Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
BEL VEDERE

La meraviglia della natura morta

In mostra a Tortona un genere pittorico che si sviluppò grazie agli artisti della nuova scuola lombarda e il loro uso innovativo del colore.

Bel Vedere 01_10_2011
Hayez


La mostra in corso a Tortona racconta di quello speciale rapporto
venutosi a creare, nel periodo compreso tra un inoltrato Ottocento e gli albori del secolo scorso, tra le Accademie di Belle Arti, la committenza borghese e il genere pittorico della natura morta che sempre più, a partire da allora, cominciò ad indulgere sui particolari di ceste ricolme di frutti acerbi o maturi, fiori, cibi, animali e oggetti che per la qualità della tecnica e il realismo dei colori sembrano quasi fuoriuscire dai dipinti.

A Brera, all’Ateneo di Brescia e all’Accademia Carrara di Bergamo si formò la generazione di artisti della “nuova scuola lombarda”, figlia della Scapigliatura, che si contraddistinse per le proprie innovative capacità in fatto di uso del colore, per il particolare gesto pittorico e per le scelte dei soggetti delle loro opere. Nelle esposizioni cui presero parte la presenza della natura morta crebbe a livello esponenziale perché sempre più richiesta dal mercato dell’alta borghesia e dell’imprenditoria milanese e lombarda. Si venne, infatti, a creare una vera e propria moda e, di conseguenza, una sorta di gara tra i committenti più influenti che si contendevano gli artisti più apprezzati, ovvero quelli capaci di rendere con più verità e verosimiglianza gli oggetti rappresentati.

Sia i maestri del naturalismo, come Filippo Carcano o Mosè Bianchi, che i colleghi più giovani, quale Gaetano Previati, Giovanni Segantini, Emilio Longoni, Giuseppe Pellizza da Volpedo, protagonisti della rivoluzione divisionista dell’ultimo decennio del Novecento, si cimentarono in questo genere, alimentando un filone iconografico caposaldo della pittura “dal vero” e rinnovandolo completamente dal punto di vista stilistico.

Dalle principali raccolte storiche di Musei e Fondazioni italiane - prime fra tutte quella della Galleria d’Arte Moderna di Milano che presta un nucleo significativo di quadri, quasi tutti oggetto di  recente restauro - il percorso espositivo riunisce una selezione di sessanta opere di artisti celeberrimi, tra cui spiccano i nomi di Francesco Hayez e Domenico Induno, per quanto riguarda l’area milanese, di Francesco Inganni, per quella bresciana, senza dimenticare la particolare fortuna che questo tipo di pittura riscosse in ambiti geografici e culturali più lontani come dimostrano i lavori del napoletano Giocchino Toma. Tutte, indistintamente, sono considerate tra le migliori rappresentazioni  del genere.



LA MERVIGLIA DELLA NATURA MORTA. 1830 -1910
Dall’Accademia ai maestri del Divisionismo

Tortona (AL), Palazzetto Medievale – Pinacoteca – Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona
Fino al 19 febbraio 2012
Orario: da giovedì a domenica 11 -19
Ingresso: € 5
Info: 0131.822965