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Martiri cristiani

La Chiesa della Corea del Sud ricorda i suoi martiri

Furono oltre diecimila quelli uccisi in un susseguirsi di persecuzioni e la Chiesa li ricorda ogni anno a settembre, mese a loro dedicato

La Chiesa cattolica, fondata in Corea nel XVI secolo da alcuni laici, è stata vittima di ondate di persecuzioni fin dopo la metà del XIX secolo. Si stima che i martiri, uccisi in odium fidei per volontà regale, siano stati più di diecimila. Nel 1802 il re con un editto di stato ordinò addirittura lo sterminio di tutti i cristiani per soffocare il germe del cristianesimo che considerava una “follia”.  I cristiani rimasero senza sacerdoti finché nel 1837 il Papa inviò il vescovo Lorenzo Imbert e i presbiteri Pietro Maubant e Giacomo Chastan, appartenenti alla Società per le Missioni Estere di Parigi. Ma due anni dopo subirono anch’essi il martirio. Solo nel 1882 il governo concesse la libertà religiosa. Di 227 è documentato il martirio. 103 sono stati canonizzati da Papa Giovanni Paolo II in occasione della sua visita alla Corea del Sud nel 1984. Tra questi c’è Andrea Kim Taegon, il primo presbitero coreano, arrestato e perseguitato per il suo impegno di evangelizzazione della dinastia Joseon e decapitato il 6 settembre 1846 quando aveva 25 anni. Del gruppo fanno parte anche il catechista Paolo Chong Hasang, tre vescovi e otto sacerdoti missionari. Gli altri 124 martiri sono stati canonizzati nel 2014 da papa Francesco nel corso della sua visita al paese. Settembre è considerato il Mese sacro dei martiri che viene celebrato in tutte le comunità cattoliche del paese con pellegrinaggi, veglie di preghiera, incontri di catechesi e approfondimento e iniziative culturali. Quest’anno le celebrazioni sono state particolarmente sentite perché ricorrevano il 10° e il 40° anniversario della loro beatificazione. L’apertura del mese è stata celebrata il 1° settembre con una Eucarestia nella cattedrale di Myeongdong a Seul dove le spoglie dei martiri riposano in una cripta ed è stata presieduta dal cardinale Andrew Yeom Soo-jung. La chiusura si svolgerà il 29 settembre presso il santuario del martirio a Seosomun e sarà presieduta da monsignor Job Koo Yobi, vescovo di Seul e presidente del Comitato d’onore dei martiri.