essere nemici e invece vivono da fratelli. Che cosa domandare se non il bene rinasca, almeno come accade nel gesto pietoso dei discepoli del Battista che seppelliscono il maestro?