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CRISI POLITICA

La prossima implosione del Pdl

L'azzeramento delle cariche nel Pdl e il definitivo annuncio della rinascita di Forza Italia, delegittimano i ministri del centro-destra. In questo scenario è molto probabile l'implosione del centro-destra.

Politica 26_10_2013
Berlusconi

La riunione di ieri dell'Ufficio di Presidenza del Pdl, che ha ribadito il passaggio a Forza Italia, ha anche accelerato il cammino verso una scissione del centro-destra. L'8 dicembre prossimo potrebbe essere ricordato non solo per l'incoronazione di Renzi alla guida del Pd, ma anche per la definitiva separazione tra lealisti e governativi all'interno del centro-destra.

I ministri Pdl hanno sperato fino all'ultimo di far saltare la riunione di ieri, che di fatto ha azzerato tutte le cariche nel partito, anche quella del segretario Alfano, per riaffidare lo scettro interamente nelle mani di Berlusconi. Alla riunione hanno partecipato quasi soltanto gli oltranzisti anti-Letta, mentre Alfano era assente, così come i ministri dell'attuale governo. Accontentati, dunque, i falchi. Mentre la pattuglia pidiellina al governo ora si sente sfiduciata e teme che possano esserci ripercussioni sulla tenuta dell'esecutivo. La mossa del Cavaliere era nell'aria. Sentendosi nell'angolo dopo la nuova iniziativa giudiziaria nei suoi confronti da parte della Procura di Napoli, il leader del centro-destra vuole lanciare un ultimo avvertimento alla politica e alla magistratura: se lui verrà fatto fuori dal Parlamento, il centro-destra romperà le larghe intese e trascinerà il Paese nel vortice dell'ingovernabilità, provocando nuove elezioni.

In questo disegno distruttivo il Cavaliere può contare sul tacito appoggio dei renziani, che confidano nel voto anticipato in primavera per sconfiggere tutti gli uomini del vecchio apparato del Pd e neutralizzare la leadership di Letta. Ora il governo naviga a vista, quasi che la fiducia votata a inizio ottobre abbia già esaurito i suoi effetti salvifici sull'esecutivo. D'altronde, le manovre centriste dei ministri Pdl, in simbiosi con spezzoni di Scelta Civica e Udc, hanno il sapore di operazioni di piccolo cabotaggio, mirate alla sopravvivenza e prive di un respiro strategico. Il "tiro al piccione" che si è scatenato da tempo contro il Quirinale (vedi attacchi di Renzi a Napolitano e insinuazioni da parte di alcuni quotidiani circa presunti accordi tra Napolitano e Berlusconi per la grazia da concedere a quest'ultimo) ha l'obiettivo di indebolire il governo Letta (impallinando il suo principale sponsor e garante, cioè l'inquilino del Colle) e di provocare una crisi istituzionale che porti a un radicale cambiamento della classe politica. Ma per fare questo bisogna scardinare il sistema e scomporre gli attuali schieramenti. Il Pd, dopo la scontata vittoria di Renzi, cambierà marcia e rischia anch'esso scissioni. Non tutti, nel Pd, accetteranno la leadership del sindaco di Firenze, che ha tutta l'aria di non essere una guida inclusiva bensì finalizzata a eliminare tutte le voci di dissenso. Si apriranno dispute interne e alcuni settori del centro-sinistra più sensibili ai valori della defunta Margherita potrebbero uscire dal Pd e aggregarsi a un centro più pluralista e guidato da una personalità nuova e non riconducibile al mondo berlusconiano.

Nel centro-destra l'implosione sembra vicina. La leadership berlusconiana è l'unico collante che tiene unite anime di fatto incompatibili tra loro e che combattono solo per conquistare spazi di potere. Non esistono due linee politiche nel centro-destra, esiste una Babele di posizioni personalistiche che non riflettono una diversità di visioni politiche ma un'inconciliabilità di ambizioni. C'è bisogno di un nuovo centro-destra ispirato ai valori liberali e che nulla abbia a che fare con queste tristi beghe che dominano la scena di quel che resta del Pdl.

Per quanto riguarda le polemiche sul sistema elettorale, siamo di fronte a una vera commedia degli inganni e delle finzioni. Napolitano convoca al Quirinale le forze di maggioranza per auspicare e sollecitare una riforma del Porcellum, ben sapendo che gli attuali leader dei partiti principali hanno bisogno del Porcellum per sopravvivere. In primis Grillo e Berlusconi, che vogliono far fuori i dissidenti e "nominare" solo parlamentari graditi e accondiscendenti. E poi nel Pd c'è la disputa sul doppio turno, che divide alcune delle correnti del partito. Non sarà difficile trovare la "quadra". L'impressione è che il voto al Senato sulla decadenza di Berlusconi, qualora non venisse rinviato a dopo la sentenza della Cassazione sui due anni di interdizione inflitti all'ex premier, potrebbe avere effetti devastanti sul governo Letta, nuovamente in affanno. E quelli del Pd non si illudano: se implode il Pdl, esplodono anche le contraddizioni nel Pd, tenuto unito dall'antiberlusconismo e da null'altro. Simul stabunt simul cadent.