La mostra sul Beato Angelico, uno spiraglio di Paradiso
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Allestita a Palazzo Strozzi e nell’ex convento domenicano di San Marco, la mostra sul religioso e pittore proclamato patrono degli artisti. Un’esposizione (visitabile fino al 25 gennaio 2026) che riunisce brani di opere disseminati nei musei di tutto il mondo.

«A te voglio cantare davanti agli angeli». Citando il Salmo 138 (137), il 18 febbraio 1984, nella basilica romana di Santa Maria sopra Minerva che ne conserva le spoglie mortali, Giovanni Paolo II aprì l’omelia della Messa celebrata per proclamare patrono degli artisti il già beato fra Giovanni da Fiesole, al secolo Guido di Pietro, universalmente noto come l’Angelico (1395 ca - 1455). E cantore della gloria di Dio lo fu davvero il frate fiorentino, entrato a far parte nel 1420 dell’ordine domenicano, scegliendo di abbracciarne la ferrea regola dell’osservanza. La sua arte scaturiva, in effetti, da una fede realmente vissuta, nutrita da una profonda conoscenza della dottrina sacra che il suo ambito vocazionale gli garantiva.
Non era stato, comunque, Giovanni Paolo II il primo Pontefice ad ammirarne il talento: una trentina di anni addietro già Pio XII ne aveva ricordato «le mistiche visioni, ove bellezza ed armonia quasi trascendono i vertici dell'umano per aprire come uno spiraglio nei cieli». Fu, dunque, l’Angelico un «beato propagandista del Paradiso», secondo la geniale definizione data nel 1970 da Elsa Morante che in un memorabile saggio ne evidenziò l’innato amore per la luce, indubbiamente uno degli elementi cardine della sua grammatica poetica.
È un conclamato spiraglio di Paradiso, allora, quello che è dato di intravedere a chi visita la mostra in corso a Firenze, allestita nella duplice sede di Palazzo Strozzi e dell’ex convento domenicano di San Marco che, divenuto museo nelle sue parti monumentali, dell’Angelico conserva la collezione più grande al mondo. Il progetto espositivo è davvero ambizioso e, per la sua portata, probabilmente irripetibile; a essere riunite a Firenze, provenienti da prestigiose istituzioni internazionali, sono, infatti, più di centoquaranta opere, tra disegni, dipinti, miniature e sculture, che coinvolgono anche altri artisti coprotagonisti di quello straordinario periodo di passaggio tra tardogotico e Rinascimento. La figura dell’Angelico emerge per la sua capacità di coniugare una spiritualità di carattere ancora medievale, intrisa di luce, con la fisicità monumentale di figure che quella stessa luce distribuisce in uno spazio prospettico, facendo loro acquisire un solido volume col fine unico di raccontare, con dolcezza, la veridicità della storia sacra.
E se a Palazzo Strozzi il percorso si sviluppa seguendo la cronologia di peculiari tematiche, dettate da altrettante specifiche committenze, non solo religiose, a San Marco gli ambienti stessi testimoniano la presenza del grande pittore che qui intervenne arricchendo la mirabile architettura di Michelozzo con gli affreschi destinati alla contemplazione dei confratelli domenicani.
Oltre ai molteplici restauri, dettati da irrimandabili urgenze conservative, intrapresi e conclusi per l’immancabile appuntamento fiorentino, la mostra può vantarsi anche di avere riunito brani di opere disseminati in musei di tutto il mondo. Uno per tutti è il caso della Pala di San Marco, concepita originariamente per l’altare maggiore dell’omonima chiesa e ricostruita attraverso diciassette delle diciotto parti fin qui note. Nella tavola centrale, le linee prospettiche convergono verso il centro dove la SS. Vergine e il suo Bambino, su un ampio trono e sullo sfondo di un hortus conclusus, simbolo della purezza di Maria, sono circondati da schiere di angeli e santi che, attraverso lo sguardo e una gestualità concreta, dialogano tra loro, prendendo spunto dalle vicende di Cosma e Damiano – i santi inginocchiati sul davanti – narrate nella predella. Ci ingaggiano in un dialettico confronto, in una sacra conversazione che ci induce a riflettere sul tema del Paradiso, ovvero il destino riservato ai giusti e reso possibile dal sacrificio di Cristo in Croce, che, piccolo e minuzioso quadro nel quadro, quale preziosa miniatura appare in primo piano.
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BEATO ANGELICO
Firenze, Palazzo Strozzi e Museo di San Marco
Dal 26 settembre 2025 al 25 gennaio 2026
www.palazzostrozzi.org