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IL MARTIRIO E LA PAURA DI DIO

La Passione di Jacques, martire di Cristo. In Francia

Come il Signore Gesù Cristo, che gli ha concesso il grande dono di poter partecipare anche fisicamente alla sua Passione e Morte, come il Signore è stato il vero grande vincitore in questa vicenda. Ma mentre si diffonde la luce di Dio, è doveroso chiederci tutti se questa situazione in cui ci troviamo a vivere non sia stata fin troppo favorita da equivocità delle nostre autorità, comprese quelle ecclesiastiche.

Libertà religiosa 27_07_2016
Padre Jacques Hamel

In questo momento, la cui terribilità diventerà quotidiana, il nostro pensiero, il nostro cuore e la nostra ragione accompagnano questo strenuo difensore della Chiesa, questo servo appassionato del Signore fino a un’età così tarda, quest’uomo di Dio che con il suo sacrificio ha sovrastato l’orribile violenza che è stata perpetrata su di lui.

Come il Signore Gesù Cristo, che gli ha concesso il grande dono di poter partecipare anche fisicamente alla sua Passione e Morte, come il Signore è stato il vero grande vincitore in questa vicenda. Perché questi figli delle tenebre che scorrazzano per il mondo civile, che rendono così precaria la nostra esistenza, che fanno vivere i nostri popoli in una costante paura; questi figli delle tenebre hanno già perso la battaglia, come l’ha persa il loro comandante. Solo che la vittoria di Cristo, in Lui come nei suoi figli, si realizza attraverso il sacrificio.

Come breve e significativo commento vorrei anche ricordare a tutte le nostre autorità, comprese quelle ecclesiastiche, che il numero dei martiri cristiani in questi ultimi decenni ha già superato il numero dei martiri dei primi tre secoli, quando la Chiesa era conosciuta come la Chiesa dei martiri. È un grande flusso di grazia, di vita buona di Dio che si diffonde nei nostri cuori e nelle nostre coscienze. Ma mentre si diffonde la luce di Dio, è doveroso chiederci tutti se questa situazione in cui ci troviamo a vivere non sia stata fin troppo favorita da equivocità di posizioni teoriche, da equivocità di posizioni morali; e soprattutto da una prudenza che non era evangelica, ma solo il tentativo di dare cittadinanza o dignità alla cosa più terribile che un cristiano possa vivere come tentazione: quella di aver paura di Dio.

*Arcivescovo di Ferrara-Comacchio e abate di Pomposa