La "due giorni" ucraina di Papa Francesco
Ieri la visita in Vaticano di Zelensky, giovedì l'incontro tra il Pontefice e Shevchuk.
Scorrendo le udienze di giovedì e venerdì si ricava l'impressione di una "due giorni ucraina" per Papa Francesco, che ha ricevuto prima l'arcivescovo maggiore di Kiev, mons. Sviatoslav Shevchuk, e ieri il presidente Volodymyr Zelensky.
«Volevo informare il Santo Padre sulla situazione in Ucraina, questo disastro della guerra che viviamo e le sfide che dovremo affrontare ora che si avvicina l’inverno», ha dichiarato ai media vaticani Shevchuk, che si trova a Roma come membro ex officio del Sinodo, in qualità di capo della Chiesa greco-cattolica ucraina. Tra gli argomenti anche «come evangelizzare, come annunciare la parola di Dio che è sempre una parola di speranza per un popolo disperato. Gli ho consegnato il frutto del lavoro sinodale [del Sinodo della Chiesa greco-cattolica ucraina, ndr] che è una lettera pastorale scritta da noi sulla guerra e la pace giusta. È la nostra riflessione sulla situazione odierna in Ucraina».
La visita di Zelensky è avvenuta nel corso del viaggio del presidente ucraino in vari Paesi europei, ed è durata 35 minuti, «durante i quali – riferisce Vatican News – ha discusso la questione del ritorno a casa dei prigionieri ucraini» detenuti in Russia. Successivamente, comunica la Sala Stampa vaticana, «il Presidente Zelenskyy ha incontrato S.Em.za il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, accompagnato da S.E. Mons. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali della Segreteria di Stato. I colloqui in Segreteria di Stato sono stati dedicati allo stato della guerra e alla situazione umanitaria in Ucraina, nonché alle vie che potrebbero metterle fine, portando ad una pace giusta e stabile nel Paese. Inoltre, sono state esaminate anche alcune questioni relative alla vita religiosa nel Paese».