Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
L’EREDITÀ DI MONS. NEGRI

«La tragedia della Chiesa è che non è più capace di educare»

Con il titolo “Rimettere al centro Cristo e lui solo” (Edizioni Nerbini) sono stati raccolti in volume gli Esercizi spirituali tenuti nel 2016 da monsignor Luigi Negri alle monache di Valserena: un aiuto a vivere in modo consapevole l’esperienza cristiana in un mondo che si sta sempre più allontanando da Dio.  

Cultura 27_09_2024

Cos’è la Chiesa oggi? Per tanti che ancora la frequentano solo per chiedere per i figli i sacramenti e dopo che li hanno avuti poi si disinteressano, «figli che spesso arrivano alla prima lezione di catechismo che non sanno né fare il segno della Croce né dire l’Ave Maria», la Chiesa «è ridotta a un aspetto di immagine sociale». Monsignor Luigi Negri, già vescovo di San Marino e arcivescovo di Ferrara, salito al Cielo il 31 dicembre 2021, negli Esercizi spirituali di otto anni fa alle monache di clausura di Valserena (Pisa) non usa toni sfumati. Con la sua abituale franchezza, mette in luce che nella nostra società il cristianesimo viene spesso considerato «come fosse una tra le tante opzioni, quasi un articolo religioso in vendita, magari anche a buon prezzo». Proseguiva con la domanda: «Io devo amministrare la cresima secondo i tempi e i ritmi voluti dai genitori, che mettono l’insegnamento catechistico fra le infinite cose con cui hanno consumisticamente riempito la vita dei figli (lo studio dell’inglese, la danza, lo sport)?». Genitori che pretendono di sapere «con grande anticipo la tempistica: bisogna pure prenotare i ristoranti, almeno un anno prima!». Concludeva: «Non possiamo più consentire queste cose. Non escludiamo nessuno, ma non possiamo accettare che l’annuncio della fede conviva con una concezione umana e morale radicalmente anticristiana”. E la Chiesa, questa è la vera tragedia, deve “ritrovare la sua capacità di educare».

Quegli Esercizi, predicati dal 29 febbraio al 4 marzo 2016, Anno Santo della Misericordia, sono stati ora trascritti e raccolti in volume con il titolo Rimettere al centro Cristo e lui solo (Edizioni Nerbini, a cura di Giulio Luporini). Come ha sottolineato nella prefazione il vescovo di Pavia monsignor Corrado Sanguineti, che ha avuto Negri come «padre e maestro, amico e fratello», sono lezioni che costituiscono «un percorso affascinante, una sintesi matura» del suo pensiero, frutto di «anni intensamente vissuti nella sequela e nel servizio autorevole della vita del movimento di Comunione e Liberazione, nella sua lunga docenza in Università Cattolica, nel suo ministero di prete e di vescovo». Il cammino proposto è rivolto a chiunque «vuole essere aiutato ad afferrare la bellezza e l’intensità di vita, la dilatazione della ragione e dell’affezione che Cristo rende possibile, nell’esperienza presente della Chiesa, pur dentro i suoi limiti umani e storici». Per Maria Francesca Righi, badessa del Monastero cistercense di Nostra Signora di Valserena, nelle pagine che ripropongono il ritiro - «ultimo regalo di un amico» - è possibile «ritrovare l’esperienza di un testimone, capace di dare la sua originale e personalissima luce non solo sugli ultimi anni ma sulla storia della Chiesa dal XX secolo fino all’affacciarsi nel terzo millennio». È «la testimonianza umile e consapevole di chi non si concepisce come protagonista, ma che rimanda con semplicità all’unico Protagonista».

Le meditazioni di Valserena partono da una messa a fuoco del concetto di «memoria di Cristo» che subisce oggi, «anche da parte di tanto mondo cattolico, una riduzione psicologistica, individualistica, sentimentale». Ma la riduzione peggiore è di tipo moralistico, «conseguenza della concezione anticristiana della vita che ormai domina». Esemplifica Negri: «Laddove il cristianesimo è trattato ancora con un certo rispetto, il cristiano è colui che fa del bene». E questo al potere fa comodo, «dal momento che, se i cristiani fanno il bene, gli altri possono fare impudicamente il male». Così i credenti «finiscono per togliere le castagne dal fuoco a una società che, facendo tanto male, non sa come risolverne le conseguenze». Un giudizio acuto e attuale, perché «se c’è questa ‘croce rossa’ del mondo che si chiama Chiesa, tanto meglio per tutti». Cos’è allora davvero la Chiesa? Per capirlo, partiamo dal concetto di “amicizia cristiana”, che «non è un’amicizia naturalistica o sentimentale, ma innanzitutto un sentirsi e un trovarsi amici di Cristo». È la Pentecoste che «rivela definitivamente il mistero di Cristo e fa nascere la Chiesa». Il Figlio di Dio fatto uomo, morto in croce per la nostra salvezza e vincitore della morte, non rimane confinato nel passato come uno sbiadito ricordo e non si riduce a spunto per azioni umanitarie: è una presenza viva, a noi contemporanea, e se ne fa esperienza, lo si incontra, solo nella Chiesa, «la continuità di Gesù Cristo» nella storia.

Nella Chiesa, come ha sottolineato Romano Guardini (uno dei tanti punti di riferimento di Negri, con Tommaso d’Aquino, Pascal, Papini, Guitton, Wojtyla e Ratzinger), «la persona diventa se stessa», così che «la vita umana non si muove più secondo le dimensioni della natura, ma è chiamata a partecipare alle dimensioni nuove che soltanto Cristo è in grado di offrire agli uomini». Per questo è essenziale «riprendere la devozione alla Chiesa, non la devozione affettiva e sentimentale, ma quella culturale e intellettuale». Infatti «occorre capire e fare capire che la Chiesa è necessaria per la fede. Se non abbiamo devozione per la Chiesa, scompare Cristo». La Chiesa tuttavia «non può limitarsi a incontrare gli uomini, ma deve avere come preoccupazione la maturazione dell’incontro», cioè «far nascere nel cuore degli uomini la fede», che non è altro che «il riconoscimento esplicito che la presenza di Cristo è, per la propria vita, più essenziale di quanto ciascuno non sia per se stesso». Con uno sguardo ampio al tempo che viviamo, e perciò al compito che ci attende, emerge un giudizio chiaro. «Noi siamo le vittime di un terribile errore che - almeno nella cristianità occidentale - è stato compiuto dalla seconda metà del secolo XIX in poi: la separazione tra fede e cultura». Che fare? «Dobbiamo cominciare un cammino con i giovani o con i meno giovani per la scoperta integrale della novità cristiana. E la prima novità che la fede porta è una testa diversa».

La struttura del libro segue l’andamento degli Esercizi: nove capitoli che corrispondono alla premessa e alle otto lezioni, in cui si affrontano anche temi come la carità, la missione, il rapporto tra carisma e istituzione, la misericordia. Chiude il volume un’appendice con due testi: l’intervento di Monica Della Volpe, badessa emerita di Valserena, al convegno Fede ragione missione in onore di Negri, tenuto a San Marino il 25 novembre 2023, e l’omelia del vescovo emerito di Reggio Emilia mons. Massimo Camisasca alla messa in suffragio del 3 febbraio 2024 nella chiesa milanese di Santa Maria degli Angeli e San Francesco.

Il libro di monsignor Luigi Negri Rimettere al centro Cristo e lui solo è disponibile nelle librerie da ottobre, ma potrà essere acquistato in anteprima alla Giornata della Bussola del 28 settembre presso la Comunità Shalom a Palazzolo sull’Oglio (Brescia).