La scuola imprigionata in un castello di belle parole
Quest'anno la cerimonia di inizio anno scolastico alla presenza di Mattarella ha potuto beneficiare della presenza di un nuovo e prestigioso ospite: il vaccino. Al vaccino e alle sue salvifiche capacità sono state dedicate le parole più emozionanti e importanti. Ma è sufficiente dare una occhiata a quanto sta accadendo in questi giorni nelle scuole per smontare immediatamente tutto il castello di belle parole costruito artificialmente durante la cerimonia.
Il 20 settembre si è svolta la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno scolastico a Pizzo Calabro, in Calabria, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi.
Per l'occasione, sono state ripetute le ormai abituali parole sul valore dell'istruzione, sull'importanza della cultura e del protagonismo dei giovani, nonché sul quasi eroico impegno dei docenti (in realtà malpagati, maltrattati, screditati professionalmente e socialmente), tanto che si potrebbe quasi fare un copia-incolla con le precedenti noiosissime edizioni...
“Quasi”, perché quest'anno la cerimonia ha potuto beneficiare della presenza di un nuovo e prestigioso ospite: il vaccino; grande protagonista perché salvatore della patria, della scuola, della gioventù, della salute pubblica, della ripresa economica e della gioia di vivere....
Al vaccino e alle sue salvifiche capacità sono state dedicate le parole più emozionanti e importanti. "Oggi è un giorno speciale - ha detto il Presidente Mattarella - di speranza e di impegno per l'intero Paese. Quest'anno a essere speciale è l'anno che comincia. Voi tornate tutti in aula. Dopo le tante sofferenze la ripartenza delle scuole è il segno più evidente della ripartenza dell'Italia......Con le scuole ripartono si riallacciano i fili che si erano interrotti, anzitutto lo studio, ma anche le relazioni e le amicizie, e questo trasmette energia a tutta la nostra comunità Nazionale. La scuola è ossigeno della società, il suo funzionamento è specchio di quello del Paese, abbiamo una scuola di valore, grazie agli insegnanti, al personale, agli studenti…La scuola è stata la prima a dover chiudere le porte, ora grazie alle vaccinazioni la chiusura delle scuole non deve più accadere - prosegue il presidente della Repubblica -. L'abbandono e il disimpegno dei ragazzi è stato contenuto dagli insegnanti con la generosa collaborazione dei compagni di classe. L'espressione di questa solidarietà costituisce un patrimonio prezioso... Merita attenzione la grande partecipazione alla campagna vaccinale dei giovani. Il mondo della scuola si è mostrato un grande antivirus. La scuola è l'argine più robusto ai comportamenti più distruttivi, e questo rende la scuola il motore della trasformazione sociale".
Da parte sua, il Ministro Bianchi ha tenuto a rincarare la dose: "Apriamo il nuovo anno scolastico tutti in presenza. Ma questo è il risultato di un duro lavoro. Nella scuola lavora un milione e mezzo di persone e la scuola non si è mai fermata per permettere a tutti gli studenti di trovare la propria comunità di vita......La scuola è composta da una comunità generosa: ha risposto prima di tutti e più di tutti all'invito a vaccinarsi: il 94% del personale è vaccinato e il 75% dei ragazzi più grandi sono vaccinati".
Viene da chiedersi: se le cose stanno davvero così, perché hanno imposto il green pass con inaudita ferocia? Credono davvero a quello che dicono o hanno sposato scientemente la missione di ingannare il popolo italiano e - cosa ancora più grave - le giovani generazioni?
Al di là del fatto che il Sistema Nazionale di Istruzione italiano è ormai da decenni in una situazione di crisi della quale non si riesce a intravvedere la via di uscita, è sufficiente dare una occhiata a quanto sta accadendo in questi giorni nelle scuole per smontare immediatamente tutto il castello di belle parole costruito artificialmente durante la cerimonia.
Il green pass, imposto con esagerata e ingiustificata durezza a tutto il personale della scuola nonostante i complimenti del Presidente Mattarella, si sta rivelando del tutto inutile oltre che corrosivo dei rapporti umani e sociali, mentre il preteso potere immunizzante del vaccino fa acqua da tutte le parti.
Per il ministro Bianchi, docenti e studenti in quarantena sono “pochissimi” e la situazione è sotto controllo, ma i già i primi numeri lo hanno smentito; come riportato anche dalla stampa specializzata, in questi giorni si è completato il ritorno in classe, ma già “serpeggia tra gli addetti ai lavori la perplessità sulla tenuta del sistema”. Di fatto, è passata solo una settimana e il dato, rispetto all’anno scorso, è in aumento: come riportato da Orizzonte Scuola, è lecito pensare che si viaggi attorno alle 800 quarantene in tutta Italia, mentre erano 400 nello stesso periodo. Il doppio, mica poco.
Numeri ufficiali ancora non sono disponibili, pertanto ci si affida ai report regionali e alle notizie delle agenzie di stampa. Ad esempio, in Veneto già oltre 100 classi in quarantena, in Lombardia almeno 80, in Liguria oltre 25, in Basilicata più di 20. Anche in Piemonte siamo già oltre 50 (con 4 focolai). Poi ci sono diverse decine di casi nel Lazio, in Emilia-Romagna e in Sardegna.
E siamo solo all'inizio. Cosa accadrà quando le temperature si abbasseranno e cominceranno a circolare massicciamente le patologie da raffreddamento? È dunque giustificato quanto affermato dal presidente nazionale Anief, per il quale “si può dire con certezza che l’impegno preso dal Governo e dall’amministrazione scolastica centrale di far tornare tutti gli alunni in presenza e dire addio alla didattica a distanza è fallito prima di essere messo alla prova”
Viene il sospetto che in realtà non si vogliano risolvere davvero i problemi. Le soluzioni paventate da più parti, come il dimezzamento del numero degli alunni per classe e l'allargamento degli spazi, non sono state prese in considerazione e, forse, non sono nemmeno attuabili, date le condizioni della maggior parte degli istituti scolastici. Meglio sarebbe, a questo punto, pur mantenendo quelle misure di prudenza che tutte le scuole, del resto, avevano già predisposto e attuato, abbassare il livello di allarme e considerare il virus come una qualsiasi sindrome influenzale, trattandola, quando necessario, con quelle terapie domiciliari collaudate che hanno dato finora ottimi risultati, considerando anche che il covid19 generalmente colpisce i giovani in modo molto più blando.
Ma abbassare il livello di allarme sembra davvero l'ultima delle intenzioni dei nostri governanti...