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VITA

La Commissione Ue muove contro gli europei

La Commissione Ue, come suo ultimo atto, boccia l'iniziativa popolare "Uno di noi - One of us", nata per bloccare i fondi europei per la ricerca sulle cellule staminali embrionali.  Una decisione incredibile, segno del distacco tra istituzioni e cittadini.

Vita e bioetica 29_05_2014
Il presidente della Commissione Ue Barroso

La decisione del 28 maggio, in cui la Commissione Europea ha bocciato l’iniziativa popolare ‘Uno di noi’ (One of us), come suo ultimo atto e a pochi giorni dalle nuove nomine, ha dell’incredibile. La Commissione ha voluto dimostrare la sua incomprensione della realtà popolare e la sua contrarietà vendicativa verso ogni decisione o proposta che venga dai cittadini europei. Questo sarebbe il modello europeo di democrazia? È ben vero che la valutazione politica verso l’Europa e la sua Commissione era già venuta dall’esito delle elezioni europee, una bocciatura senza appello. Infatti le elezioni europee dimostrano una profonda spaccatura e contrarietà dei cittadini verso le istituzioni del continente. Contrarietà che si è espressa in due modi: voti ai partiti anti-Europa e astensione dal voto.

Con la bocciatura impropria e irrispettosa della iniziativa popolare ‘One of Us’ (2 milioni di firme per bloccare i fondi europei sulle cellule embrionali e i finanziamenti ai programmi pro aborto) si dimostra nei fatti, con una formalità che fa rabbrividire, quanto già i cittadini europei avevano sancito: questa Europa grazie a questa Commissione e al suo Presidente Barroso è una terribile metafora del sogno europeo dei padri fondatori.

Le parole dei due Commissari Europei, Máire Geoghegan-Quinn (Commissario alla Ricerca) e di Andris Piebalgs (Commissario allo Sviluppo) sono la prova certa della folle noncuranza con cui hanno svolto il loro mandato. La prima infatti ha dichiarato che «i finanziamenti alla ricerca sulle cellule staminali embrionali continueranno perché questa ricerca è l’unica che scientificamente dia prova di curare con medicinali ‘salva vita’». Falso e scientificamente mai provato, nonostante milioni di embrioni e feti sacrificati, nessuno studio scientifico ha mai dimostrato queste affermazioni, tutt’altro: ricerche e studi scientifici esaltano i progressi delle cure con le cellule staminali adulte (riprogrammate).

Dunque, oltre all’odio per la volontà popolare espressa dai cittadini europei con ‘One of Us’, il Commissario Maire Geoghegan dimostra mala fede o anche interessi inconfessabili verso multinazionali della ricerca embrionale? Nelle sue folli dichiarazioni, Andris Piebalgs supera di molto la collega riaffermando ‘pari pari’ la vecchia e infondata storia della mortalità materna legata alla mancanza di aborto. Purtroppo per lui e per le agenzie internazionali che lucrano sulla pelle di bambini abortiti e donne gravide, i dati dimostrano esattamente il contrario: laddove l’aborto è vietato o scarsamente praticato, la mortalità materna è ridotta al minimo. Quindi si vuole continuare a finanziare le agenzie dell’aborto con i soldi dei cittadini europei?

Certo le performance dello ’sviluppo’ europeo, a causa di Piebalgs, sono state talmente esemplari che le sue parole, se non fossero drammatiche, sarebbero da considerarsi l’ennesimo scherzo indecente di un incompetente assoluto. Noncuranza verso i bisogni e le proposte del popolo e ignoranza nel merito delle loro competenze, Barroso e questi due Commissari sembrano aver abbracciato la regola aurea di Pol-Pot: quando la realtà è diversa dal mio volere, è la realtà che deve cambiare e che devo censurare. Dunque l’ex Commissione Barroso ha posto il veto all’iniziativa dei cittadini “Uno di noi – One of us”, la più grande petizione della storia delle istituzioni europee, sostenuta da due milioni di cittadini per chiedere la fine dei finanziamenti pubblici europei a pratiche che comportino la deliberata distruzione di vite umane prima della nascita.

Grégor Puppinck, il Presidente del Comitato dei cittadini, ha espresso una «profonda delusione per una Commissione che esercita un potere illegittimo, poiché spetta al Parlamento europeo pronunciarsi politicamente sul merito dell’iniziativa, e non alla Commissione».

Non tutto è finito, anzi si ricorrerà alla Corte di Giustizia del Lussemburgo e si promuoveranno iniziative con i nuovi parlamentari e la nuova Commissione. Gregor Puppinck parla anche di «veto ingiustificabile, che viola il processo democratico: la Commissione, anziché prendere atto del successo dell’iniziativa e trasmetterla al Parlamento e al Consiglio europeo, ha abusato del suo potere di controllo formale» per bloccare la procedura, tentando di «difendere il proprio privilegio» di unico detentore del potere d’iniziativa, ossia di avvio di procedure legislative, come è stato fino alla creazione del meccanismo dell’iniziativa dei cittadini, istituito dal Trattato di Lisbona.

Per il peggior Presidente della Commissione della storia - un decennio di Barroso ci ha portato al voto antieuropeo e all’enorme astensione dal voto di domenica scorsa - è una brutta ‘fuori uscita’, una vendetta sua e della intera Commissione verso la democrazia popolare espressa con la petizione (iniziativa dei cittadini) e il voto del nuovo parlamento. Ultimo e unico atto coraggioso di Barroso, un suicidio, poteva evitarcelo. O si cambia o si muore, dice qualcuno in Italia; è vero ma dopo la decisione di ieri anche nei palazzi europei, come in tutto il Belgio, spira aria di eutanasia.

Il Presidente Obama si sta dimostrando il più ‘anti-americano’ Presidente della storia per sue continue violazioni dei valori fondativi della stessa tradizione e storia degli Usa, la Commissione Europea e le istituzioni del vecchio continente si dimostrano ancora una volta irrispettose di ogni volontà popolare, con un atteggiamento totalitario che ricorda la genesi dei regimi del secolo scorso.

Il mondo a chi guarderà se gli Usa sono continuamente sfregiati da Obama e l’Europa è sempre più violentata dalle sue istituzioni? La questione di fondo che riguarda il futuro di questi due continenti e paesi è ben più ampia e profonda di quello che drammaticamente appare, non si può certo fermarsi a giudizi lacunosi come quelli del New York Times sul voto di destra o i pericoli di partitini ‘neo-nazisti’ in Europa o sulle ‘tragiche recenti’ avventure della politica estera di Obama. Siamo sicuri che il mondo sarà più sicuro e democratico, più accogliente e rispettoso dei diritti umani senza una ritrovata spinta morale e politica negli Usa e nella UE? Le difficoltà dei partiti conservatori europei e americani lasciano molti dubbi sulla loro consapevolezza della sfida epocale che abbiamo di fronte.