La Madonna nera di Oropa
Vicino a Biella sorge l'imponente complesso di Oropa, santuario mariano che si narra avesse ospitato una statua della Madonna Nera scolpita dallo stesso San Luca. Adesso, una Maria con Bambino benedice i pellegrini.
Quello di Oropa è uno dei santuari mariani più importanti di tutto l’arco alpino, situato nella suggestiva conca di un paesaggio incontaminato a 1200 mt di altezza, non lontano da Biella. Se i primi documenti ad esso relativi risalgono al XIII secolo, è pur vero che tutto ebbe inizio molto tempo prima, quando Eusebio, vescovo di Vercelli nel IV secolo, portando ad Oropa da Gerusalemme la statua lignea della Madonna scolpita da San Luca, introdusse nel territorio il culto cristiano e mariano. Così facendo diede vita ad un luogo caro a generazioni di pellegrini che da sempre vi accorrono numerosi per venerare la Vergine Bruna.
La statua sarebbe stata nascosta dal Santo tra le stesse rocce che oggi si trovano addossate alla chiesa, attorno alle quali sarebbe poi sorta una Cappella, detta del Roc, ampliata quando nel 1600 i Biellesi decisero di costruire una Basilica per un voto fatto in occasione della peste del 1599. Ora essa è detta Antica per distinguerla dalla chiesa superiore, di epoca più moderna. Al suo interno, nel sacello eusebiano, cuore di tutto il santuario, è custodita la statua della Madonna Nera, dal manto blu e con l’abito e i capelli colore dell’oro. Contrariamente a quanto accade per le Vergini nere romaniche, rappresentate in trono e simbolo di Sede della Sapienza, qui la Madonna è in posizione eretta, con il Bambino seduto sul suo braccio, benedicente con una mano mentre con l’altra regge un uccellino, segno della futura Passione.
La fattura del simulacro, realizzato in legno di cirmolo, è stata stilisticamente riferita all’area valdostana quale opera di un ignoto scultore attivo nel XIII secolo. Altrettanto sconosciuto risulta essere il pittore che nel Trecento affrescò le pareti del sacello con figure di santi ed episodi della vita di Maria. Qui compare, inoltre, il tema della stella a otto punte, divenuta simbolo araldico del santuario stesso. Alla Madonna Nera sono attribuiti moltissimi miracoli e la statua stessa è ritenuta prodigiosa: sul viso della Madre e del Figlio, infatti, non si posa mai la polvere ed essa, nonostante il passare dei secoli, non presenta alcun graffio.
Il complesso, che con l’intervento dei più celebri architetti sabaudi ha assunto dimensioni imponenti, include la Basilica Superiore e numerosi edifici porticati oltre alla Chiesa Vecchia, cui si accede dalla sommità di una scalinata monumentale attraverso la Porta Regia. Dall’inizio del XVII secolo questo è il saluto augurale che ogni pellegrino, che qui si rechi, riceve: «Oh, davvero è beato, o Vergine Beata, colui sul quale si posano i tuoi occhi».