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CORTE COSTITUZIONALE

La Consulta boccia a metà il «legittimo impedimento»

La Corte Costituzionale ha accolto parzialmente il ricorso presentato dal Tribunale di Milano contro la legge sul “legittimo impedimento".
- MIRABELLI: Sentenza equilibrata, di R. Cascioli

Attualità 13_01_2011
corte costituzionale
La Corte Costituzionale ha accolto parzialmente il ricorso presentato dal Tribunale di Milano contro la legge sul “legittimo impedimento”. In particolare, la Consulta ha bocciato l’ “autocertificazione” di Palazzo Chigi sull'impedimento, affidandone la verifica al giudice, e l'obbligo per il giudice di rinviare l'udienza fino a sei mesi. Ha invece ritenuto legittimo considerare come impedimento non solo gli impegni strettamente di governo, ma anche la loro preparazione e conseguenza.

Cauto il commento dei legali di Silvio Berlusconi: in una nota congiunta, Niccolò Ghedini e Piero Longo scrivono che «la legge sul legittimo impedimento nel suo impianto generale è stata riconosciuta valida ed efficace e ciò è motivo evidente di soddisfazione». Gli avvocati sottolineano tuttavia che la sentenza è basata su un «equivoco» sulla natura della norma e non tiene conto del fatto che è stata già provata la «oggettiva impossibilità» di una «leale collaborazione» con i giudici. «Nell'intervenire su modalità attuative - spiegano Ghedini e Longo -, la Corte Costituzionale sembra avere equivocato la natura e la effettiva portata di una norma posta a maggior tutela del diritto di difesa e soprattutto della possibilità di esercitare serenamente l'attività di governo».

Quanto alle forze politiche soddisfatta l’opposizione, non convinta la maggioranza. Per il Pd, la legge è stata «smontata» dal verdetto della Corte Costituzionale. «Non c'era bisogno di essere né cattivi né comunisti per capire che la legge sul legittimo impedimento sarebbe stata sostanzialmente bocciata» ha detto la capogruppo Anna Finocchiaro. Assai critico il coordinatore del Pdl Sandro Bondi. «Siamo di fronte - ha detto - al rovesciamento dei cardini non solo della nostra Costituzione, ma dei principi fondamentali di ogni ordine democratico».

Ha brindato ed esultato invece la piccola delegazione del Popolo Viola riunitasi davanti al palazzo della Corte costituzionale dopo aver appreso la notizia della bocciatura parziale. «Berlusconi ora dovrà spiegare a Napolitano perché ha fatto promulgare una legge in parte incostituzionale», hanno detto i rappresentati del movimento.

La decisione della Consulta avrà conseguenze anche in merito al referendum per l’abrogazione della legge che la stessa Consulta aveva ammesso ieri. Ora la decisione sul permanere dell’interesse a svolgere il referendum passa alla Corte di Cassazione. 

Ecco comunque il comunicato della Consulta:

"E' illegittimo, per violazione degli artt. 3 e 138 della Costituzione, l'art. 1, comma 4, relativo all'ipotesi di impedimento continuativo e attestato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri;
- E' illegittimo, per violazione degli artt. 3 e 138 della Cost., l'art. 1, comma 3, nella parte in cui non prevede che il giudice valuti in concreto, a norma dell'art. 420-ter, comma 1, del codice di procedura penale, l'impedimento addotto;
- Non sono fondate le questioni di legittimità costituzionale relative all'art. 1, comma 1, in quanto tale disposizione venga interpretata in conformità con l'art. 420-ter, comma 1, del codice di procedura penale;
-Sono inammissibili le ulteriori questioni di legittimità costituzionale, relative alle disposizioni di cui all'art. 1, commi 2, 5 e 6, e all'art. 2".