La cura del dettaglio nelle indagini di Brigante
Le indagini del vicecommissario Brigante riprendono nel nuovo giallo di Iannaccone Le orme dello spettro (Ares). Con una cura del dettaglio degna di nota.
Dopo averlo visto esordire in un caso avvolto nelle nebbie del Po (Nebbia mortale, Ares, pp. 184, €. 15), il giovane vicecommissario milanese Brigante torna in un nuovo giallo di Mario A. Iannaccone, firma di punta del mensile apologetico «Il Timone»: Le orme dello spettro (Ares, pp. 272, €. 18).
Questa volta il protagonista deve vedersela con sedute spiritiche, fantasmi, suicidi, omicidi (naturalmente). Ma anche con problemi personali: un’incipiente malattia, le condizioni della madre vedova, la fidanzata che - siamo nel 1965 - prende la via dei tempi nuovi che sono nell’aria. Brigante, nel modo di fare e nella complessione, ricorda molto «Il giovane ispettore Morse» della serie inglese trasmessa a suo tempo dall’ex Paramount Channel al 27 del digitale terrestre. Ma, data la tempistica, forse è stato Morse a ispirarsi a Brigante, quien sabe.
Ma torniamo al nostro giallo. Chi ama i colpi di scena continuati e i ritmi cardiopatici si astenga: le indagini di Brigante sono, come lui, un lungo, pacato, fiume placido e tranquillo. La parte migliore, a sommesso avviso del sottoscritto, è la descrizione ambientale. Tutto è preciso al dettaglio, particolarmente apprezzabile da chi ha una certa età e certe cose se le ricorda bene: le acconciature, le marche dei prodotti, le canzoni, i Beatles al Vigorelli eccetera.
Anche i luoghi, ovviamente, e ricostruiti con la visuale di chi c’è stato. Si comincia con un cadavere precipitato nell’Orrido di Bellano, che il turismo lombardo conosce bene. Poi una saga familiare di ricchi cumenda, con tanto di passato oscuro e maggiordomo sullo sfondo.
Già, ma come recensire un giallo senza rivelare il finale e senza perdersi in esercizi letterari che scoraggiano il lettore anziché accattivarne la lettura? Impossibile. Infatti, non lo farò. Dirò solo che chi apre il giallo di Iannaccone vuole andare a vedere come va a finire la vicenda, ed è questa la cosa che più conta in un giallo. E in questo l’autore non delude. Un ultimo pregio: se ci fosse un regista che volesse trarne un film o, meglio, un serial, si troverebbe la sceneggiatura già fatta bell’e pronta. Anche il colore dei vestiti.