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VISTO E MANGIATO

La Fiera di Sant'Orso ad Aosta

Giorni di festa nel capoluogo valdostano che ricorda il patrono della città. Un'occasione per visitare l'antico Borgo.

Visto e mangiato 29_01_2011
aosta

opera arteIl 30 e il 31 gennaio di ogni anno la vie di Aosta si riempiono di luci, musica, bancarelle che espongono prodotti artigianali, tutto per solennizzare con gioia i giorni che precedono il die natalis di S. Orso, ovvero il giorno della sua morte e quindi della rinascita in Cristo, avvenuto secondo la tradizione il primo febbraio dell’anno 529.

Sant’Orso era un presbitero aostano, un uomo di Dio semplice e integro, fervente nella preghiera e nelle opere di carità. Visse sempre del frutto del suo lavoro che condivideva con i più poveri, per questo la sua festa è anche la festa delle attività agricole e artigianali della valle. 

Oggi la festa occupa tutte le vie del centro, mentre in origine si svolgeva nel Borgo di Aosta, l’area esterna alle antiche mura romane dove sorge la Collegiata dedicata al santo. Proprio quest’area conserva alcune delle testimonianze storico-artistiche più interessanti della città e merita una visita approfondita.

Come gli antichi viaggiatori provenienti dalla pianura entriamo in città da oriente, seguendo la Via delle Gallie; questa strada consolare romana venne tracciata nel I sec. a.C., quando, dopo aver sconfitto l’antica popolazione valligiana dei Salassi, i romani colonizzarono la regione fondando Augusta Praetoria, oggi Aosta. Dopo aver superato il fiume Buhtier l’approssimarsi delle antiche mura cittadine è segnalato dal grande arco di trionfo dedicato ad Augusto, un arco in pietra ad un solo fornice eretto nel 25 a.C. . Oltrepassato l’arco si percorre l’attuale via Sant’Anselmo, sul tracciato extramuraneo dell’antico Decumano Massimo. Siamo ormai nel già ricordato borgo, l’antica area suburbana tra l’arco di trionfo e la porta principale della città, la monumentale Porta Pretoria; Porta Pretoria è un eccezionale esempio di porta urbica romana sopravvissuta nei secoli: è formata da una doppia cortina muraria di conci di pietra quadrata, ai lati presenta due poderose torri e nel centro tre fornici, di cui quello mediano molto più largo e altro dei due laterali.

Cuore del borgo era ed è tutt’oggi il priorato di Sant’Orso che dall’età tardo antica custodisce la memoria del santo. L’attuale collegiata risale all’XI secolo e ha inglobato la primitiva chiesa tardo antica eretta per ospitare le reliquie di Sant’Orso, la cui vera data di morte non è certa, ma sicuramente anteriore alla fine del XIII secolo, come testimonia una Vita beati Ursi redatta in quel periodo. Elementi notevoli del complesso della collegiata sono il maestoso campanile romanico, eretto nel 1131; la cripta del X secolo; il meraviglioso chiostro rettangolare, del XII secolo, che conserva quarantadue capitelli romanici di squisita fattura, esempio della fantasia, dell’eleganza e della perizia tecnica delle maestranze medievali. Anche la decorazione pittorica è significativa: all’interno della chiesa, nella parte superiore della navata centrale, vi sono brani di affreschi dell’XI secolo con la vita di Gesù e degli Apostoli, mentre l’edificio che ospitava il priorato conserva l’elegante cappella quattrocentesca di San Giorgio (purtroppo al momento non visitabile) con affreschi di scuola franco-valdostana.

Per concludere letteralmente in bellezza questo percorso si può visitare il Museo del Tesoro di Sant’Orso (Piazzetta Sant’Orso, tel. 0165/40614) ubicato nella sacrestia del coro della collegiata, che conserva preziosi oggetti di oreficeria trecentesca e quattrocentesca, arredi sacri e importanti manoscritti.  


papillon   CONSIGLIA

Per gli acquisti golosi:
Il prodotto simbolo della Valle d’Aosta è la Fontina, formaggio Dop a forma cilindrica tipicamente appiattita,  con facce piane, il cui peso varia dagli 8 ai 12 chili, di diametro di 43 cm, dalla crosta compatta di colore marrone, a pasta semicotta, elastica, morbida, dall’occhiatura caratteristica, dal colore giallo paglierino e gusto dolce. Lo produce il Consorzio dei produttori (Regione Borgnalle, 10/L  - Tel. 016544091) di Aosta: oltre ad acquistarla direttamente, dal consorzio si possono avere gli indirizzi delle botteghe autorizzate alla vendita.

Per i vini:
Il produttore leader della Valle d’Aosta è Costantino Charrère, titolare de Les Crêtes (Loc. Villetos, 50 - Tel. 0165902274) di Aymavilles. Formidabili alcuni suoi vini, tra cui spiccano, tra i rossi, il gustoso Torrette, dal naso floreale e dal sorso fresco,, tra i bianchi, Petite Arvine, dall’elegante profumo agrumato e dalle suggestive note di frutta esotica, e quello Chardonnay Cuvée Bois, che, di complessità somma, gusto sapido e morbido, è a detta di critica e guide uno dei migliori vini d’Italia.

Per mangiare:
La tavola migliore della valle d’ Aosta, è a Gignod (Ao) ed è la Locanda La Clusaz (loc. La Clusaz, 1 - tel. 016556075 • www.laclusaz.it - Riposo settimanale: martedì, mercoledì a pranzo Ferie: dal 4 al 30/11 e dal 10/5 al 10/6). I piatti migliori, la tartrà alle erbette accompagnata da una gustosa salsa al Bleu d’Aoste, tra i primi, il risotto al caffè con riccioli di foie gras, e quello con una leggera mantecatura al timo con petto e coscia di quaglia, fra i secondi, la tagliata di sottofiletto con tortino di patate e porri, lo stinco di maialino da latte al vino bianco.

Per dormire:
Per gli amanti dello sci, alla visita alla Fiera di Sant’Orso, vale la pena far seguire una sosta nella non lontana Cervinia, all’Hotel Hermitage (strada Piolet, 1 - tel. 0166948998 - www.hotelhermitage.com), che è struttura tra le più romantiche d’Italia. Molto valida anche l’offerta gastronomica, visto che all’interno dell’albergo opera un ottimo ristorante.