La Vergine miracolosa, patrimonio dell'umanità
Il Santuario della Beata Vergine dei Miracoli di Saronno, in provincia di Varese. è inserito nella lista dei beni patrimonio dell’Umanità stilata dall’’Unesco. Venne costruito in segno di ringraziamento per una guarigione miracolosa ottenuta dopo una preghiera alla Vergine. La prima pietra del Santuario venne posta nel 1498.
Sulla porta che mette in comunicazione la chiesa della Beata Vergine dei Miracoli di Saronno con il chiostro adiacente, è scolpita l’iscrizione che ricorda la posa della prima pietra nel maggio 1498. “ ..se brami guarire, va’ alla cappella di strada Varesina, edifica una chiesuola là dove sorge il simulacro della Madonna, i mezzi non mancheranno giammai…”. E queste, una trentina di anni prima, erano state le parole della Vergine a un giovane di nome Pedretto. che aveva chiesto di costruirle una piccola chiesa che i Saronnesi decisero, successivamente, di trasformare in un tempio degno di tale richiesta, dove custodire la venerata statua .
Diverse furono le fasi di edificazione. Si attribuisce il progetto iniziale a Giovanni Antonio Amadeo, sicuramente artefice dell’elegante tiburio bramantesco, decisamente rinascimentale, sormontato da lanterna. Il crescente numero di fedeli e devoti che accorrevano a Saronno da ogni luogo rese necessario un ampliamento dell’edificio: l’aggiunta delle tre navate del corpo longitudinale trasformò la primitiva pianta a croce greca in croce latina. Dei lavori si fece scrupoloso promotore lo stesso san Carlo Borromeo che volle destinare il Santuario principalmente al sacramento della Riconciliazione, chiedendo che fosse sempre presente, a questo scopo, un significativo numero di sacerdoti.
Tra il 1511 e il 1516 Paolo della Porta innalzò il campanile, considerato tra i più belli di Lombardia e a lungo preso come modello per altre torri campanarie. A cavallo tra il XVI e il XVII secolo venne poi realizzata, su disegno di Pellegrino Tibaldi, la solenne e maestosa facciata, ispirata a canoni classici. In un tripudio di motivi ornamentali, lesene, colonne, sculture e balaustre, due grandi cariatidi affiancano il portale principale attraverso cui si accede allo spazio sacro, di squisite forme barocche, per decorare il quale si succedettero, nel tempo, artisti di grande livello. Il programma iconografico da questi eseguito celebra, nel complesso, la figura e il ruolo di Maria.
Al leonardesco Bernardino Luini, attivo a Saronno dal 1525, si devono gli affreschi dell’abside, del presbiterio e le scene sottostanti la cupola. Sono episodi della vita della Vergine, raccontati con vivace vena narrativa, dovizia di personaggi immersi, con estrema perizia prospettica, in una calda atmosfera. La morte improvvisa del maestro, nel 1532, comportò il coinvolgimento di un altro importante pittore, il piemontese Gaudenzio Ferrari, che proseguì la decorazione della cupola. Il suo splendido Concerto Angelico, che occupa tutta la superficie della calotta, è una festa di cherubini che suonano una varietà sorprendente di strumenti musicali e culmina nella visione del Padre Eterno, circondato da putti gioiosi, entro un sole raggiato.
É questo il punto di arrivo della Vergine, rappresentata plasticamente, tra Profeti e Sibille, alla base della cupola. Le statue, scolpite nel 1535 da Giulio Oggioni e dipinte da Alberto da Lodi, lì collocate dal lontano 1544, sono state recentemente spostate in attesa di restauro. Il Santuario della Beata Vergine dei Miracoli è inserito nella lista dei beni patrimonio dell’Umanità stilata dall’’Unesco.