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BEL VEDERE

La prima di Chardin in Italia

Ferrara dedica una grande mostra a uno dei più significativi artisti del Settecento francese, che Van Gogh considerava grande quanto Rembrandt. Le pennellate  di un artista che riusciva a rendere "viva" anche una natura morta.

Bel Vedere 30_12_2010
Chardin, le bolle di sapone
opera arte
In lui riconoscevano il più diretto erede di Vermeer. Van Gogh lo considerava grande quanto  Rembrandt. Profondamente stimato da artisti quali Cezanne, Braque, Matisse e Morandi, Jean Simeon Chardin riveste senz’altro un ruolo di rilievo nella storia dell’arte europea, essendosi imposto come uno degli artisti più originali del suo tempo, discordando dal tradizionale Settecento francese per formazione, inclinazioni tutt’altro che accademiche e scelte iconografiche. Ci si serve dei colori ma si dipinge con il sentimento, diceva, sintetizzando in una battuta un approccio rivoluzionario, per l’epoca, alla pittura, che si nutriva più dell’osservazione diretta della realtà che dello studio dei grandi maestri del passato.

Niente scene di storia né mitologia per lui; piuttosto nature morte dominate da oggetti di uso domestico che riusciva a rendere, a detta dei suoi stessi contemporanei, con effetti quasi magici. “Grande mago”, infatti, “scienziato del colore e dell’armonia” lo apostrofava Diderot, incantato, come altri critici ed intellettuali, dalle opere esposte ai Salon parigini che gli conquistarono anche la stima del sovrano di Francia, Luigi XV. La consacrazione definitiva presso il grande pubblico arrivò nel 1737, quando al Louvre espose le sue prime ricerche sulla figura umana. Anche in questo caso il soggetto, che fosse un umile domestico o un rampollo della borghesia parigina, è sorpreso in gesti semplici e quotidiani, di cui il pittore riesce, attraverso la luce e il colore, a svelare la insita e nascosta bellezza.

Ferrara gli dedica una grande mostra, la prima in Italia, che ripercorre le tappe salienti del suo percorso artistico, dagli esordi all’ultimo periodo quando problemi di salute lo indussero ad abbandonare la tempera ad olio e ad affidarsi ai pastelli con i quali diede vita a ritratti di sorprendente intensità psicologica. Dalle nature morte come dalle scene di genere emerge la figura di un uomo che, con passione, utilizza la pittura come strumento di conoscenza della realtà e, contemporaneamente,  quella di un pittore che, ossessionato dal rapporto tra tono e colore, si cimenta ostinatamente nella resa della luce su oggetti e persone.


CHARDIN. Il pittore del silenzio
Ferrara, Palazzo dei Diamanti
Fino al 30 gennaio 2011
Orario: tutti i giorni 9 -19
Ingresso: intero € 10, ridotto € 8
Info: 0532-244949