La rivincita di Gedda
Dopo anni di ostracismo, due libri riscoprono la lungimiranza del politico cattolico. Anche nel mondo dello sport.
Il tempo è galantuomo e anche per Luigi Gedda sta per arrivare il momento della verità. E della giustizia. Qualcosa comincia a cambiare nel 1998 con la pubblicazione delle sue Memorie, edite da Mondadori e con la prefazione di Giorgio Rumi (1938-2006), uno storico milanese cattolico e liberale, che scriveva su L’Osservatore Romano e insegnava alla Statale di Milano, uno dei padri del tentativo di unire forze culturali cattoliche e liberali nella rivista Liberal in una prospettiva non progressista. La pubblicazione avveniva a 50 anni di distanza dalla più grande delle imprese di Gedda, la costituzione dei Comitati Civici e la loro impresa, il 18 aprile 1948, di portare cinque milioni di voti in più rispetto alle elezioni del 1946 alla Dc, permettendole di “seppellire” elettoralmente il fronte socialcomunista e di ottenere la maggioranza assoluta dei seggi alla Camera dei deputati.
Dopo decenni in cui la sua figura era stata messa all’indice, anche e forse soprattutto nello stesso mondo cattolico, alla vigilia del Terzo Millennio poteva ritornare a parlare attraverso la maggiore casa editrice italiana. Non era poco, era uno dei segni che il Muro di Berlino era veramente caduto, nel 1989. Ma non risolveva il problema della memoria dei cattolici italiani, ancora incapaci di una storia condivisa che permettesse loro di essere veramente uniti nelle cose che contano, per esempio l’interpretazione del loro passato, unità molto più importante di quella politico-partitica, anche se secondaria rispetto alla decisiva unità nella fede. Insomma, Gedda ritornava sulla scena 50 anni dopo il ‘48, alla tenera età di 96 anni, scrivendo e pubblicando un libro sostanzialmente fondato sulle tante udienze che gli concesse papa Pio XII, e questo poneva il problema, soprattutto ai più giovani che non avevano potuto conoscerlo, di come leggere il 18 aprile appunto (che è l’atto di nascita dell’Italia moderna), ma anche di come giudicare il periodo della sua Presidenza in Azione Cattolica, dal 1952 al 1959. Comunque l’atmosfera era veramente cambiata, sia dal punto di vista politico sia da quello culturale. Bisognava però ricostruire una lettura della storia italiana che non avesse più i condizionamenti ideologici precedenti il 1989, ma che fosse scientificamente attrezzata, oltre che rispettosa del vero fattuale. Bisognava perciò ricostruire archivi e biblioteche o sale di lettura, mettere insieme persone diverse anzitutto facendole conoscere fra loro, e soprattutto studiare, ma sul serio. Soltanto così Gedda e i suoi amici sarebbero potuti uscire dall’oblio della storia ed essere esaminati con competenza, magari ostile, ma almeno seria e documentata.
In questa linea è uscito questo nuovo libro Luigi Gedda. Protagonista di un secolo, edito da Solfanelli, per iniziativa di Giulio Alfano, un docente della Pontificia università Lateranense oltre che amico del “caro Luigi”, come l’autore indica il fondatore dei Comitati Civici, che aveva molti più anni di lui ma così desiderava essere chiamato.
Una breve biografia, che ripercorre le principali tappe della vita di Gedda, dai primi passi nella Giac, la Gioventù italiana di azione cattolica, fino alla dirigenza nell’Aci, della quale sarà Presidente nazionale negli anni Cinquanta. Una vita che conosce una drastica mutazione nel 1959, con la sua sostituzione alla guida dell’Aci che, negli anni successivi, dopo la Presidenza Maltarello, suo fraterno amico, diventa una contrapposizione polemica. Gedda ritorna alla guida dei Civici, ma anche lì non riesce più a trovare i consensi e gli appoggi precedenti. Dopo il luglio 1960 e la caduta del governo Tambroni, di centro-destra, l’Italia va verso governi di centro-sinistra e quelli come Gedda vengono emarginati, anche all’interno del mondo cattolico. Ma lui non si perde d’animo, non si lascia disorientare, come scriverà nel testamento, e non si lascia neppure prendere dal risentimento nei confronti di chi lo umilia mettendolo in un angolo.
Gedda sa che l’obbedienza e la fedeltà sono valori che vanno oltre le contingenze, oltre gli uomini che governano e passano. Così aspetta, lavorando in “clandestinità” verrebbe da dire, sia come genetista nell’istituto Mendel, che aveva fondato lui stesso, sia soprattutto continuando a guidare la Società operaia, la realtà che più porta nel cuore fra le tante che aveva contribuito a fare nascere. Una realtà che guida fino alla morte, dedicandole le sue ultime energie, affinché l’amore al Getsemani, che è il centro della spiritualità della Società, possa aiutare tutti gli “operai” a diventare santi.
Il libro di Giulio Alfano verrà presentato a Milano, sabato 28 gennaio 2012, alle ore 16, in Corso Buenos Aires 2, per iniziativa del Centro Studi Europa 2000.
Giulio Alfano
Luigi Gedda. Protagonista di un secolo
Solfanelli 2011, pagine 136, euro 11.
Tra le molteplici iniziative promosse da Gedda vi è anche quella di avere fondato con altri il Centro Sportivo Italiano, cioè di avere contribuito in modo determinante a costruire una presenza cattolica nel mondo dello sport, nel secondo dopoguerra. Anche questo aspetto della personalità del fondatore dei Comitati Civici viene riscoperto soltanto in questi ultimi tempi, come attesta il recente volume, a cura di Ernesto Preziosi, Gedda e lo sport. Il Centro Sportivo Italiano: un contributo alla storia dell’educazione in Italia (La Meridiana 2011, pp. 172, euro 16,50).