La collana dei "piccoli eroi"… purché non siano santi
In questi giorni la Mondadori distribuisce in Italia la collana per bambini “I miei piccoli eroi”, dedicata ai grandi personaggi della storia, della scienza e dell’arte. Un minestrone in cui si accostano grandi figure a personaggi dai forti tratti ideologici, tra massoni, femministe, gay e altre icone dei “nuovi diritti”. Nessuno spazio per i santi, manco per Madre Teresa o san Francesco.
Una collana di libri per bambini dedicata ai grandi personaggi della storia, della scienza e dell’arte. Una splendida iniziativa, no? Si tratta della collana di fascicoli illustrati “I miei piccoli eroi”, distribuita in questi giorni in Italia dal colosso Mondadori RCS.
Tuttavia, l’entusiasmo dura poco: basta leggere l’indice delle biografie per rendersi conto che la raccolta non è altro che un minestrone ideologico che accomuna Leonardo da Vinci a Frida Kahlo, Michelangelo a Rigoberta Menchù, Giuseppe Verdi a Gianni Rodari e via di seguito con altri raccapriccianti accostamenti.
Abbiamo stilato un rapido conteggio: su 60 personaggi figurano (grossomodo) 30 atei, 11 femministe, 4 socialisti-comunisti, 4 massoni o pseudo-tali, 4 pacifisti, 4 omosessuali, 2 animalisti/veganoidi, più vari personaggi divenuti (spesso loro malgrado) icone di mondialismo, “nuovi diritti”, scientismo, ribellismo, etc. Due chicche i numeri dedicati agli antifamiglia Roald Dahl (autore di Willy Wonka) e Astrid Lindgren (creatrice di Pippi Calzelunghe).
Su 60 nomi (dei quali almeno 40 sono del tutto sconosciuti non solo per i ragazzi, ma anche per la media degli adulti) non ce n’è neanche uno la cui vicenda biografica sia passata alla storia grazie alla propria fede cattolica. Lo stesso Gregor J. Mendel, abate agostiniano, viene citato per le sue ricerche sulla genetica, così come Pasteur per le sue scoperte scientifiche. Il loro essere stati cattolici, almeno per quanto di essi è filtrato fino ad oggi nella cultura collettiva, ricopre la stessa importanza di quella che avrebbe potuto essere la loro passione per il collezionismo di francobolli o per le salsicce di fegato.
Decisamente disturbante quel titolo “I miei piccoli eroi”: ma per quale motivo? Forse che un bambino di oggi stravede per l’abortista Helen Keller? Oppure, prima di andare a letto legge le poesie di Pablo Neruda e Garcia Marquez? (Al massimo qualche raccontino del comunista Gianni Rodari, quello sì). Magari i bimbi di oggi hanno appeso in camera il poster del carneade ateo Santiago Ramòn y Cajal, dell’immancabile Margherita Hack, o il pupazzo della femminista Amelia Earhart con il suo bell’aeroplano?
I nuovi eroi dei bambini li decidono gli adulti, dunque. E sapientemente. Il sistema che lega tutti questi nomi eterogenei (solo apparentemente accomunati dalle categorie “scienziati”, “artisti”, “esploratori” etc.) è infatti molto coerente, lucidamente studiato e imperniato sulla rimozione sistematica e meccanica dei tre valori ‘cari’ alla Cirinnà: Dio, Patria e Famiglia.
I nomi più grandi e famosi vengono inseriti in quanto strumentali a evidenziare il primato della scienza sulla religione, della donna sull’uomo, della rivoluzione sull’ordine, del “dirittismo” sulla tradizione, del multiculturalismo sull’identità, della sinistra sulla destra, con tutti gli sbrodolamenti più triti sull’antifascismo e via discorrendo.
Totalmente assenti i grandi religiosi, men che mai cattolici: san Giovanni Paolo II, Madre Teresa di Calcutta, san Benedetto, patrono d’Europa, Don Bosco… Mah? Nemmeno al santo più “politicamente corretto” (per come lo deformano), il Poverello d’Assisi, peraltro patrono d’Italia, è stata dedicata una monografia a disegnucci.
Se non c’è posto per Dio, figuriamoci per la Patria: nella collana non si trova un eroe militare italiano che sia uno: Francesco Baracca, Enrico Toti, Cesare Battisti († 1916)… Chi erano costoro? Forse si riesce a pescare da qualche parte almeno un vero patriota risorgimentale? Un luminoso Goffredo Mameli a caso, per esempio? Per carità, obbrobrio! Potrebbe instillare nei bambini il malsano amore per il proprio Paese (o peggio, per le armi) così come il gran padre Dante risulterebbe un reazionario conservatore dell’italiano.
Insomma: un nauseante plagio ideologico di giovani menti. Una famiglia incauta, acquistando i fascicoli, potrebbe quindi somministrare, settimana per settimana, pillole di progressismo liberal-mondialista ai propri figlioli.
E meno male che secondo Brecht era “beato quel popolo che non aveva bisogno di eroi”. A meno che tali eroi non siano funzionali al lavaggio del cervello dei più piccoli, evidentemente.