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FIORIRE D'INVERNO

La Toffa, il cancro e il Natale di Gesù

Quando Nadia Toffa ha osato dire che il cancro poteva essere un dono sono piovute critiche e attacchi da ogni dove. Eppure, la vicenda che la conduttrice de Le Iene ancora oggi racconta, ci ricorda chiaramente che il dolore può essere la porta che conduce ad una gioia più vera e ad un amore più grande. Ma forse è proprio questo che scandalizza: un Dio che si fa carne per guarire le ferite del nostro male e che viene a salvarci.

Editoriali 18_12_2018
NADIA TOFFA

La vita è un dono. Anche quando non è “al top”, anche quando non è perfettamente come la vuoi. La vita è un dono. Anche quando la sofferenza fa capolino, anche quando sei nel dolore. Anzi, molto di più: la vita può esplodere di gioia e di gratitudine proprio nel bel mezzo di una durissima prova. E può esserci così tanta gioia in questa vita da farti scappare di bocca che, persino il cancro, “può diventare un dono”.

Ci sarebbe davvero di che esultare. Ci sarebbe da correre a domandare il segreto di tanta grazia, che permette ad una giovane donna di pronunciare parole di speranza così travolgenti. E invece Nadia Toffa, la conduttrice delle Iene che da un anno sta combattendo come una leonessa contro il suo male, è stata letteralmente sommersa da critiche e feroci attacchi da ogni parte, anche in casa cattolica. Tanto che, come se non avesse altro a cui pensare, si è trovata costretta, suo malgrado, ad un’infinità di spiegazioni e rettifiche.

Ebbene, la vicenda in sé risale a qualche tempo fa, ma vale la pena tornare sull'argomento. Innanzitutto verrebbe da chiedersi da dove proviene tanto odio e perché questo mondo non vuole più tollerare chi accetta il dolore e ne abbraccia la sfida, ma lasciamo volentieri la polemica alle spalle. Perché qui si tratta invece di scoprire la vera notizia, quella che la furia mediatica ha buttato via senza ritegno. Ovvero: come è possibile che una conduttrice televisiva giovane e di successo ha “cambiato completamente vita” diventando una persona ancora “più felice di prima”? E come è possibile che tutto questo sia accaduto nel giro di pochi mesi, proprio quelli del terribile cancro?

“Certo che preferisco il sole, ma quando ci sei in mezzo scopri che anche la neve ha la sua bellezza, e invece, se fosse stato per me, magari non l’avrei mai fatta cadere”. Inizia a spiegarlo così, Nadia Toffa, quello che le è accaduto: poche parole e l’immagine di un fiore che, mentre tutti gli altri muoiono, torna alla vita sbocciando in mezzo al gelo. “Fiorire di inverno”, appunto, è il titolo del libro in cui la giornalista racconta cosa le sia accaduto da quel fatidico 2 dicembre 2017, giorno in cui la Toffa precipita a terra senza coscienza nella Hall di un albergo di Trieste, dove si era recata per girare un servizio. Da quel momento in poi sarà per Nadia un susseguirsi di eventi drammatici: dopo la prima operazione d’urgenza con relativi cicli di radioterapia e chemioterapia e dopo la concreta speranza di una guarigione, la conduttrice delle Iene dovrà sopportare il duro colpo di una recidiva, a soli tre mesi dalla scoperta del male. Il che significherà altre operazioni e numerosi cicli di cura (in corso ancora oggi), oltre a tanta, tantissima sofferenza.

Eppure, proprio mentre l’inverno del suo dolore si fa sempre più rigido, Nadia scopre nel cuore un calore mai conosciuto prima: “La malattia, il dover stare a casa per così tanto tempo, l’aver bisogno di aiuto – spiega la nota giornalista - mi hanno costretto a riprender contatto con la mia parte più tenera e indifesa, quella più umana. Era come se mi fossi dimenticata che la fragilità non è una debolezza, ma è la condizione dell’essere umano. Ed è proprio lei che ci protegge, perché ci fa ascoltare quello che proviamo, quello che siamo nel corpo e nel cuore”. Non solo: è proprio lì, in mezzo alla neve, che iniziano a sbocciare miracolosamente un’infinità di gemme: l’amore, la gratitudine, la fiducia, l’umiltà, la gioia vera… Giorno dopo giorno, Nadia riceve in dono una nuova Nadia, più bella e vera di quella che lei stessa si era cucita addosso sin da bambina: “La malattia mi restituisce pezzi interi di infanzia, le carezze, l’abbandono, l’affidamento. L’autonomia che per tutta la vita ho ostinatamente perseguito, il non aver bisogno di nessuno si sono frantumati contro la realtà degli interventi, delle terapie, dei tempi di ripresa che non posso controllare e che decidono della mia giornata”.

