La resistenza dei cristiani in Cina
È in corso una dura campagna anti-cristiana in Cina, con la demolizione di centinaia di chiese. Ma i cristiani resistono e in molti casi hanno successo, sfidando la polizia con determinazione e non violenza.
La città di Wenzhou, in Cina, situata nella parte sud-orientale della provincia di Zhejiang, è nota come la “Gerusalemme d’Oriente” per il gran numero di cristiani che vi abitano. Con il pretesto di eliminare tutte le costruzioni edificate violando i piani urbanistici, dall’inizio del 2014, e non per la prima volta, a Wenzhou e nelle contee che la città amministra è in atto una vasta operazione di demolizione di chiese, strutture cristiane e croci troppo “vistose”. Secondo ChinaAid Association, un’organizzazione che si batte per la libertà religiosa in Cina, da gennaio circa 360 tra chiese ed edifici religiosi sono stati costretti a rimuovere le croci visibili dall’esterno, a coprire i simboli religiosi e a eliminare persino le segnalazioni stradali poste a indicare come raggiungerli. Inoltre sono stati in parte o del tutto demoliti oppure chiusi chiese ed edifici parrocchiali, anche se costruiti nel rispetto dei piani regolatori e con il permesso delle autorità governative, come nel caso della grande chiesa di Sanjiang, costata quasi cinque milioni di dollari, e del santuario cattolico di Longgang, dove molte statue della Via Crucis sono state distrutte e i fedeli sono stati costretti, per salvare le rimanenti, a chiuderle in un magazzino. Wenzhou è la città in cui finora è stato demolito il maggior numero di chiese. La contea di Yongjia è quella in cui sono state abbattute gran parte delle croci. In pericolo sono sia le chiese ufficiali sia quelle domestiche, in cui si ritrovano i fedeli che si sottraggono al controllo governativo.
A conferma delle reali intenzioni delle autorità, alcune chiese, ad esempio la chiesa Bethany di Wenzhou, hanno ricevuto ordinanze che vi proibiscono le riunioni religiose.
I cristiani non stanno a guardare. Sfidando le autorità, tentano di difendere i simboli e i luoghi di culto e qualche volta la loro determinazione è tale da far desistere le forze dell’ordine. Nel villaggio di Guangtou, ad esempio, i fedeli, dopo aver ricevuto l’avviso che la croce della loro chiesa sarebbe stata presto rimossa, hanno organizzato dei turni di guardia e per giorni, 24 ore su 24, hanno atteso l’arrivo degli incaricati di togliere la croce. All’alba dell’11 giugno un centinaio di persone – oltre agli addetti alla rimozione, numerosi agenti della polizia anti-sommossa – hanno raggiunto la chiesa. Ma ad attenderli c’erano le sentinelle di turno che hanno allertato i fedeli. In pochi minuti oltre 200 cristiani sono accorsi. Mentre alcuni tagliavano i fili della luce per impedire l’uso delle seghe elettriche, gli altri si sono frapposti tra la chiesa e la polizia, resistendo al violento attacco degli agenti che alla fine hanno deciso di desistere, resisi conto di dover letteralmente passare sui corpi dei fedeli per raggiungere la croce.
Nei giorni successivi, 12 chiese in diverse località della provincia di Zhejiang hanno ricevuto avvisi di demolizione. Sull’esempio di Guangtou, i cristiani di almeno tre chiese hanno deciso di lottare a oltranza per impedirne l’abbattimento.
La loro forza sta nella fede, non negli edifici. Intervistato il 20 maggio dall’agenzia di stampa missionaria AsiaNews, il pastore Yang lo ha spiegato, all’indomani della distruzione della chiesa di Sanjiang, distinguendo tra la chiesa come comunità, in cinese “jiaohui”, e la chiesa come edificio, “jiaotang”: “si può sopprimere una jiaotang, ma non la jiaohui. I cristiani non devono essere tristi… Ora che la jiaotang è distrutta, dobbiamo concentrare i nostri sforzi a costruire la jiaohui”.
Dieci anni or sono, tra il 2003 e il 2004, nella provincia di Zhejiang erano state demolite centinaia di chiese. Tuttavia da allora le comunità cristiane si sono moltiplicate e oggi Wenzhou vanta la più alta concentrazione di cristiani del paese: circa il 15% della popolazione. Complessivamente i cristiani in Cina sono più di 70 milioni, il 5% della popolazione. Stime recenti indicano che il loro numero potrebbe più che raddoppiare nei prossimi anni. Secondo il professor Yang Yanggang, docente di sociologia presso la Purdue University dell’Indiana, Stati Uniti, nel 2025 la Cina conterà circa 165 milioni di cristiani e in termini assoluti sarà il paese al mondo con più cristiani.