La Sacra Tradizione - Il testo del video
Già nelle Scritture troviamo il riferimento alla Tradizione. Sacra Scrittura e Sacra Tradizione sono strettamente unite perché vengono da Dio e tendono allo stesso fine. La Tradizione comprende sia l’atto sia il contenuto della trasmissione. I Padri della Chiesa sono testimonianza dell’esistenza della Tradizione.
Stiamo affrontando le fonti della Rivelazione, ovvero le modalità di trasmissione della Rivelazione: le Sacre Scritture e la Sacra Tradizione. Oggi ci dedichiamo, appunto, alla Sacra Tradizione.
Nel Catechismo della Chiesa Cattolica ai paragrafi 80-82 si trovano due testi che ripropongono il dettato conciliare del Vaticano II, della Costituzione dogmatica Dei Verbum:
“La Sacra Tradizione e la Sacra Scrittura sono tra loro strettamente congiunte e comunicanti. Poiché ambedue scaturiscono dalla stessa divina sorgente, esse formano in certo qual modo una cosa sola e tendono allo stesso fine" [Dei Verbum, 9]. L'una e l'altra rendono presente e fecondo nella Chiesa il Mistero di Cristo, il quale ha promesso di rimanere con i suoi "tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28,20 )" (CCC § 80).
In questo paragrafo viene sottolineata l'unione di queste due modalità di trasmissione, cioè la Scrittura e la Tradizione. E perché sono unite? Perché hanno la stessa sorgente e tendono allo stesso fine.
Accade così che la Chiesa, alla quale è affidata la trasmissione e l'interpretazione della Rivelazione, "attinga la sua certezza su tutte le cose rivelate non dalla sola Sacra Scrittura. Perciò l'una e l'altra devono essere accettate e venerate con pari sentimento di pietà e di rispetto" [Dei Verbum, 9]" (CCC § 80).
Negli anni del post-Concilio, la Tradizione è stata messa un po' da parte, ecco perché è importante riprenderla nei suoi aspetti e significati.
NOTA BENE: Il principio dell'ermeneutica cattolica è quello di leggere i documenti non contrapponendoli; quindi occorre leggere i documenti più recenti, che magari trattano aspetti non approfonditi in documenti precedenti, tenendo presente che essi si basano sui documenti precedenti. Bisogna perciò stare attenti di non commettere l'errore che, sul tema della Tradizione, l'unico documento di riferimento sia la Costituzione Dogmatica Dei Verbum.
1- La Tradizione viene dal fondatore della Chiesa, ovvero viene da Cristo e la troviamo nei testi apostolici, nei testi dei Padri della Chiesa
2- Il concilio di Trento, in occasione della tensione con il mondo luterano, la riporta in luce sottolineandone alcuni aspetti.
Concilio tridentino, nel decreto De libris sacris et de traditionibus recipiendis (Denzinger, 1501)
Il sacrosanto concilio Tridentino [...], ha sempre ben presente di dover conservare nella Chiesa, una volta tolti di mezzo gli errori, la stessa purezza del Vangelo, che, promesso un tempo dai profeti nelle sante Scritture, il Signore nostro Gesù Cristo, Figlio di Dio, prima annunciò con la sua bocca, poi comandò che venisse predicato ad ogni creatura dai suoi Apostoli (Mt 28,19 s; Mc 16,15), quale fonte di ogni verità salvifica e di ogni norma morale. E poiché il sinodo sa che questa verità e normativa è contenuta nei libri scritti e nelle tradizioni non scritte che, raccolte dagli apostoli dalla bocca dello stesso Cristo, o dagli stessi apostoli, sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, trasmesse quasi di mano in mano, sono giunte fino a noi, seguendo l'esempio dei Padri della vera fede, con uguale pietà e venerazione accoglie e venera tutti i libri, sia dell'Antico che del Nuovo Testamento, essendo Dio l'autore di entrambi, e così pure le tradizioni stesse, inerenti alla fede e ai costumi, poiché le ritiene dettate dalla bocca dello stesso Cristo o dallo Spirito Santo, e conservate nella Chiesa cattolica in forza di una successione mai interrotta.
Gli apostoli hanno annunciato il Vangelo con la loro bocca; successivamente nasce la forma scritta dei Vangeli e delle Epistole e questa tradizione orale, trasmessa di mano in mano, continua a scorrere parallelamente alle Scritture.
Mentre il Concilio di Trento accentua di più il contenuto che viene trasmesso, quindi la traditio, il Concilio Vaticano II, con la Dei Verbum, sottolinea maggiormente la trasmissione all'interno della Chiesa, quindi mette l’accento sul tradere. Questi due aspetti – l’atto di trasmettere e il contenuto trasmesso - sono entrambi importanti e vanno mantenuti insieme, perché entrambi elementi costitutivi della Tradizione.
Due aspetti da chiarire:
1- il senso della trasmissione “orale”
2- il senso dei contenuti che riguardano la “morale”
1- Cosa significa l'aspetto orale?
Non significa che quello che è stato trasmesso oralmente non possa poi essere stato messo per scritto, quindi rintracciato in documenti scritti. “Orale”, inoltre, non significa soltanto trasmesso con la parola, ma attraverso questa parola che si è ricevuta e poi trasmessa, una certa disciplina, un certo modo di pregare ha preso vita
2- Disciplina morum oppure ad mores pertinentes: cosa significa?
