La religiosità anti-cattolica di Marco Pannella
Sempre a proposito della conversione di Marco Pannella, ingiudicabile come tutte le questioni che riguardano il cuore dell'uomo, va detto che fino all'ultimo fu davvero un uomo "religioso". Ma intriso di una religione profondamente anti-cattolica, una fede politica coerente contro la Chiesa.
La mia lettera, riguardo alle “conversione” di Marco Pannella, ha sollevato le critiche, dure, inappellabili, definitive, di alcuni amici e di persone verso cui nutro grande stima: chi sei, tu, per dire che Pannella non si è convertito? Rispondere a questa domanda non serve a risolvere una querelle personale, ma a chiarire un concetto che ritengo importante. Nessun uomo, laico, vescovo, o papa, ha il diritto di dire se Pannella si sia convertito o meno, e quale sia il suo destino, per chi crede, eterno. Infatti il sottoscritto non ha mai detto nulla di simile, non si è mai permesso di giudicare il cuore del politico radicale. Ho solo scritto che non vi sono segnali evidenti, di alcun tipo, che dicano di una conversione, e che darla quasi per scontata, acclarata, è una mancanza di rispetto sia verso la realtà tangibile dei fatti, sia verso il defunto.
Ma il punto non sta qui. Ciò che è stato addotto come evidenza per dichiarare questa conversione (perchè, sì, c'è chi ha letto nel cuore di Pannella, e gli ha assegnato il paradiso senza chiedergliene il permesso) è stata la sua amicizia con mons. Paglia e una sua lettera a Francesco.
Vediamo il primo fatto: mons. Paglia stesso ha detto di essere stato amico di Pannella, da lunga data, da quando il leader radicale conduceva le sue note battaglie per aborto, droga, eutanasia..; non ha assolutamente detto che il suo vecchio amico, negli ultimi tempi, avrebbe ritrattato le sue scelte e le sue idee; nè che avrebbe richiesto i sacramenti o qualcosa di simile.
E la lettera al papa? Non dimostra nulla: Pannella ne aveva scritte già in passato, anche a Giovanni Paolo II, senza mai rinnegare le sue idee e le sue battaglie. Una foto sua e di Bonino con il papa polacco era servita in varie campagne elettorali, ad un uomo che amava stupire, fare l'anticlericale, scagliarsi con parole violente contro il papa, per poi dichiararsi suo amico.
Era lo stesso Pannella che si alleava un giorno con Berlusconi, pochi mesi dopo con i suoi avversari politici; una legislatura a destra, una a sinistra (nonostante la professione di fede liberale e capitalista). Perchè i radicali hanno sempre avuto un' idea chiara: avanti, verso le nostre mete, con tutti quelli che ci stanno. Se serve, anche con i peggiori nemici. L'importante è guidare le danze.
Ma nella lettera al papa, si potrebbe rispondere, Pannella dice di aver abbracciato la croce. In verità abbiamo già visto Evo Morales fare della croce un simbolo del comunismo; così Pannella parla apertamente della “croce di Romero”, con una specificazione che è chiaramente significativa.
Ma non è qui il punto: Pannella era, davvero, un uomo “religioso”. Parlava spesso di religione, conosceva il catechismo cattolico, per averlo imparato da bambino, per averlo avversato tutta la vita. Tutta la vita Pannella si è trovato sulla strada i cattolici e la Chiesa: chi si è opposto alle sue battaglie su aborto, divorzio, droga ed eutansia, se non la Chiesa? Pannella da una parte attaccava la Chiesa, dall'altra, come facevano persino Hitler e Stalin, la stimava, come l'unico avversario degno, portatore di un pensiero, di una visione del mondo, di una missione. Tutti i regimi anticristiani del Novecento, hanno usato verso la Chiesa il bastone e la carota, la hanno blandita e calunniata: così Pannella mentre diffondeva la pratica dello sbattezzo, mentre dichiarava di versare l'8 per mille ai valdesi, mentre promuoveva l'associazione radicale anticlericale, mentre malediva mons. Ruini e tutti i suoi avversari, celebrava e magnificava quei preti che si dichiaravano via via per il divorzio, l'aborto...e che si affiancavano a lui. Gli ascoltatori di radio radicale sanno quanti tappeti verdi, per questi ecclesiastici venivano distesi. Strumentalmente? Certo, ma non solo. Pannella diceva sempre che “i cattolici sono con me, la gente non ha obbedito ai vescovi, ma ha seguito me e ha votato per aborto e divorzio”; quei voti gli servivano, ma quei voti avevano per lui anche un altro fascino. Si sentiva, infatti, un profeta; era, a suo modo, un profeta, circondato dalla sua chiesa. I radicali più intimi di Pannella, non hanno mai avuto nè famiglia, nè figli, come lui. E se hanno avuto dei figli, li hanno eliminati. Come un fratello del Libero Spirito medievale, Pannella vantava migliaia di rapporti sessuali, con uomini e donne, ma senza procreare. Nè famiglia, nè figli, come dei sacerdoti, sacerdoti della fede radicale. Il suo partito era un ordine religioso.
