La salda fede dei cristiani del Myanmar
In una intervista padre Thein racconta la testimonianza di fede dei cristiani colpiti dalla guerra e dal terremoto

Si fa sempre più difficile in Myanmar la situazione della popolazione che vive nelle regioni in cui le Forze di difesa popolare e l’esercito governativo combattono ormai da quattro anni. A fine maggio scade la tregua dichiarata dalla giunta militare dopo il terremoto che ha colpito il paese a marzo, tregua peraltro mai del tutto rispettata perché gli attacchi aerei dell’aviazione governativa non sono mai cessati. L’agenzia di stampa Fides ne ha parlato con padre Stephen Chit Thein, direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie. Nelle grandi città del centro del paese – ha spiegato padre Thein – si risente relativamente poco della guerra, anche se c’è il coprifuoco. Liturgie e attività pastorali procedono senza grandi problemi. Invece dove si combatte la sofferenza della popolazione è grande, specialmente per gli sfollati, che ormai sono più di 3,5 milioni. Si stima che 15 milioni di persone patiscano la fame. La giunta militare si accanisce anche chiese e sacerdoti. Più di una chiesa è stata distrutta o gravemente danneggiata dai bombardamenti e tra gli sfollati si contano tanti religiosi. Tra gli altri, monsignor Celso Ba Shwe, vescovo di Loikaw, è sfollato addirittura dal novembre del 2023 quando i soldati governativi hanno stabilito una loro base in quel che resta del complesso della cattedrale di Cristo Re, prima bombardata dall’aviazione. “Cerchiamo di vivere la nostra vita di fede sempre e con il cuore rivolto alla missione e a chi soffre – racconta padre Thein – quello che mi colpisce particolarmente è vedere tanta gente che soffre, che si trova ormai da quattro anni in condizioni di estrema precarietà, vivere e praticare una fede profonda: i fedeli continuano a confidare in Dio e a sperare, non affondano nella disperazione ma tengono viva la luce della speranza. Viviamo un tempo di grande prova, che coinvolge tutto il popolo birmano, e la nostra speranza, come ci ricorda il tema speciale dell'Anno del giubileo, è fondata e radicata in Cristo, che non delude e non ci abbandona. Questa convinzione è ben presente nella tribolata popolazione del Myanmar”.