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L'UDIENZA DEL PAPA

«La società vive grazie alla preghiera degli anziani»

Se la settimana scorsa il Papa aveva denunciato la «società perversa» contemporanea che «scarta» gli anziani, nell'udienza di questo mercoledì ha sottolineato il ruolo positivo degli anziani, affermando che la preghiera di tanti cristiani anziani è il segreto stesso della sopravvivenza della società. 

Ecclesia 11_03_2015
Papa Francesco

Nell'udienza generale dell'11 marzo 2015, Papa Francesco - nell'ambito del ciclo sulla famiglia - ha proseguito le sue catechesi sugli anziani. Se la settimana scorsa il Papa aveva denunciato la «società perversa» contemporanea che «scarta» gli anziani, in questa udienza ha sottolineato il ruolo positivo degli anziani, affermando che la preghiera di tanti cristiani anziani è il segreto stesso della sopravvivenza della società.  Riprendendo il tema della settimana precedente, il Pontefice ha rilevato che è vero che «la società tende a scartarci, ma di certo non il Signore». 

Gesù «chiama a seguirlo in ogni età della vita, e anche l’anzianità contiene una grazia e una missione, una vera vocazione del Signore. L’anzianità è una vocazione».  Dopo avere raccontato che nelle Filippine la popolazione lo salutava come "Lolo Kiko", Nonno Francesco, ricordandogli che la condizione dell'anziano è la sua, il Papa ha detto che gli anziani vivono un tempo «diverso dai precedenti, non c’è dubbio; dobbiamo anche un po’ “inventarcelo”, perché le nostre società non sono pronte, spiritualmente e moralmente, a dare ad esso, a questo momento della vita, il suo pieno valore». Di fronte alla vita che si è allungata moltiplicando gli anziani, «anche la spiritualità cristiana è stata colta un po’ di sorpresa, e si tratta di delineare una spiritualità delle persone anziane. Ma grazie a Dio non mancano le testimonianze di santi e sante, anziani!».

Il Papa ha rievocato la Giornata degli Anziani del 2014 e la testimonianza dei vecchi Simeone e Anna nei Vangeli. «Cari nonni, cari anziani», ha detto Francesco, «mettiamoci nella scia di questi vecchi straordinari! Diventiamo anche noi un po’ poeti della preghiera». La preghiera degli anziani «è un dono per la Chiesa, è una ricchezza! Una grande iniezione di saggezza anche per l’intera società umana: soprattutto per quella che è troppo indaffarata, troppo presa, troppo distratta». «Guardiamo», ha continuato il Papa - «a Benedetto XVI, che ha scelto di passare nella preghiera e nell’ascolto di Dio l’ultimo tratto della sua vita! É bello questo! Un grande credente del secolo scorso, di tradizione ortodossa, Olivier Clément, diceva: "Una civiltà dove non si prega più è una civiltà dove la vecchiaia non ha più senso. E questo è terrificante, noi abbiamo bisogno prima di tutto di anziani che pregano, perché la vecchiaia ci è data per questo”».

Ma, si è chiesto il Papa, come devono pregare gli anziani? «Noi possiamo ringraziare il Signore per i benefici ricevuti, e riempire il vuoto dell’ingratitudine che lo circonda. Possiamo intercedere per le attese delle nuove generazioni e dare dignità alla memoria e ai sacrifici di quelle passate. Noi possiamo ricordare ai giovani ambiziosi che una vita senza amore è una vita arida. Possiamo dire ai giovani paurosi che l’angoscia del futuro può essere vinta. Possiamo insegnare ai giovani troppo innamorati di se stessi che c’è più gioia nel dare che nel ricevere». La società non lo sa, ma è la preghiera degli anziani che la sostiene. «I nonni e le nonne formano la "corale" permanente di un grande santuario spirituale, dove la preghiera di supplica e il canto di lode sostengono la comunità che lavora e lotta nel campo della vita».

Gli anziani pregando sostengono la società. Ma sostengono anche se stessi. La preghiera «purifica incessantemente il cuore. La lode e la supplica a Dio prevengono l’indurimento del cuore nel risentimento e nell’egoismo. Com’è brutto il cinismo di un anziano che ha perso il senso della sua testimonianza, disprezza i giovani e non comunica una sapienza di vita! Invece com’è bello l’incoraggiamento che l’anziano riesce a trasmettere al giovane in cerca del senso della fede e della vita!». Quando le parole di un anziano scaturiscono dalla preghiera possono cambiare il mondo. «Le parole che la mia nonna mi consegnò per iscritto il giorno della mia ordinazione sacerdotale», ha confidato Papa Francesco, «le porto ancora con me, sempre nel breviario e le leggo spesso e mi fa bene»». «Come vorrei», ha concluso il Pontefice, «una Chiesa che sfida la cultura dello scarto con la gioia traboccante di un nuovo abbraccio tra i giovani e gli anziani! E questo è quello che oggi chiedo al Signore, questo abbraccio!»