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PAPA FRANCESCO

La difesa del vincolo matrimoniale non va in pensione

Il Papa mette i puntini sulle i al discorso sul matrimonio e sulla sua nullità. Lungi dal proclamare un "liberi tutti", il Pontefice sottolinea l'importanza del Difensore del vincolo, "l'avvocato" del vincolo matrimoniale che ne difende l'indissolubilità.

Ecclesia 09_11_2013
Fede

L'8 novembre 2013 Papa Francesco ha ricevuto in udienza i partecipanti alla Plenaria del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, e ha loro rivolto un discorso apparentemente tecnico ma che in realtà ha contribuito a dissipare equivoci recenti. Nella discussione - che sarà ripresa dal Sinodo Straordinario del 2014 - sui divorziati risposati, il Papa era intervenuto in conversazioni e interviste suggerendo di rendere più semplice e snella la procedura per la dichiarazione di nullità del matrimonio, cui molti oggi non ricorrono considerandola complicata e costosa.

Queste affermazioni del Pontefice sono state interpretate da molti come una sorta di «liberi tutti» e di preludio al l'introduzione di una sorta di «divorzio cattolico». Come i nostri lettori ricorderanno, sul punto è intervenuto con un suo documento pubblicato sull'«Osservatore Romano» monsignor Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, precisando che una cosa è l'accoglienza cordiale nelle parrocchie - già auspicata da Benedetto XVI - dei divorziati risposati, altra è la loro possibilità di accedere alla comunione, su cui la Chiesa continua a dire no perché non può cambiare la legge dell'indissolubilità che viene da Cristo stesso. E che altra è la nullità, l'accertamento che il vincolo matrimoniale non è mai nato, altro è il divorzio, in cui si pretende di sciogliere un vincolo riconosciuto valido ed esistente. E che, infine, rendere più semplici le cause di nullità matrimoniale non significa attenuare il rigore del giudizio.

Alcuni avevano obiettato che si trattava dell'opinione di monsignor Müller, e che il tono del Santo Padre era diverso. Ora il Papa interviene personalmente.

Il suo discorso è tutto dedicato al Difensore del vincolo, quella figura che interviene nel processo matrimoniale rappresentando le ragioni non dell'uno o dell'altro coniuge, ma dello stesso vincolo matrimoniale, argomentando sul perché non dovrebbe essere annullato. Questa difesa del vincolo, secondo coloro che auspicano l'introduzione di un annullamento così facile da diventare una sorta di «divorzio cattolico», non dovrebbe esserci. Il Pontefice afferma invece che «il Difensore del vincolo svolge una funzione importante»: occorre «che egli possa compiere la propria parte con efficacia, per facilitare il raggiungimento della verità nella sentenza definitiva, a favore del bene pastorale delle parti in causa».

Il Papa cita e raccomanda alla lettura l'Istruzione «Dignitas connubii» del 2005 del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, che detta norme procedurali ma chiede anche «una efficace difesa del vincolo matrimoniale».

In quella Istruzione, afferma Papa Francesco, «l'attenzione rivolta al ministero del Difensore del vincolo è senz’altro opportuna, perché la sua presenza e il suo intervento sono obbligatori per tutto lo sviluppo del processo (cfr Dignitas connubii, 56, 1-2; 279, 1). Allo stesso modo è previsto che egli debba proporre ogni genere di prove, di eccezioni, ricorsi ed appelli che, nel rispetto della verità, favoriscano la difesa del vincolo».

Dall'Istruzione del 2005 Francesco riprende in particolare l'esortazione a una particolare attenzione al «ruolo del Difensore del vincolo nelle cause di nullità per incapacità psichica, che in alcuni Tribunali costituiscono il capo unico di nullità». Tutti sanno che, quando non trovano altre ragioni di nullità, molti - che magari al momento del matrimonio erano cattolici praticanti e informati sulla dottrina - invocano l'immaturità psichica che avrebbe viziato il loro consenso matrimoniale. Per questo il Papa, parlando del Difensore del vincolo, sottolinea «la solerzia che egli deve porre nel valutare i quesiti rivolti ai periti, nonché le risultanze delle stesse perizie». Il Difensore del vincolo «non può limitarsi ad una frettolosa lettura degli atti, né a risposte burocratiche e generiche».

Ed è pure sbagliato - continua il Papa - sostenere come alcuni fanno che i Difensori del vincolo prevaricano rispetto ai giudici. «L’adempimento fedele e pieno del compito del Difensore del vincolo non costituisce una pretesa, lesiva delle prerogative del giudice ecclesiastico, al quale unicamente spetta la definizione della causa. Quando il Difensore del vincolo esercita il dovere di appellare, anche alla Rota Romana, contro una decisione che ritiene lesiva della verità del vincolo, il suo compito non prevarica quello del giudice. Anzi, i giudici possono trovare nell’accurata opera di colui che difende il vincolo matrimoniale un aiuto alla propria attività».

Certamente - e il Sinodo Straordinario se ne occuperà - il Pontefice ha chiesto di «sempre tenere vivo il raccordo tra l’azione della Chiesa che evangelizza e l’azione della Chiesa che amministra la giustizia. Il servizio alla giustizia è un impegno di vita apostolica: esso richiede di essere esercitato tenendo fisso lo sguardo all’icona del Buon Pastore, che si piega verso la pecorella smarrita e ferita». Ma la misericordia non abolisce la giustizia, e i tribunali ecclesiastici devono dunque «perseverare nella ricerca di un esercizio limpido e retto della giustizia nella Chiesa». «La giustizia è la prima forma di carità». La difesa del vincolo non va in pensione.