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EUTANASIA

"la Repubblica" vuole Friso morto

Il principe olandese in coma dopo un incidente. La stampa ne approfitta per promuovere l'eutanasia inventandosi che la Corona voglia staccare la spina.

Attualità 08_03_2012
Il principe Friso

Venticinque minuti sotto quaranta centimetri di neve, il cuore che torna a battere dopo quasi un’ora. La corsa in ospedale, ma il paziente non vuole più risvegliarsi. Stiamo parlando del principe olandese Johan Friso van Oranje-Nassau, 43 anni, che il 17 febbraio scorso è stato travolto da una valanga a Lech, stazione sciistica della regione austriaca del Vorarlberg.

Come falchi alcuni organi di stampa e telegiornali italiani in questi giorni hanno cucinato la notizia aggiungendo ingredienti che nella realtà dei fatti non esistono. Due sono stati i fatti intorbiditi da pesanti mistificazioni: le condizioni attuali del principe e l’intenzione della famiglia reale di staccare la spina al proprio congiunto.

Partiamo dal quadro clinico. Repubblica lo scorso martedì 28 febbraio parla nel sottotitolo di “coma irreversibile”. Stessa espressione è stata usata – riportando a volte in virgolettato presunte affermazioni dei medici curanti – anche da qualche quotidiano cattolico, dal Tg1 e da Vanity Fair.
Le cose non stanno così per il semplice motivo che non possono stare così: tecnicamente il coma può durare solo una trentina di giorni. Dopo questo lasso di periodo il coma sfocia necessariamente o in una condizione di ripresa di coscienza del paziente (più o meno completa) oppure nello stato vegetativo o di minima coscienza. Quindi per definizione non esiste un coma irreversibile. Infatti il dottor Wolfgang Koller, primario del reparto traumatologico della clinica austriaca dove è ricoverato l’illustre paziente, in merito alle condizioni del principe ha precisato: «ha subito gravissimi danni cerebrali e non si esclude che possa rimanere in stato vegetativo».

C’è poi da aggiungere che la parola “irreversibilità”, anche in relazione allo stato vegetativo, non ha più diritto di cittadinanza in seno alla comunità scientifica. Lo stato vegetativo non viene più definito permanente (definizione coniata dal Multi-society Task Force in un articolo apparso sul New England Journal of Medicine nel lontano 1994) né persistente, dato che in letteratura sono riportati casi di risvegli anche dopo 19 anni dall’evento traumatico. La terza Conferenza Internazionale su “Coma e coscienza” nel luglio del 2010 ha proposto invece l’espressione “Sindrome della veglia arelazionale” per due motivi. In primo luogo perché la persona umana non può essere mai considerata un vegetale. In secondo luogo gli scienziati non hanno ancora compreso bene quanto questi pazienti, che non riescono comunicare con l’esterno, comprendano e quanto siano vigili.

Passiamo ora alla questione delle presunte intenzioni della Corona di abbreviare la vita al principe Friso. Sempre Repubblica e sempre nel sottotitolo scrive: “la famiglia reale di fronte alla ‘dolce morte’”. L’espressione è stata ripresa pari pari da Tgcom24, sullo stesso piano si muove un recente articolo di Vanity Fair e un servizio di qualche giorno or sono del Tg3. Affermazioni suffragate da quali fatti? Nessuno, solo congetture smentite invece dai seguenti dati.

In primo luogo non c’è mai stato nessun comunicato stampa proveniente dalla famiglia reale, né mere voci di corridoio, in cui anche implicitamente si potesse ventilare un’ipotesi di tal specie. In secondo luogo i regnanti olandesi sono di solida fede protestante, e la Chiesa protestante è contraria all’eutanasia.

In terzo luogo la legge olandese permette l’eutanasia solo su persona consenziente, eccetto nell’ipotesi di minori e malati psichici, casi in cui decidono i genitori o tutori. L’eutanasia in Olanda è stata depenalizzata nel 1993. Fu invece legalizzata nel 2001 – cioè si articolò una vera e propria disciplina normativa ad hoc - anche per tentare di eliminare proprio la pratica dell’eutanasia su paziente non consenziente: 982 persone uccise in tal modo nel 2001. A tal fine si decise di porre i seguenti paletti (che come ogni buon limite a pratiche inique permesse dalla legge non servirono a nulla, ma questo è un altro discorso): richiesta esplicita anche attraverso testamento biologico da parte del paziente, soggetto cosciente e maggiorenne al momento di fornire il consenso, volontà reiterata, firma di due medici, stadio terminale, eutanasia solo per atroci sofferenze e senza prospettive di miglioramento. Ora il principe non è un minore, né un malato psichico, né versa in una sola di queste condizioni cliniche, né soprattutto ha mai chiesto che gli venisse staccata la spina se si fosse trovato un giorno in coma o in stato vegetativo.

Inoltre c’è da appuntare che a fronte di tale disciplina i medici non possono agire senza consenso del diretto interessato o dei parenti. Ed invece cosa ti scrive Repubblica? “Nella pragmatica Olanda se i medici non vedono la possibilità di rianimazione o miglioramento possono decidere di spegnere gli apparati anche senza consultare i parenti”.
In sintesi: la famiglia reale non pensa all’eutanasia non solo perché con buona probabilità non rientra nel loro orizzonte valoriale ma anche perché non potrebbe a termini di legge staccare la spina all’amato Friso.

Il primo premio di intorbidamento della verità è stato poi vinto dal Messaggero il quale, rendendo noto il trasferimento del principe da Innsbruck in una clinica specializzata londinese e riprendendo una notizia del Sunday Telegraph, scrive: “Se la famiglia reale olandese avesse dovuto prendere la difficile decisione di staccare la spina, avrebbe preferito farlo fuori dall'Olanda per evitare l'attenzione dei media”. Una mossa astutissima quella della famiglia reale olandese: portarlo in Inghilterra dove, a differenza della loro patria olandese, l’eutanasia è illegale e dove attualmente la polemica è accesissima sui temi di fine vita. Una situazione davvero ideale per chiedere la dolce morte. E poi anche se riuscissero a staccare la spina nel Regno Unito non si capisce il perché tale notizia non dovrebbe raggiungere le orecchie dei media: anzi nella Perfida Albione i giornali scandalistici godono di maggior salute rispetto al paese dei tulipani.

Friso invece è stato portato a Londra per i motivi qui indicati dal seguente comunicato stampa della Casa reale (comunicato che per paradosso viene citato dallo stesso Messaggero): «In base ai consigli degli esperti, è stato scelto l'ospedale di Wellington dove il principe Friso potrà essere curato ottimamente. Inoltre Londra offre ai figli del principe migliori prospettive di continuità e stabilità». Altro che eutanasia: qui si vuole curare al meglio il povero principe e non lo si vuole separare dall’affetto dei suoi cari (il principe viveva a Londra da tempo con tutta la sua famiglia).

Quale è la morale? La morale è che si strumentalizza un fatto per fargli dire quello che l’ideologia necrofora vuole fargli dire. Se la realtà non ti conforta nella tua tesi basta raccontarla in modo distorto. E così se il paziente è in coma significa che non potrà più risvegliarsi e quindi perché accanirsi tanto nel curarlo? Se i famigliari piangono per le condizioni di salute del principe Friso allora vuol dire certamente che stanno pensando di staccargli la spina.
Dal fatto nasce l’illazione e questa a sua volta diventa fatto di cronaca.