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SETTIMANA SANTA

La nostra speranza si afferma nonostante la peste

Cogliamo questa quarantena collettiva per leggere con calma il Nuovo Testamento, e soprattutto le storie della passione, morte e risurrezione del Signore. Sì, è vero: non abbiamo le risposte a tutte le domande poste dalla sofferenza umana. Ma abbiamo l'affermazione dell'amore di Dio per ognuno di noi in Gesù. Essendo Dio, si è abbassato alla nostra umile condizione umana, ha affrontato la morte sulla croce, ma poi è risorto gloriosamente.

Ecclesia 07_04_2020

Senza dubbio, quest'anno 2020 ci porta una Pasqua tragicamente storica, in tempi di pestilenza e di pestilenza globale... Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, l'intera umanità non è stata sottoposta a una situazione tanto grave, mortale, come questa. Bene, nonostante questa realtà inesorabile, la Pasqua cristiana arriva provvidenzialmente per darci incoraggiamento, forza e speranza per la vita e la felicità.

Tutti proviamo paura e tristezza per la minaccia che questa pandemia incarna, per il dolore e la sofferenza che ha già prodotto. Non solo per le morti causate, ma per le esigenze e le conseguenze della necessaria quarantena. In queste circostanze, a ognuno di noi viene presentato l'enigma, il mistero travolgente della sofferenza umana. Perché la morte di così tanti e l'angoscia di milioni di persone? Perché Dio permette questa tragica pandemia?

Noi cristiani affermiamo con viva e ferma fede che “Dio è amore” (1 Gv 4,8). Nonostante la realtà del dolore, della morte, del male fisico e morale, proclamiamo che Dio ci ama e che ci ha creati per essere felici. Ma poi, perché la sofferenza? Perché questa pestilenza? È certamente un mistero. Ma l'enigma del dolore viene chiarito un po’, qualcosa viene compreso - non del tutto - alla luce della fede cristiana in Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo per la nostra eterna redenzione, salvezza e felicità. Lui, essendo Dio, ha assunto la realtà umana in tutto, tranne il peccato (He 4:15), per accompagnarci, per darci l'esempio della forza di fronte alla sofferenza e renderla una fonte di redenzione, e per darci la speranza della risurrezione con la propria risurrezione.

Il male fisico e, tra le altre cose, la morte, sono l'effetto del peccato originale e del peccato del mondo, i peccati degli esseri umani. Questo è ciò che San Paolo ci insegna nella sua lettera ai Romani 5, 12-17. Il male morale, la malvagità, ha portato disordine, passioni e vizi, tristezza e angoscia nel mondo. La sofferenza è dovuta al peccato, al peccato di Adamo in primo luogo e al peccato del mondo, degli esseri umani attraverso la storia e oggi; dei nostri peccati, che fanno molto male agli altri.

La nostra fede cristiana ci insegna che il mistero del dolore è chiarito e reso sopportabile alla luce del Cristo crocifisso, del Cristo Nazareno, che porta la sua croce, il peso della sofferenza come noi; che muore offrendo la sua vita a Dio in espiazione dei peccati dell'umanità. E che si alzò gloriosamente. Sì! Fu resuscitato e quindi ha sconfitto il male, il peccato, il diavolo e la morte.

Senza dubbio, la resa di Gesù alla morte e la sua successiva risurrezione, anche se non riescono a spiegare tutto e a fornire risposte a tutte le domande sulla sofferenza, in particolare quella degli innocenti, ci confortano e ci incoraggiano. Lui, che è Dio, è diventato uno di noi, ha condiviso la sofferenza con noi, e l'ha vinta e superata con la risurrezione.

Ecco perché la Settimana Santa cattolica, celebrazione liturgica della Passione, morte e risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo, ci conforta, ci rafforza, ci riempie di speranza. Siamo chiamati alla vita, alla salvezza, alla felicità. Cristo sulla croce e poi risorto, vittorioso dal sepolcro, così ci ribadisce e ci assicura. Ecco perché, anche nel mezzo di questa crudele piaga globale, possiamo rafforzare la nostra fede - come ha esortato Papa Francesco il 27 marzo a San Pietro - e andare avanti con speranza. Uniti a Cristo possiamo superare tutte le difficoltà!

Cogliamo quindi questa quarantena collettiva per leggere con calma il Nuovo Testamento, e soprattutto le storie della passione, morte e risurrezione del Signore. Consiglio in particolare le storie di San Matteo, capitoli dal 26 al 28, e di San Giovanni, dal 18 al 20.

Sì, è vero: non abbiamo le risposte a tutte le domande poste dalla sofferenza umana, specialmente dagli innocenti. Ma abbiamo l'affermazione dell'amore di Dio per ognuno di noi in Gesù, il Nazareno. Essendo Dio, si è abbassato alla nostra umile condizione umana, ha affrontato la morte sulla croce, ma poi è risorto gloriosamente (cfr. Fil 2, 5-11). Lui ci accompagna e ci insegna la via della pace, della salvezza e della felicità: attraverso la croce delle avversità, delle difficoltà dell'esistenza, del dolore e della morte, andiamo verso la felicità della risurrezione e della vita eterna.

Approfittiamo bene di questa SettimanaSanta. Con la lettura del Vangelo, con più preghiera familiare, seguendo le celebrazioni liturgiche in TV, radio e internet. E invochiamo con fiducia la nostra amorevole madre, Maria, regina e madre di misericordia. DIO È AMORE ED È CON NOI!

*arcivescovo emerito di Caracas