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L'ITINERARIO

La Via Crucis nel veronese

L'antica Pieve di San Giovanni, che fin dal IX secolo assicurava il conforto dei sacramenti, è una meta per vivere la Quaresima.

Visto e mangiato 24_03_2012
Bovolone

opera artePur non essendo lontani da Verona, molto probabilmente i nomi di paesi quali Bovolone, Concamarise, Salizzole e Bionde di Visegna sono sconosciuti ai più. Eppure vale la pena di prendere in considerazione una visita, perché a cinque chilometri dal centro di Bovolone, e quasi alla medesima distanza dei borghi appena citati è ancora visibile, nella pace di una splendida campagna, l’antica Pieve di San Giovanni, che fin dal IX secolo assicurava il conforto dei sacramenti ai dispersi nuclei abitativi del contado.    

Il complesso altomedievale venne distrutto da un terribile terremoto nel 1117 e oggi possiamo visitare la chiesa romanica a navata unica, il campanile ricostruito nel corso del Cinquecento - quando tutto il complesso venne nuovamente restaurato - e soprattutto il bellissimo battistero di forma ottagonale, al cui interno recenti scavi hanno messo in luce l’originario fonte battesimale ad immersione.

Agli inizi dell’Ottocento la chiesa venne trasformata in abitazione rurale, e, benché oggi sia stata restaurata e resa disponibile al culto, gli affreschi che dovevano decorarne le pareti sono pressoché interamente perduti. Nella zona absidale sinistra restano tracce di un’immagine di Cristo Giudice e di una Madonna del Latte.

Ritorniamo quindi al Battistero, che invece non ha mai perso la sua destinazione originaria, anzi si è arricchito, a partire dal 1792, di una struttura croce greca destinata a presbiterio, coro e piccola sacrestia.

L’esterno costruito in cotto non ha perduto la semplice ed elegante austerità dell’originaria fabbrica romanica, mentre l’interno, recentemente restaurato, ci propone un apparato decorativo assolutamente inaspettato, dovuto alla volontà dei frati minori francescani, cui venne affidata la Pieve nel 1525. Le pareti sono coperte di affreschi, che in due registri sovrapposti raccontano episodi della vita di San Giovanni Battista ed episodi della Passione di Cristo, unendo teologicamente la rinascita grazie al Battesimo e il mistero della Resurrezione. Al sommo della volta troneggia la gloria di Dio Padre e gli spazi non interessati dalla narrazione vengono riempiti con decorazioni a festoni e ghirlande. La ricchezza iconografica è supportata da una qualità pittorica notevole, per padronanza degli schemi prospettici e vivacità cromatica, che denota la mano di un maestro di indubbio livello, che un graffito nel riquadro con il Bettesimo del Battista identifica come Fava Borterin, pictor norcensis. Nell’addizione di fine settecento compaiono altri affreschi attribuibili a Marco Marcola e alla sua bottega, che alleggeriscono con leggiadria rococò il più impegnato ciclo cinquecentesco.

Il complesso resta uno straordinario esempio di eccellenza pittorica assolutamente inattesa per l’isolamento del luogo, che tuttavia, grazie alla presenza francescana, dalla seconda metà del Cinquecento doveva essere divenuto tappa abituale di Vie Crucis quaresimali.
       
   
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