E’ una nuova Nadia che più profondamente impara ad amare e che finalmente si lascia amare, riscoprendo la bellezza degli affetti più cari: “Adesso è mamma che si prende cura di me. Si occupa lei delle medicine perché io sono negata, ho un elenco lunghissimo e mi perdo. Se non ci fosse mia madre non saprei cosa fare, lei è precisissima ed è bravissima. E sapete cosa mi ha detto? Mi ha detto: “Nadia, finalmente posso darti una mano e aiutarti!”. Io non ho mai voluto chiedere niente, sono sempre stata troppo indipendente, mentre adesso mia madre mi ringrazia perché finalmente può fare qualcosa per me, può darmi una mano e starmi vicina”. E una nuova Nadia che vive ogni istante presente come un regalo inestimabile e che apre il suo cuore alla vera gioia: “La gioia ci stupisce tanto, a me basta vedere i miei nipotini che sorridono nonostante la zia sia malata. Loro non sanno (del cancro, ndr), ma hanno capito tutto, perché i bambini ti leggono negli occhi: loro mi sorridono! Allora io li guardo e penso: che bella la vita! Che bello essere qua con loro! Che bello, che dono poter esserci ancora! Quando hai il cancro sai che domani puoi non esserci più…Davvero ti cambia tutta la vita!”.

Ma la cosa che più commuove è vedere Nadia entrare nello studio televisivo di una nota trasmissione, cercare subito la camera e professare con urgenza al pubblico: “Credetemi il Signore non è cattivo, lui non ci vuole vedere soffrire, lui ci vuole contenti!. E’ l’intervista in cui la Toffa annuncia a tutti che il tumore è tornato, che non sa se guarirà. E' l’intervista in cui si vede una Nadia diversa, gonfia in viso per via del cortisone, provata dal dolore, ma con gli occhi pieni di un’insolita luce. L’intervista sarà breve, ma lei lo ripeterà in continuazione: “Io credo in Dio e penso che non sia crudele”. Perché, spiegherà al pubblico con fiducia: “Lui ci stimola per farci imparare, per farci migliorare, per essere delle persone migliori. Bisogna imparare dalla vita. Il Signore ci mette di fronte a sfide che possiamo affrontare, questa è la mia sfida. Io all'inizio mi chiedevo in continuazione: perché proprio a me? Diciamocelo pure: il cancro non lo vuole nessuno e quando arriva è una brutta notizia. (…) Però, poi mi sono detta: ma perché non a me? Davvero: perché non a me? E' pieno di bambini che muoiono al primo giorno di vita… questo è il mio dolore e io lo devo portare, è il mio fardello. Il Signore mi ha dato questa sfida ed io ce la sto mettendo tutta, combatto. Ci sono voluti mesi, non è stato facile, ovviamente ho pianto, mi sono ribellata, ho sofferto tanto, c’è voluto molto tempo per poter trasformare questa mia domanda. (...) Ci sono voluti mesi di dolore, di introspezione, di sofferenza, ma non bisogna mollare mai, mai! Perché non siamo soli! (...) Lo voglio dire davvero a tutte le persone che soffrono: non siete soli! Non siamo soli!”

Pare incredibile eppure è la stessa Nadia che, solo pochi mesi prima, sotto gli stessi riflettori ed in favore delle stesse camere, aveva affermato di non credere in Dio ma “in un concetto più ampio” e di non affidarsi alla “preghiera religiosa, ma a dei pensieri miei”. Eppure, proprio in quell’occasione, qualcosa già era accaduto: la conduttrice aveva raccontato che durante la primissima operazione un caro amico le si era avvicinato e le aveva sussurrato all’orecchio una Ave Maria, un Padre Nostro affidandola all’Angelo Custode e a tutti i Santi. Così lei aveva ripetuto in cuor suo quelle preghiere. In quel preciso momento la strada del dolore per Nadia era solo all’inizio, ma all’Amore tanto è bastato per iniziare a spianare le strade e cominciare a preparare quel cuore alla Sua venuta. Perché, sarà anche scandaloso per il mondo di oggi, dire che il cancro può essere un dono, ma lo è ancor di più credere in un Dio che si fa carne proprio per entrare nelle ferite più dolorose del nostro male e per guarirci sin nel profondo. E’ il Dio Amore che fa di tutto per conquistare i nostri cuori e che ha brama di regalare a tutti la Salvezza. Con l'augurio di accoglierLo sempre di più, Buon Natale di Gesù cara Nadia!