La Guinea Bissau dalla parte degli albini
Il governo ha avviato non senza difficoltà un censimento degli albini del paese, primo passo per poter fornire loro l’assistenza necessaria e tentare programmi di inclusione sociale

Una buona notizia arriva dalla Guinea Bissau, piccolo stato dell’Africa occidentale con poco meno di due milioni di abitanti. Nelle scorse settimane il Ministero per le donne, la famiglia e la solidarietà sociale ha avviato una campagna per registrare tutte le persone affette da albinismo per poter predisporre programmi di sostegno e di inclusione sociale per loro e per le loro famiglie. Collaborano con il ministero una organizzazione non governativa portoghese e l’Associazione guineana delle persone albine. Finora sono state individuate e censite 40 persone nella capitale Bissau. Ma gli incaricati di effettuare le rilevazioni operano con molta difficoltà, e ne incontreranno molto probabilmente di maggiori quando si sposteranno nei centri urbani minori e nei villaggi, per due fondamentali motivi. Il primo è costituito dai pregiudizi che circondano gli albini, fatti oggetto di stigma per il loro aspetto, ragione per cui le famiglie e loro stessi sono restii a farsi avanti. Un secondo ostacolo, come spiega Paula Saad, il funzionario che segue i lavori, è la diffidenza diffusa e radicata nei confronti delle istituzioni governative: “c’è il pensiero che qualcuno voglia approfittare della loro condizione di albini. Non è niente del genere, possiamo aiutarli solo se sappiamo quanti sono, dove sono e quali sono i loro reali bisogni”. Secondo Paula Saad i più gravi problemi degli albini sono la mancanza di iscrizione all’anagrafe, che favorisce emarginazione e abusi, la difficoltà a proseguire, e in certi casi anche solo intraprendere, gli studi, che ne pregiudica il futuro, e l’esclusione dall’assistenza sanitaria di cui hanno estremo bisogno esposti come sono a gravi malattie. “Ma grazie a Dio – dice – in Guinea certe credenze non ci sono”. Si riferisce alla convinzione diffusa in diversi stati africani che con gli organi degli albini gli stregoni confezionino gli amuleti più potenti e quindi più preziosi. Il corpo di un albino può valere anche 75.000 dollari al mercato clandestino.