Coloro che si sentono profeti, come i radicali più duri e puri, combattono battaglie religiose, battaglie di salvezza. Tutta la modernità è intrisa di questa religiosità senza Dio. La modernità è fatta di ateismo e materialismo, ma a generarla sono stati dei leader religiosi, degli uomini di fede. Pensiamo al nostro Ottocento: l'uomo politico più affascinante è sicuramente Giuseppe Mazzini, un profeta con la barba, che parlava sempre di “fede” di “resurrezione”, di “religione del dovere”, di “Dio e popolo”, di “religione e popolo”. Eppure non era certo un cattolico, nè un amico della Chiesa, al contrario, un nemico accerrimo. Mazzini voleva offrire all'Italia una religione alternativa, un misto di patriottismo mistico, populista, panteista… Negli stessi anni i leader socialisti si presentavano spesso come i veri seguaci di Cristo, del Cristo trasformato in primo socialista, in amico degli ultimi e dei poveri, senza altro orizzonte.
E il Novecento? Anch'esso è segnato dalla religiosità nazista e comunista. Nazisti e comunisti professavano una fede politica, innalzavano statue, proponevano santi, celebravano cerimonie, riti… I nazisti arrivarono persino a dire che Cristo era, in verità un ariano; che avrebbe detto ben altre cose rispetto a quelle predicate dalla Chiesa; e professavano un “dio con noi”, che però non ha nulla a che vedere con il Dio trascendente degli ebrei, nè con il Cristo dei cristiani. Il loro dio, il loro cristo, permetteva l'aborto, e, guarda un po', persino l'eutanasia; persino la droga, di cui i gerarchi erano avidi consumatori, come non pochi radicali.
Tornando a Pannella, il suo linguaggio era spesso religioso, apocalittico; lo erano persino le musiche che intervallavano le trasmissioni di Radio Radicale, persino i nomi di di certe associazioni, come Nessuno tocchi Caino...
Ricordo la battaglia sugli embrioni del 2005, quando radio radicale, tra una maledizione pannelliana e l'altra nei confronti miei e di alcuni amici sulle stesse posizioni, diede spazio persino al sottoscritto. “Voi cattolici - ripeteva - siete dei materialisti, perchè parlate sempre di feti, di embrioni, di cellule e di carne”. No, Pannella non era una materialista, era uno spiritualista: il suo corpo lo maltrattava, lo prostrava, come i catari medievali. Quelli che predicavano la purezza, un Cristo e una religione diversa da quella della Chiesa, accusata di essere solo potere; quelli che predicavano la morte della famiglia, l'aborto, l'infanticidio, l'eutanasia... in nome di un odio profondo per il Dio cattivo, il Dio Creatore del mondo, dei corpi, della materia.
Pannella ha sempre detto di essere un uomo religioso, di stare dalla parte degli ultimi, di essere lui, davvero, dalla parte del “vero Vangelo”. Lo ha scritto anche nella famosa lettera a Francesco, in cui è chiaro il suo pensiero: io continuo a praticare “questo Vangelo”. Il verbo che ha utilizzato, “continuare”, dice tutto. Non è corretto attribuirgli ciò che non dice, presunti pentimenti di cui non parla, nè omettere ciò che dice. In vita Pannella è stato un eretico, come amava definirsi, non un ateo in senso stretto: forse per questo non amava molto i comunisti; per questo era molto più coerente, radicale, determinato, nelle sue battaglie contro vita e famiglia (loro poi, lo seguivano, pur detestandolo).
Sono sempre gli uomini religiosi, i più convinti, i più costanti, i più motivati... sono, per un cattolico, gli avversari più terribili, più coerenti, più duri, più tenaci. E' per questo che un radicale convertito, sarà, molto spesso, una persona che combatte per valori e ideali opposti a quelli in cui credeva un tempo, con la stessa determinazione, competenza, serietà, abnegazione. Mi viene in mente Eugenia Roccella, ex radicale, che il cardinal Ruini, che cercava il dialogo, scelse, nel 2007, per difendere le ragioni del matrimonio. Oggi, tanti anni dopo, Roccella è ancora sulle barricate, essendo tra i promotori (insieme a cattolici come Giovanardi e ad altri ex radicali come Quagliariello) del referendum abrogativo della lege Cirinnà.
Da questo punto di vista le leggi promosse dai radicali, sono state poi approvate, firmate da “cattolici” come Andreotti in passato, Renzi, Boschi, Mattarella oggi. Se è vero, come dice l'Apocalisse che “Dio vomita dalla sua bocca i tiepidi”, perchè non sono nè caldi, nè freddi, beh, allora i primi politici a preoccuparsi non sono i radicali, ma cattolici che votano leggi anticristiane. Quanto a Pannella, per concludere, oggi lui non esiste più, per chi non crede; è davanti al giudizio di Dio, per chi crede. Chi crede non può dire una parola in più, nè di odio, nè di celebrazione. Può solo pregare. Sa però, con certezza, che l' “eredità spirituale” che ci ha lasciato, le sue idee, non sono un patrimonio per tutti e per sempre, come ha detto un autorevole prelato, ma quanto di più lontano ci sia da un pensiero cristiano. Sono una eredità, ideale, di morte.