DOCUMENTO
«La legge sulla blasfemia tradisce il Pakistan»
Il testo (in italiano) della conferenza stampa con Asia Bibi, che ha segnato
la condanna a morte del Governatore
del Punjab Salman Taseer.
- IL VIDEO
Attualità
11_01_2011
Pubblichiamo la traduzione della conferenza stampa tenuta dal Governatore del Punjab, Salman Taseer, il 20 novembre 2010, nella prigione distrettuale di Sheikhupura, al fianco di Asia Bibi, la donna cristiana condannata per blasfemia. Il Governatore è stato poi ucciso il 4 gennaio scorso a causa del suo impegno per Asia Bibi e contro la Legge sulla Blasfemia. E' un documento eccezionale perché questa conferenza stampa ha segnato la condanna a morte di Taseer.
Il video si apre con l’ingresso della prigione distrettuale di Sheikhupura.
Il video si apre con l’ingresso della prigione distrettuale di Sheikhupura.
Quindi si vede Asia Bibi velata, al fianco del Governatore del Punjub, Salman Taseer, accompagnato dalla moglie, dalla figlia e dall’ufficiale di polizia. Sono inoltre presenti giornalisti della TV statale e delle TV private, nonché delle testate giornalistiche nazionali.
Mentre Asia Bibi appone la propria impronta digitale, il Governatore spiega ufficialmente che in tal modo Asia sta firmando la sua richiesta di grazia al Presidente della Repubblica.
A questo punto il Governatore Taseer inizia il suo discorso:
“Vorrei cominciare in nome di Allah misericordioso e clemente.
Sono venuto qui per incontrare Asia Bibi. Lei sta in prigione da un anno e mezzo. La sua condanna, secondo me, è molto dura e crudele. Lei ha fatto un appello scritto al Presidente della Repubblica del Pakistan, Sig. Asif Ali Zardari, affinché la sua condanna possa essere perdonata. Se Allah vuole, il Presidente, considerando il caso umano, la perdonerà.
Vorrei anche aggiungere che il Pakistan di Quad-e-Azam Muhammad Ali Jinnah (Padre della Patria pakistano, ndr) non aveva una simile legge e neanche poteva esserci una condanna così crudele. La nostra religione protegge le minoranze. Il fondatore del Pakistan, Muhammad Ali Jinnah, aveva aggiunto la striscia bianca nella bandiera del Pakistan che rappresentava le minoranze ed era a favore della loro protezione. Per questo la sua condanna (di Asia Bibi, ndr) secondo me è contro l’umanità.
Io, in qualità del Governatore del Punjab, sono responsabile del Punjab costituzionalmente. Quest’appello mi è stato consegnato. Io porterò quest’appello al Presidente della Repubblica del Pakistan e, se Allah vuole, la condanna sarà cancellata attraverso la grazia.
In questo Paese il 99% dei cittadini è musulmano e non è possibile che qualcuno insulti il Profeta - qui tutti siamo musulmani - e sono sicuro, avendo studiato bene il suo caso, che non è stato fatto niente di simile. Lei è una povera donna cristiana in condizioni disgraziate. Lei non aveva nemmeno la difesa legale, non aveva la possibilità economica di difendersi.
Dunque, condannare una minoranza così povera e impotente è mettere in ridicolo il pensiero del fondatore e la Costituzione della Nazione.
Per questo lei ha fatto l’appello e, se Allah vuole, sicuramente otterrà la grazia. Secondo l’articolo 45 della Costituzione del Pakistan il Presidente della Repubblica ha pieno diritto di perdonare chiunque. Io penso che lei (Asia Bibi, ndr) potrà essere liberata dalla punizione che è stata annunciata”.
A una domanda sul conflitto religioso il Governatore risponde:
“Non dovrebbe diventare un conflitto religioso. Qui si tratta dell’umanità e vogliamo discutere sul piano umanitario, e vogliamo rimanere solo su questo piano senza entrare nella discussione religiosa. E, come ho detto, vogliamo promuovere il Pakistan secondo la concezione del Fondatore della Nazione Quad-e-Azam Muhammad Ali Jinnah, per farlo diventare una nazione aperta nel pensiero e desiderosa del progresso. Noi siamo eredi di Quad-e-Azam Muhammad Ali Jinnah, del martire Zulfiqar Ali Bhutto, della martire Benazir Bhutto, e vogliamo vedere un Pakistan dal pensiero aperto e progressista”.
Alla domanda se il sistema giudiziario pakistano prende delle decisioni sbagliate, il Governatore risponde:
“Guardi! Non voglio discutere sulle decisioni del sistema giudiziario. Questa è una decisione di un giudice. La convinzione del giudice rimarrà, ma noi (con la grazia, ndr) cancelleremo la punizione. Non voglio interferire nel lavoro del sistema giudiziario. Io farò perdonare la sua condanna per amore dell’umanità”.
Alla domanda se il Governatore si schiera con Asia Bibi a causa della richiesta fatta dai pachistani o perché vi è stata una protesta mondiale, lui risponde:
“Guardi che non sono venuto qui per la visibilità internazionale, ma perché già seguivo questo caso da prima. Noi lavoriamo affinché la Corte possa decidere di salvare persone bisognose come lei. Ciò che noi vogliamo fare è secondo il diritto del Presidente della Repubblica del Pakistan e non vogliamo entrare nelle procedure giudiziarie”.
Un giornalista puntualizza che il Governatore ha appena detto che Asia Bibi ha chiesto la grazia per il perdono, mentre ora sta affermando che è già stata perdonata; il Governatore interrompe e chiarisce:
“Non ho detto che ho perdonato. Ho detto che lei, Asia Bibi, si è appellata al Presidente della Repubblica. Io sono Governatore secondo la Costituzione del Pakistan e porterò questo appello al Presidente e loro (la polizia, ndr) lo manderanno all’Home Department secondo la legge. Dopo che l’appello di Asia Bibi arriverà al Presidente della Repubblica, allora il Presidente la perdonerà. Questo è quello che ho detto. Io non posso perdonare nessuno. Tante grazie!”
(Traduzione: Mobeen Shahid, Pontificia Università Lateranense, per Umanitaria Padana Onlus)