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IL CASO

La sinistra punta Grillo

Il disegno di legge Finocchiaro-Zanda per rendere il M5S ineleggibile e gli inediti attacchi di “Report” a Beppe Grillo lasciano intendere che a sinistra si stia lavorando per intimorire il Movimento 5 Stelle e indurlo a nuove alleanze. Il governo Letta è nel mirino.

Editoriali 22_05_2013
Beppe Grillo

Il disegno di legge a firma Finocchiaro-Zanda sui movimenti politici e il recente servizio di “Report” sui proventi del blog di Grillo si inseriscono in un’unica prospettiva: fare in modo che il Pd possa drenare voti al Movimento Cinque Stelle e indurlo a più miti consigli, magari nel contesto di una futura alleanza di governo.

Il governo Letta si regge su un asse di pacificazione che alcuni settori della magistratura e taluni poteri trasversali internazionali vedono come fumo negli occhi. Ecco perché la sua precarietà è nelle cose. Nell’ipotesi di approvazione in Parlamento della norma sull’ineleggibilità del leader del centro-destra, tanto per immaginare una delle superfici scivolose di quest’esecutivo, il quadro politico potrebbe deteriorarsi e a quel punto si aprirebbero vari scenari.

Il primo è quello di nuove elezioni, che consentirebbero a Berlusconi di continuare ad agitare, anche eventualmente da non candidato, l’arma della persecuzione politico-giudiziaria nei suoi confronti, e al Pd di lanciare definitivamente Matteo Renzi come candidato premier. In questo scenario il Movimento Cinque Stelle, nel frattempo indebolito elettoralmente e diviso al suo interno, potrebbe contare su un potere di interdizione scarsamente efficace.

Il secondo scenario, meno probabile, ma che potrebbe acquistare consistenza se la crisi economica e il semestre italiano di presidenza italiana dell’Ue sconsigliassero un prematuro ricorso alle urne, sarebbe quello di un nuovo governo di compromesso, questa volta tra l’intera sinistra e i grillini.
In nome di cosa? Con quale programma? Sui temi sociali (salario di cittadinanza, ad esempio), sul fisco (tassazione dei capitali più cospicui) e sui temi etici (lotta all’omofobia, riconoscimento delle unioni civili e dei diritti degli omosessuali e dei transessuali) l’incontro sarebbe possibile e consentirebbe al Pd di realizzare il suo intento principale, che è quello di svuotare il Movimento Cinque Stelle riportando “all’ovile” milioni di voti che la sinistra ha “ceduto” (anche) ai grillini alle ultime elezioni politiche.

Ecco perché il rapporto tra Pd e Movimento Cinque Stelle appare di amore-odio. Fallito il tentativo maldestro di Bersani di spaccare i grillini e di ottenere, da almeno una parte di essi, il sostegno a un velleitario “governo di cambiamento”, ora la sinistra mira ad assorbire nel suo recinto culturale e ideologico quel movimento, screditandolo e mettendone a nudo i limiti e le criticità.
Il ddl a firma Finocchiaro-Zanda, presentato al Senato e ufficialmente “battezzato” come disegno di legge “anti-movimenti”, mette fuorilegge i grillini, poiché obbliga i partiti politici a dotarsi di una personalità giuridica se intendono accedere al finanziamento pubblico e partecipare alle competizioni elettorali. Si tratta, cioè, di dare finalmente attuazione all’art.49 della Costituzione, che prevede un ordinamento interno a base democratica. Invece si sa che il Movimento Cinque Stelle non ha uno statuto di quel genere, non è un’associazione e ha una sede virtuale che coincide con l’indirizzo web del blog di Grillo.

Peraltro il comico genovese è l’unico titolare dei diritti d’uso del simbolo “Movimento Cinque Stelle”. Se passasse quel disegno di legge, il potere su quel simbolo si estenderebbe anche agli altri “soci” e i grillini, rebus sic stantibus, non potrebbero presentarsi alle elezioni, proprio per mancanza dei requisiti di trasparenza e democrazia interna.
E l’attacco concentrico della sinistra al Movimento Cinque Stelle è arrivato anche da Milena Gabanelli (uscita vincitrice, ironia della sorte, dalle “quirinarie” grilline), che, durante la sua trasmissione “Report”, si è chiesta che fine abbiano fatto i proventi del blog di Grillo e quanto guadagni la Casaleggio e Associati dalla pubblicità sul sito. Una richiesta di rendicontazione alla luce del sole, che solleva il polverone dell’opacità del movimento grillino e fa gridare allo scandalo una parte dei suoi sostenitori. Ma la realtà delle cose sembra corroborare i dubbi insinuati dalla trasmissione, se è vero che la pubblicità su quel blog cresce a ritmi vertiginosi, con inserzioni e banner di grossi gruppi come Amazon e Media World.

D’altra parte, gli elettori del Movimento Cinque Stelle sembrano indifferenti allo scarso spirito propositivo dei loro rappresentanti in Parlamento (pochi e “anonimi” disegni di legge presentati finora) o alla scarsa o inesistente democrazia interna, che ricorda tanto la tradizione bolscevica, mentre mostrano crescente insofferenza verso la gestione delle risorse finanziarie pubbliche del Movimento.
La “querelle” sulla diaria sembra aver aperto crepe vistose, non solo all’interno del Movimento, ma anche nella sua base, che in Rete manifesta un certo disagio per la debolezza di un orientamento inequivocabilmente anti-casta annunciato in campagna elettorale e non perseguito fino in fondo nei primi mesi di esperienza parlamentare.

L’iniziativa parlamentare Finocchiaro-Zanda, unita a quella giornalistica della Gabanelli, appare dunque funzionale ad un disegno, tutto interno alla sinistra, di indebolimento delle truppe grilline. La sinistra persegue chiaramente l’obiettivo di abbracciare il Movimento Cinque Stelle per poi fagocitarlo. Realtà o fantapolitica? Lo capiremo presto.