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COALIZIONI FRAGILI

La "verifica", espediente del governo per sopravvivere

Il voto sul Mes e la Manovra sono ulteriori dimostrazioni di un governo tenuto assieme artificialmente da due partiti in disaccordo su tutto. Si parla di una prossima "verifica" a gennaio. Ed è un modo per rimandare, mettere le mani avanti e sperare di tirare la legislatura fino al prossimo anno. E forse fino alla riforma elettorale verso il proporzionale. 

Politica 11_12_2019
Conte e Di Maio

Oggi -mercoledì 11 - in Parlamento si vota sul Mes (il Fondo europeo salvastati) col centrodestra schierato compattamente contro, e la maggioranza dilaniata da polemiche che si trascinano da settimane. Il rischio di un crash per il governo è fortissimo.

I capi dei partiti rossogialli stanno cercando fino all’ultimo di scrivere una mozione che possa convincere i propri parlamentari, mettendo dentro un pò di tutto e soprattutto molta ipocrisia e molto doppiogiochismo. D’altra parte l’approvazione del Mes è indispensabile per il PD per dimostrare non solo il proprio europeismo, ma anche di aver portato il governo su posizioni europeiste. Ma nei 5Stelle è altrettanto forte la paura di apparire troppo europeisti e di perdere ulteriori consensi populisti nei confronti della Lega.

Se la mozione non passa, tutto può succedere (anche che facciano finta di nulla e derubrichino quanto successo a incidente di percorso). Ma anche se passasse per pochi voti, le polemiche roventi di queste settimane hanno mostrato quanto la maggioranza sia sfilacciata, spaccata, divergente nelle prospettive, incapace di trovare un ragionevole alto compromesso che le permetta di salvare la faccia davanti alle Istituzioni europee e agli elettori italiani. Un governo tenuto insieme con lo scotch, si sarebbe detto una volta!

È in questo clima ed è per questi motivi che i quattro partiti di sinistra hanno lanciato la parola d’ordine della ‘verifica di gennaio’, e a questa si è aggrappato soprattutto il Presidente del Consiglio, che avverte bene le tensioni centrifughe che rendono debolissimo il suo governo. Peccato per loro che gennaio, incredibilmente, sia ancora lontano: c’è una Manovra da approvare in tempi strettissimi, e con la vergogna di impedire il dibattito alla Camera e di ricorrere a man bassa a voti di fiducia (voti di fiducia che per i 5Stelle erano una vergogna e un sopruso quando a chiederli erano gli ‘altri’). Non sarà una passeggiata priva di insidie! E peccato che la parola stessa ‘verifica’ riporti clamorosamente indietro ai tempi della prima Repubblica, ed evochi tensioni fortissime tra i partiti, che solo un faticoso e non breve lavoro di verifica e messa a punto può tentare di risolvere (e in genere, nella prima repubblica ogni verifica, anche se riuscita, durava poco e portava presto a nuove verifiche e a una vera crisi).

Ma in questo caso parlare di verifica a gennaio, e di cronoprogramma, come fa Conte, serve anche a dire che questi primi tre mesi del governo sono stati una prova, un rodaggio, e che l’azione innovatrice vera si vedrà da ora in poi. Una pia illusione, ovviamente, con tutti i problemi aperti, ma indispensabile. Serve a mettere le mani avanti per cercar di garantire la sopravvivenza del governo anche in caso di sconfitta in Emilia il 26 di gennaio.  Serve a convincere che val la pena proseguire, serve a fermare i possibili fautori di elezioni anticipate (da Renzi a settori del PD), perchè si sono scritti nero su bianco alcuni nuovi ’convincenti’ obiettivi. Su questo scenario si vedrà la capacità o meno di Conte di persuadere i propri soci, di esercitare un’autorevolezza che finora non si è mai vista.

È una strategia debole, ma è anche obbligata. Se la verifica non riesce, magari accompagnata da una sconfitta in Emilia, le elezioni anticipate saranno una débacle per l’attuale maggioranza. Se invece Conte, con l’aiuto di qualche miracolo, riesce a far sopravvivere il suo governo, magari per tutto l’anno prossimo, l’onda lunga del centrodestra potrebbere perdere forza, e le prospettive cambiare. Intanto si è tornati a parlare di legge elettorale, Zingaretti ha abbandonato la prospettiva maggioritaria per convertirsi al proporzionale che rende più incerta la vittoria del centrodestra, Salvini fa filtrare di esser disponibile a discutere nella speranza di accelerare il tempo delle elezioni. Ma su questo, chiaramente, uno dei due si illude...