Significa in senso ampio tutte quelle prescrizioni rituali o disciplinari, come anche delle vere e proprie norme morali che la Chiesa ha custodito e trasmesso nei secoli.
Sono le stesse Sacre Scritture a testimoniare l'esistenza della Sacra Tradizione. Per esempio, la Prima lettera ai Corinzi (15, 3):
"Vi ho infatti trasmesso, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto".
Paolo riceve una tradizione, un depositum, e lo trasmette. Qui c'è sia l'idea del trasmettere, il tradere, sia l'idea del qualcosa che viene trasmesso, quindi della traditio vera e propria.
Ancora, Lettera di San Paolo a Timoteo (2, 2 s):
"...le cose che hai udito da me davanti a molti testimoni, trasmettile a persone fidate, le quali a loro volta siano in grado di insegnare agli altri".
Seconda lettera ai Tessalonicesi (2, 15):
"Perciò, fratelli, state saldi e mantenete le tradizioni che avete appreso sia dalla nostra parola sia dalla nostra lettera".
Questo testo anticipa la Dei Verbum, che dice praticamente la stessa cosa: la trasmissione avviene sia attraverso la scrittura, sia attraverso la tradizione orale. Dunque, sono le stesse Sacre Scritture ad indicare che c'è altro, c'è qualcosa di oltre rispetto al contenuto scritto nei testi canonici ispirati.
I PADRI DELLA CHIESA, oltre a costituire essi stessi parte della Tradizione, sono anche testimoni dell'esistenza della tradizione.
Lettera di San Clemente ai Corinti (7, 2):
"Siamo sulla stessa arena ed uno stesso combattimento ci attende. Lasciamo i vani ed inutili pensieri e seguiamo la norma gloriosa e veneranda della nostra Tradizione".
L'invito alla Tradizione è l'invito a rimanere saldi in ciò che è pubblicamente tramandato. Questa idea è ampiamente tramandata nell' Adversus Haereses di sant'Ireneo di Lione, dottore della Chiesa. Nel Libro III, capitolo 3:
"Dunque la Tradizione degli apostoli, manifestata in tutto quanto il mondo, possono vederla in ogni chiesa tutti coloro che vogliono vedere la verità e noi possiamo enumerare i vescovi, stabiliti dagli apostoli nelle chiese ed i loro successori fino a noi".
Qui c'è un’interessante sfumatura: la tradizione degli apostoli la si può "vedere"; non si tratta soltanto di udire un insegnamento, ma di vederla viva, messa in pratica nelle chiese. Sant'Ireneo precisa che il riferimento alla tradizione della Chiesa è normativo per quanto riguarda la distinzione tra la verità che è annunciata e la falsità delle sette eretiche, o comunque di queste nuove formazioni che pretendono di avere una comprensione più profonda e diversa dell'annuncio di Cristo.
Nel Libro III, capitolo 4:
"Anche se gli apostoli non ci avessero lasciato le Scritture, non si dovrebbe seguire l'ordine della Tradizione che hanno trasmesso a coloro a cui affidavano le chiese? A quest'ordine obbediscono molti popoli barbari che hanno creduto in Cristo e possiedono la salvezza, scritta senza carta ed inchiostro nei loro cuori, mediante lo Spirito e custodiscono scrupolosamente l'antica tradizione. (...) Se si annunciassero loro le dottrine inventate dagli eretici, parlando nella lingua loro propria [dei barbari], subito tappandosi le orecchie fuggirebbero via e lontano, rifiutandosi di ascoltare quel discorso blasfemo. Così, grazie a quell'antica tradizione degli apostoli, non accettano, neppure nel pensiero, alcuna falsa dottrina".
La tradizione degli apostoli è una tradizione semplice e pubblica, a differenza delle astruserie, spesso con carattere esoterico e nascosto, degli gnostici.
San Basilio Magno, nella sua opera Contro Eunomio (capitolo 1, paragrafo 1):
"Se tutti coloro sui quali si invoca il nome di Dio salvatore nostro Gesù Cristo, avessero voluto non contrastare affatto la verità del Vangelo e accontentarsi invece della Tradizione degli apostoli e della semplicità della fede, non avremmo avuto bisogno di parlare in questo momento; ma anche ora avremmo gradito assai quel silenzio che avevamo rispettato sin dall'inizio".
Sant'Atanasio, campione contro l'eresia ariana, nella sua Lettera a Serapione (I, 28. 1):
"Vediamo tuttavia, oltre a ciò, anche la stessa tradizione, dottrina e fede che la Chiesa cattolica ha avuto sin dall'inizio, quella che il Signore ha consegnato, che gli Apostoli hanno predicato, che i Padri hanno custodito. Su di essa infatti la Chiesa è stata fondata, e chi ne esce fuori non potrebbe più né essere né dirsi cristiano".
Sant'Agostino, nel suo Trattato sul battesimo:
"Ora su questo gli apostoli non hanno dato ordini, è vero, ma c'è da credere che la consuetudine, che veniva opposta a Cipriano [cioè quella di accettare come valido il Battesimo amministrato dagli eretici], abbia avuto inizio dalla loro tradizione, come molte altre, del resto, che la Chiesa universale conserva e che, per questo, si ha motivo di credere che siano stati gli Apostoli ad ordinarle, sebbene non si trovino scritte".
La prossima volta, nella nostra catechesi, indagheremo, appunto, più da vicino questo rapporto Scrittura-Tradizione.